Da un'intuizione
di
LUCA GIORDANO
su “Paul Éluard e
Il Bandolo”
(Alla volta di
Leucade, 20 settembre 2014)
"Ad
scribendum se conferre" (Mettersi a far lo scrittore): è una delle
malattie più virulente che colpisce individui sani bersagliati dal morbo del
protagonismo. Alcuni ne sono consapevoli e la evitano stando alla larga dalle
sirene dell'Editoria dai gusti facili; altri - convinti in buona fede che quel
male infido (ma accattivante) riesca a garantire orizzonti di gloria - fanno
rotta verso quelle rotative, novelle Scilla e Cariddi, portatrici di impietosi
naufragi in oceani di carta (e sperpero di quattrini).
Nella
"ricette" di Luca Giordano, Maria Rizzi, Franco Campegiani e Claudio
Fiorentini ci vengono illustrate alcune cure preventive molto efficaci: sono
una sorta di toccasana a buon mercato ed offrono, quantomeno, la garanzia di
“arricchirsi dentro” attraverso buone dosi di salutare autocritica ed onesta
modestia intellettuale.
Gli animatori di
questa conversazione (io compreso), si prodigano in associazioni non a scopo di
lucro per perseguire il nobile obiettivo di divulgare la Conoscenza, tutelare
l'Arte in tutte la sue forme, restituire dignità alla Cultura, sostenere il
Vivere Civile: scialuppe di salvataggio anche per gli amanti della “buona
scrittura”, trascinata alla deriva dalle aberrazioni di una Società
consumistica proiettata verso il depauperamento delle manifestazioni spirituali
dell'uomo.
Mi sia permesso
di rammentarvi alcuni passi tratti da una recente riflessione dell'amico
Campegiani (“Superare la palude” - su Leucade, 7 luglio 2014), a sostegno de
“Il Bandolo”:
“ Il punto
cruciale è che mancano visioni del mondo. Le antiche fedi, come quelle attuali,
sono tramontate e non sono state sostituite da altre... … Gli artisti non
trasmettono messaggi alti. Non hanno valori né aspirazioni universali. Così,
deposte le armi, si sono messi a giocherellare ...“
“ … un gioco
banale che non ci arricchisce interiormente … ma ci impoverisce in astruserie insensate, in
virtuosismi vanitosi che non hanno nulla a che fare con la ricerca della
verità, con il bisogno ancestrale degli uomini di capire se stessi... “
“ Gli artisti
devono tornare a farsi ispirare dalle Muse, aprendo nuovi cicli di passioni
vitali, di avventure e stagioni culturali, di inedita energia creativa.”
E che dire di
alcune meditazioni di Claudio Fiorentini? ( “ La Poesia oggi...” - su Leucade,
8 giugno 2014):
“... Basta avere
un diario e provare a scrivere … ed ecco un poeta in più... “.
“ … abbiamo
migliaia di raccolte che, dopo aver affollato le tipografie convenzionate con
gli editori a pagamento... puntualmente vanno a finire al macero...”.
“ Non è certo un
danno per il PIL, ma un danno per la cultura, questo sì!”.
“... si scambia
per arte un lavoro mediocre, si crede che sfruttando un tema caldo si troverà
qualche lettore in più...”.
E ancora
Fiorentini il 22/9, commentando sulla
vetrina di Luca Giordano:
“Credo che gli editori debbano tornare a dire, di
tanto in tanto, un sano e meritato “NO”, chiaramente motivandolo. L’autore
soffrirà, ma se la sua tempra e la sua volontà sono veramente degne
dell'obiettivo che si è prefissato, saprà ricominciare daccapo!”
Le occasioni di
ravvedimento offerte da Franco e Claudio mi inducono a rivolgere un caloroso
invito a coloro che, decisi ma prudenti, intendono praticare “scalate”
letterarie: avvicinatevi a quei giardini di Cultura non settaria custoditi da
menti illuminate dalla volontà di “umanizzare” la fetta di mondo frettoloso e
miope che le circonda! Gli artisti che si aggregano tra loro riescono a
scoprire, cementare e valorizzare i singoli virgulti di originalità e di
spontaneità espressiva: tante piccole fiammelle riunite diffondono una grande
luce.
Lì potreste
incontrare amici capaci di “stanare” chi cela nel calamaio le gemme del proprio
talento e, insieme, trasformare in opere di pregio i “nastrini di carta che
valgono sentimenti, bellezza, scoperta di senso”.
Cerchiamo, tutti
insieme, ti tener saldo IL BANDOLO della matassa di una Cultura quasi allo
sbando e priva di tutori dello Stato.
Io, la mia folta
compagine e le associazioni nostre consorelle siamo già in prima fila!
Roberto Mestrone
Carissimo Claudio,
RispondiEliminaE' con onore e piacere che condivido e sottoscrivo le aspirazioni e le motivazioni che ti hanno portato, con Franco Campegiani e Marco Mastrilli, alla stesura del manifesto culturale "Il Bandolo".
