LETTURA
DI CHATTERTON
DI
ALFRED
DE VIGNY
Società, filosofia
dell’utile, ruolo dei personaggi e difesa della poesia in Chatterton.
Sintesi dell’opera
Acte I: John Bell ou la dureté
des puissants
John
Bell, ricco industriale di Londra, è un padrone autoritario e uno sposo
tirannico: si rifiuta di riassumere un operaio che si è spezzato il braccio in
una sua macchina e rimprovera bruscamente sua moglie, la melanconica e dolce
Kitty, per un errore nel libro dei conti. Chatterton un giovane poeta senza
fortuna, ha affittato da lui una modesta
camera; si intrattiene spesso con un suo amico, il Quaker, familiare della
casa, e in una confidenza, contrappone al materialismo prosaico di John Bell il
suo idealismo esaltato. E soffre di sentirsi incompreso e pensa al suicidio
come a una liberazione.
Acte II: Kitty Bell ou la
pitié de la femme
Durante
il corso di una passeggiata con il Quaker, Chatterton incrocia Lord Talbot e
alcuni giovani nobili, suoi vecchi compagni di Oxford. E si ritrovano presso
John Bell, a cui Lord Talbot segnala la nobile origine del suo inquilino, e la
notorietà della pubblicazione dei suoi poemi; aggiunge anche allusioni
impertinenti sull’intimità che egli vede crescere fra il giovane e la moglie
del suo locatore. Kitty Bell confessa al Quaker che la vista di Chatterton le
provoca un turbamento. E il Quaker le rivela il male che logora il giovane
poeta. Chatterton, comunque, si è deciso a scrivere una lettera al lord-maire
per ottenere un impiego; attende con ansia la risposta.
Acte III: Chatterton ou la
misère du génie
Chatterton,
solo nella sua stanza fredda, medita e scrive. E si lancia in una diatriba
contro la società, che obbliga il poeta a isolarsi. Nel momento in cui va ad
acquistare dell’oppio, il Quaker lo ferma e gli rivela l’amore di Kitty.
Rinasce per un momento la speranza di vita. Ma subito apprende che lo vogliono
arrestare, perché un critico l’accusa di plagio e che lord-.maire gli offre un
lavoro umiliante da valletto. A quel
punto si sente del tutto sconfitto moralmente e fisicamente, e assume una
quantità fatale di veleno. Kitty agitata da un oscuro presentimento, gli
strappa il segreto del suo amore. Il poeta cade fra le braccia del Quaker e
Kitty non può che seguirlo.
Nota critica
Chatterton viene messo in scena
alla Comédie-Française nel 1835. Ed è un successo. La storia è ambientata a
Londra negli anni 1770. Chatterton vive in affitto nella casa di un borghese
benestante John Bell, ed è un giovane poeta povero, innamorato perdutamente
della di lui moglie, Catherine detta Kitty. Un amore romantico, reso
impossibile dalla moralità della donna, che pure contraccambia il sentimento. La
fine è tragica: il giovane si avvelena, e la donna muore di dolore sul suo
cadavere. E’ un j’accuse al potere per l’incomprensione del ruolo del poeta
nella società capitalista; a un potere che annienta la creatività e
l’intelligenza; ne deriva un’analisi attenta della condizione
sociale del tempo, della situazione familiare, e degli intrighi obliqui
che inquinano la vita di coppia della borghesia. Ci sono già, qui, accenni a
quel substrato di perversione psicologica, che sarà soggetto poi della grande drammaturgia
europea fra Otto e Novecento, da Ibsen a Strindberg, da Čechov a Pirandello. Sembra
che John Bell – da quello che si legge in Vigny – abbia un’età fra i quarantacinque e i
cinquanta anni; e che Kitty Bell fra i ventidue e i ventitre. La povera Kitty
appare “tremante al cospetto del marito”, un marito «avaro e geloso, brusco nei
modi», ma in realtà di carattere servile e remissivo di fronte ai forti. Questo
riporta Vigny: “John Bell è propriamente l’egoista, il burbero calcolatore;
servile con i grandi, insolente con i piccoli”. Sicuramente lo scrittore ha in
mente di delineare il prototipo del capitalista negli anni della nascita della
rivoluzione industriale in Inghilterra.
Seguendo le indicazioni della poetica
romantica, la divaricazione fra i personaggi è netta. Le loro posizioni sono o
interamente positive, o interamente negative, almeno nei ruoli principali. I
personaggi positivi sono fondamentalmente Chatterton e Kitty Bell che, non per
nulla, spiritualmente vicini. Essi agiscono per la maggior parte del dramma
isolati l’uno dall’altro, in intima armonia. Se la dicono più col silenzio e
con l’involontarietà dei loro gesti, che con l’espressione aperta del loro
amore reciproco: lo scambio di una Bibbia sarà il solo loro messaggio. Dice Kitty
Bell nella scena prima dell’atto primo:
“Vous
voyez que depuis trois mois
qu’il
loge ici, je ne lui ai même pas
parlé
une fois…”.
