mercoledì 22 aprile 2015

CLAUDIO FIORENTINI: "... ALLORA RESPINGILI..."

Claudio Fiorentini collaboratore di Lèucade




Hanno visto morire i propri cari, hanno visto violentare donne e bambini, hanno visto e vissuto l'inferno che noi ci rifiutiamo di vedere, hanno risparmiato, lavorato, si sono venduti per racimolare una, per noi, misera somma e intraprendere un viaggio su camion malmessi, su barconi traballanti, a piedi... hanno camminato centinaia e centinaia di chilometri, attraversato il deserto senza avere abbastanza acqua, sono stati trattenuti in campi di lavoro e usati come schiavi, sono stati bastonati, picchiati, sfruttati... un viaggio che può durare anni... terribili anni di lotta per la sopravvivenza, e su cento che sono riusciti ad imbarcarsi, mille sono morti nel viaggio, nel deserto, nei campi... e su cento che si sono imbarcati, dieci sono stati salvati, di quei dieci due vendono calzini per strada, due vendono borse per strada, due sono diventate prostitute, due sono stati rimpatriati, due chiedono l'elemosina... se li incontri, dopo tutto quello che hanno passato, se gli parli, se perdi due minuti del tuo tempo per salutarli, vedrai che ti sorridono, che ancora riescono a scherzare perché a loro, quei due minuti del tuo tempo, danno dignità... se poi alcuni sono disperati e diventano matti, non chiederti perché ma mettiti in cammino, attraversa il mare su un barcone che fa acqua, attraversa il deserto a piedi, arriva a casa loro, vivi come loro hanno vissuto, soffri quello che loro hanno sofferto... e poi, se ne hai la forza e credi che sia giusto così, se nelfrattempo non sei diventato una bestia inumana, se pensi che tutto questo sia facile da vivere, allora respingili...

Claudio Fiorentini


2 commenti:

  1. E caro Claudio quel mare sui barconi, nelle stive, l'abbiamo attraversato anche noi, un secolo fa. Per cercare il 'sogno americano'. Per coltivare la speranza di dare una vita dignitosa ai nostri figli... E la vita nel nuovo continente era a dir poco vergognosa per 'noi emigranti'. Finivamo in camerate simili a quelle dei campi di concentramento, a soffrire gli stenti e, soprattutto le umiliazioni. Ci chiamavano 'i maiali italiani'. Purtroppo é facile dimenticare... Oggi di fronte a un lutto di grandissime dimensioni, che dovrebbe piegarci per la vergogna, che dovrebbe farci sentire tutti colpevoli, si ascoltano frasi oltraggiose e prive d'ogni senso di umanità. Tu dici 'respingili'... Lo hanno fatto troppi paesi e noi ci mortifichiamo per non essere stati decisi come loro. Li respinge una fetta enorme del nostro Paese.E non li piange. Perché non si tratta di esseri umani. Sono bestie. Anzi, meno delle bestie. Rubano i mestieri e le abitazioni ai nostri connazionali. 'La conoscenza é la forma più alta di libertà', diceva Sant'Agostino, e non conoscere equivale ad abbrutirsi. Nessuno sa come sono strutturati i centri sociali? E quanto vengono pagati gli stranieri per svolgere lavori faticosi e non protetti? Nessun laureato italiano accetterebbe con entusiasmo di fare il cameriere per dodici ore al giorno con una paga in nero di 400 euro! Le guerre, la disperazione spingono tante persone a fuggire, lasciando le case, le terre e, spesso, i loro Amori. Non é una scelta, ma l'ultima speranza per sopravvivere.
    Stavolta li ha respinti il mare. Per colpa di chi navigava con carichi degni delle navi per trasporto merci. E non si sente il lamento sommesso dell'umanità, perché, in fondo, abbiamo molti 'clandestini' in meno.
    Maria Rizzi

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  2. Grazie Maria, effettivamente occorre ricordare la nostra storia... solo che i nostri antepassati non attraversavano il deserto, non fuggivano da guerre dimenticate, non venivano usati come schiavi nelle tappe intermedie e non viaggiavano in barconi che facevano acqua... i migranti di oggi sono molto più maltrattati... molti di loro sono neri... e ancora oggi un nero vale meno di un bianco...
    Claudio

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