Franco Campegiani collaboratore di Lèucade |
DA: "MARIA GRAZIA FERRARIS SU "TERRA" DI UMBERTO CERIO":
Umberto Cerio evoca, in questo poemetto molto
ispirato, l'intelligenza del pianeta che ci ospita, la radice unitaria della
vita e della morte, della gioia e del dolore, delle luci e delle tenebre. Del
Bene e del Male, soprattutto, entrambi necessari all'armonia ("l'anima /
del dèmone e del santo, / l'essenza di bestemmia e di preghiera"). E' un
vero e proprio fuoco d'artificio, un'esplosione d'amore che abbraccia la
totalità del vivente: tutti i germi, tutte le valenze, positive e negative,
della vita cosmica, che è armonia di contrari ("il dolore della nascita, /
la disperazione dell'agonia"). C'è, in questo canto, il trasporto per
tutto ciò che è e che esiste, un travolgente ed espansivo sentimento di
adesione alle vicende e ai moti del creato intero. Ma c'è pure una condanna
(inevitabile) "per l'innocenza violata" dalla Storia (quella
Occidentale), postasi tragicamente fuori dai dettami naturali e dai progetti
cosmici. Straordinaria l'esegesi di Maria Grazia Ferraris, che giustamente
parla di un'elegia con "versi comunque sobri e robusti, che arginano le
emozioni", nonché di "reminiscenze filosofico-culturali" che
"si fondono in palpiti di vita in un percorso fluido come il fiume
evocato".
Franco Campegiani
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