Il fare squadra, al di là degli egoismi e dai biechi personalismi, è sicuramente un modo di vivere e di vedere l'Arte che mi trova concorde per il fatto stesso che serve ad elevare l'Arte medesima oltre che ad aiutarne la divulgazione.
Lo scambio culturale nel senso più ampio (ma anche più nobile) deve portare ad un'operazione di civiltà, quindi di pace, estesa il più possibile: per questo è importante che la qualità sia all'altezza della missione. Gli artisti hanno il dovere, proprio in momenti difficili per la cultura come sono questi, di dire la loro: per farlo hanno bisogno di indipendenza e pulizia intellettuale e morale e questa forza possono trovarla tanto più facilmente quanto uniscono le proprie forze, prima di tutto non sottostando ai voleri di conventicole e circoli chiusi che poco hanno a che fare con la diffusione
delle idee e della cultura in generale.
Attendo quindi un tuo riscontro a questa mia e ti ringrazio per avermi fatto parte di questo stupendo progetto
un abbraccio,
Marco Maggi
Sottoscrivo quanto dice Marco Maggi nel commento all'articolo di Roberto Mestrone "Onestà intellettuale e poesia". Vorrei aggiungere che la poesia , per sua stessa natura, è verità, nel senso che corre su parole antiche che accolgono in ritmi melodiosi le voci del cuore sperduto nelle vie dolenti del mondo. Non so dirlo: è fantasia, immagini di vita virtuale, metafora di vita reale? Pulsioni profonde di sentimenti, intrighi di pensieri che si dipanano in parole ora chiare ora meno chiare? O è realtà nuda che la fantasia oserebbe svelare/velare? Insomma non si tratta soltanto di distrarre o di affascinare con l'incanto della parola, ma di creare una forma attraverso cui l'estrinsecazione di sentimenti ed emozioni si accompagni alla conoscenza positiva dell'ordimento delle norme del mondo, alla reinterpretazione dei dati della realtà e alla liberazione/sublimazione dalla stretta dell'esistenza. Ciò è molto più realizzabile alla luce di rapporti improntati alla lealtà, alla crescita individuale e colletiva e alla convinzione che molto occorre di onestà intellettuale perchè il poeta assurga a modello di comportamento, un paradigma normativo. Ben venga allora un'associazione culturale come il Bandolo dove le menti sono rivolte allo studio e all'applicazione, alla creatività e alla divulgazione nel comune intento di fare poesia con la speranza che la poesia salverà il mondo, come leggiamo in Walt Whitman
RispondiEliminaAhimè! Ah vita!
Ahimè! Ah vita! Di queste domande che ricorrono,
degli infiniti cortei senza fede, di città piene di sciocchi,
di me stesso che sempre mi rimprovero (perché chi più sciocco
di me, e chi più senza fede?)
di occhi che invano bramano la luce, di meschini scopi,
della battaglia sempre rinnovata,
dei poveri risultati di tutto, della folla che vedo sordida
camminare a fatica attorno a me,
dei vuoti ed inutili anni degli altri, io con gli altri legato in tanti
nodi,
a domanda, ahimè, la domanda così triste che ricorre- Che cosa
c’è di buono in tutto questo, ahimè, ah vita?
Risposta
Che tu sei qui-che esiste la vita e l’individuo,
che il potente spettacolo continua, e tu puoi contribuirvi
con un tuo verso.
Adriana Pedicini
POETA
RispondiEliminaun altro poeta
è sorto
gloria!
nuove
idee
mi presentano
non conosco pallone
fama da campione
danaro
ricchezza
combatterò
avversari terribili
unica arma
pura passione
forgiata dai cuori
d’illibate fanciulle
ogni lotta virile
soggiace
sentimento
è il vero Re
d’ogni guerra
E il nostro Roberto Mestrone ha messo la pietra miliare sulle affermazioni di tutti. Affermando che da soli contiamo ben poco, ha dimostrato quanto gli operatori culturali devono essere lontani anni luce dal narcisismo, dall'egotismo, dalla competitività. Noi diamo l'esempio, stringendo sinergie e gemellaggi con Associazioni che tendono a non omologarsi, a dare prova che esiste ancora la meritocrazia e la volontà di far emergere chi vale e non solo e sempre chi è conosciuto. Inoltre esalta l'aspetto più difficile e affascinante del Manifesto redatto da Claudio e da Franco: la capacità di misurare i propri limiti, di provare a mettere in luce i talenti autentici e di chiedere alla Case Editrici un pò di onestà intellettuale in più. Noi questi intenti stiamo cercando seriamente di perseguirli, anche se troviamo spesso scogli appuntiti da superare. Ma abbiamo bisogno di essere in tanti. Non si è mai abbastanza! Vi invito pertanto ad aderire al Bandolo e a unirvi a sodalizi che sono 'al servizio dell'Autore'...
RispondiEliminaRingrazio ancora tutti i miei amici illuminati e li abbraccio, animata da 'fiammelle' di puro idealismo! Maria Rizzi