Da questo rapporto di comprensione a
distanza deriva una tensione tutta romantica che è il sottofondo dell’opera. In
tale contesto si inquadra benissimo il carattere di modestia puritana e di gentilezza sentimentale prestato alla
protagonista femminile. Tipicamente romantico è anche il modo di presentare in
una figura di donna esile e indifesa una psicologia ricca e complessa (Cfr. le
parole del Quaker: “Kitty Bell. Âme simple et tourmentée”). Divisa fra il
dovere verso il marito violento e il sentimento di attaccamento sempre più
forte per Chatterton, Kitty vive una dicotomica passione fra prudenza e slanci
di cuore. Identico e opposto il sentimento di Chatterton per lei.
Anche lui rimane su un piano di
riservatezza e di nobile discrezione, come d’altra parte sente profondamente il
suo conflitto con il marito.
Ma vi è ancora un altro aspetto
impalpabile di questo amore espresso da Vigny nell’opera Sur les rappresentations du drame: “Derrière le drame ecrit il y a
comme un second drame que l’écriture n’atteint pas, et que n’expriment pas les
paroles. Ce drame repose dans le
misterieux amour de Chatterton et de Kitty Bell, cet amour qui se divise
toujours et ne se dit jamais, cet amour de deux êtres sì purs qu’ils n’oseront
jamais se parler, ni rester seuls qu’au moment de la mort; amour qui n’a pour
expression que de timides regards, pour messages q’une Bible, pour messagers
que deux enfants, pour caresses que la trace des lèvres et des larmes que ces
fronts innocents portent de la jeune mère au poète” (Chatterton e Quitte pour la peur, Paris, Garnier, Flammarion, 1968.
Pp.
108).
Il conflitto amoroso è una delle componenti
universali dell’ideale incarnato in Chatterton. Accanto vi è la rivendicazione del
ruolo del poeta e la difesa della spiritualità in contrapposizione al
materialismo di Jon Bell.
Apologia che va oltre, nelle intenzioni
di Vigny: l’esaltazione di una élite quale la categoria degli scrittori.
L’opera gioca dunque sul contrasto tra una tesi astratta e rappresentata
simbolicamente nei personaggi, e una espressione appassionata di sentimenti più
profondi e universali.
Possiamo dire con il Quaker che Jon Bell,
l’antideale che si oppone ad essi: “est une espece de vautour qui écrase sa
couvée”.
Questa similitudine è significativa della
natura avida del personaggio, da cui non possono andare disgiunte sul piano
negativo la vigliaccheria e la grossolanità: “Dans John Bell Vigny a voulu
peindre à la fois la grossièreté de l’homme du peuple, l’insolence du parvenu
et la duvet du bourgeois” (Chatterton
ed. Friedman, Paris, Didier, 1968).
John Bell “monarque au milieu de ses sujets”
è l’espressione fortemente caratterizzata dall’amore borghese per il guadagno.
La sua stessa donna è considerata come “une chose aimée” segno del materialismo
senza scrupoli e dell’utilitarismo che si pongono come antagonisti all’ideale
di chi della poesia fa la sua missione .
Se da una parte Vigny dipinge questo
contrasto fra Chatterton e John Bell come universale, dall’altra egli si
riferisce anche, concretamente, alla situazione sociale che vede, sotto la
monarchia di luglio, il trionfo della borghesia agiata dei banchieri e degli
industriali.
Antagonista della categoria dei letterati
è questa stessa classe, portatrice di una morale utilitaristica del summum bomun come felicità del più
grande numero di uomini e come somma di tutti i profitti individuali. Di questa
morale sono esponenti i filosofi inglesi Jeremy Bentham e Johon Stuart.
Ed è lo stesso mondo che inspira la
lucidissima analisi della “Comedie humaine”. La stessa contrapposizione dei
personaggi è metaforizzata ancora una volta dal Quaker: “Les hommes sont
divisés en deux parts: martyrs et bourreaux” (F. Germain: Chatterton et Quitte pour la peur, Paris, Garnier Flammarion, pp.
15).
Da una parte Kitty Bell e Chatterton,
dall’altra John Bell e Talbot. I primi due, i martiri, sono coloro che vengono
sempre più respinti dalla società e che, pertanto, con tutta la loro fragilità,
vanno incontro ad un destino tragico. Lo stesso amore fra i due appare come una
comunanza di dolore che si esprime in termini elegiaci.
Chatterton ha bisogno di Kitty e senza
saperne il motivo egli la cerca perché soffre. Quindi la donna, all’infuori
dell’intreccio materiale, all’infuori dei veri motivi costruttivi dell’opera,
vale a dire la reazione di Chatterton, rappresentante dell’idealismo generoso
di Vigny, è inutile alla tesi propriamente detta.
I due personaggi si sostengono così a
vicenda: l’ammirazione e l’amore di Kitty è un incoraggiamento alla fede che
Chatterton nutre nella sua missione, così come l’esistenza di quest’ultimo è
l’appiglio offerto alla situazione coniugale infelice della donna.
Quanto al Quaker, non è solo il tramite
attraverso cui si rivela l’amore reciproco dei due, ma anche il commentatore
del conflitto. Attraverso questa sua funzione egli realizza l’esigenza di confrontare
gli ideali di Chatterton con la realtà. Egli agisce, ma soprattutto osserva, e
incarna la coscienza dell’autore.
La difesa della poesia, in
contrapposizione al materialismo ormai dominante, costituisce l’aspetto
principale della tematica di Chatterton.
Per bocca del protagonista si esprime un
concetto altissimo della missione del poeta che lo colloca al di sopra degli
altri ma lo pone, per questo stesso fatto, in una posizione di solitudine e di isolamento.
La concezione romantica, che Vigny fa
propria, vede il poeta su un piedistallo da profeta la cui missione è di
diffondere una virtù da far comprendere. Ma il risvolto di questo ideale di
grandezza equivale anche all’ostilità che il poeta incontra. Da qui la
solitudine di Chatterton esaltata dallo stesso Vigny nel “Journal d’un poète”.
Août 1832:
“Quand
j’ai dit: la solitude est sainte, je n’ai pas entendu par solitude une
séparation et un oublientier des hommes et de la societé, mais une retraite où
l’âme se puisse recucillir en elle-même, puisse jouir de ses propres facultés
et rassembler ses forces pour produire quelque chose de grande”.
Un’altra conseguenza della condizione del
poeta è il suo destino tragico che, in modo particolare in questa opera, mette
in risalto il tema del suicidio. Il poeta si fa simbolo della propria decadenza storica, e con
lui dello spirito.
Questo aspetto della tematica di
Chatterton, che ha il suo riscontro nella realtà e che produsse tante critiche
a Vigny, non è l’apologia del gesto, ma la rappresentazione simbolica di un
destino economico e ideale. La funzione di Kitty Bell e la sua fine conseguente
al suicidio di Chatterton, sono, a questo proposito, significativi riguardo
alla speranza nei valori positivi che il personaggio esprime. Non si tratta
quindi di un’apologia del suicidio, ma di una condanna della società che rende
impossibile la missione del poeta. E’ un gesto di protesta e di aggressione verso
un mondo intollerante e ostile. Più limitato è il tema che riguarda
l’ambientazione sociale di Jon Bell. Dalla condanna irremissibile del
personaggio deriva una valutazione positiva degli operai che da lui dipendono.
Gli operai fanno opposizione sulla scena presentando così un altro motivo di contrasto
al materialismo.
E’ una novità introdotta da Vigny e che
risponde ai nuovi problemi suscitati e dibattuti dai Sansimoniani e dai
socialisti “utopostici” dell’epoca.
E’ evidente che questo motivo entra
nell’opera soltanto come sentimento di solidarietà istintiva e puramente
occasionale. Né la formazione dell’autore né la sua ideologia né le condizioni
storiche rendevano possibile una partecipazione dell’artista al dramma dello
sfruttamento.
La monarchia di luglio è senza dubbio in
opposizione agli interessi degli strati sociali più bassi, ma è dal contrasto
con le posizioni più conservatrici e colla classe aristocratica che nasce la
condanna di Vigny.
Ciò non toglie che l’opera poté sembrare
audace in questo senso e il personaggio del Quaker essere interpretato come un
primo apostolo di un socialismo cristiano. Il problema del male nell’uomo e nel
mondo è uno dei temi fondamentali che ricorre più sovente:
“La
maladie des hommes est incurable” dice il Quacquero. Chatterton è un “lepreux”
un “pestiféré” e la sua sfortuna è una “contagion”. Quando Chatterton parla
della sua malattia, chiama il Quaker “docteur”.
E concluderei con questo scritto di F.
Germain che raccoglie nella sua essenza l’entusiasmo, il dramma, la spontaneità
dei sentimenti, il significato profondo della posizione del poeta, espressi da
Vigny in un linguaggio tanto sentito quanto visivo:
“Si
le Romantisme, comme aucun mouvement, a voulu voir dans la poèsie un absolu du
bien e dans le prosaisme un absolu du mal, s’il a traqué la platitude avec une
sorte de fanatisme, Chatterton, qui incarne cet enthousiasme et en accepte les
consequences, nous renseigne incomparabilment sur la tragedie du poète, sur le
drame d’un esprit qui cède à la tentation dèmesurée de ses rêves” (F. Germain:
Chatterton et Quitte pour la peur, Paris, Garnier Flammarion, 1968, pp. 19).
Nazario
Pardini
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