Maurizio Donte collaboratore di Lèucade |
Tre momenti, tre immagini forti della poetica di
Sebastiano Impalà. Tre vivide immagini della bellezza e della sofferenza in cui
vive e muore l'amore. Sensuale, sognato su occhi di corallo, fino ad estenuarsi
nel desiderio. O amori veri, vissuti, voluti o rifiutati, carnali e di nuovo
sognati: le donne di Sebastiano sono queste: disegnate con ombreggio di
carboncino, scolpite nel marmo, dipinte a tinte forti, con i colori, gli odori,
i profumi e il sole della sua splendida terra, la Sicilia, con il suo mare blu,
e i monumenti, i forti contrasti cromatici.
Ma non si ferma qui, alle donne e all'amore; al
Poeta non sfugge l'attualità, ed eccolo dunque gettare uno sguardo sofferto e
carico di profonda empatia su un dramma che abbiamo quasi dimenticato, ma è
invece così recente e ancora vivo e doloroso per i popoli balcanici (come posso
ben testimoniare, essendo stato in quelle terre, a Mostar, dove si vive ancora
oggi in una stasi della guerra, che non è pace, ma soltanto una sospensione dai
combattimenti, e l'odio religioso, etnico e razziale, purtroppo cova tuttora
sotto le ceneri e le macerie delle case crivellate dai proiettili).
Sebastiano Impalà ci parla di un amore e una doppia
morte a Sarajevo, città martire, come Mostar, come tante altre oggi.
L'amore e la morte, eros e thanatos, le due forze opposte
che uniscono il nostro destino. La coppia di ragazzi che si amano e dormono e
sognano di svegliarsi in un mondo senza più guerra sono meravigliosamente
disegnati dal Poeta, che da cittadino del mondo, quale è, non resta indifferente
ai drammi che affliggono l'umanità e pone la sua dolente compassione sul loro
sonno che non finirà mai.
Un potente atto d'accusa al sistema, alla politica,
è la chiusa di Sarajevo, mon amour, anche questa attualissima.
Il mondo non è cambiato di una virgola, dalla fine
del novecento, anzi, forse è ancora peggiorato.
Cosa ci salverà? L'amore per la vita, per le donne
che la accendono di passione, che donano la vita, sembra dire Impalà.
E lo pensa davvero, ne sono certo, come sono certo
che le immagini frante, spezzate, come i versi di Sebastiano vi rimarranno a
lungo nella mente e nel cuore.
Maurizio Donte
Le ragazze
Le ragazze cattive
ti bruciano dentro
con unghia laccate
e la voglia di averti
sopra divani sgualciti,
su metrò abbandonate...
lungo strade tortuose
ti cercano ancora
per lasciar segno di sé.
Le brave ragazze
ti stanno vicine
sinuose passeggiano
lungo i declivi più dolci, le
piatte pianure.
Non ti chiedono mai,
se l'incontri per strada
chi fosse il tuo amore,
l'ennesima croce che porti sul
petto.
Sono cosi',
leggere e friabili
contente di esistere,
biscotti di burro
dentro tazze da tè.
Le sorelle malvagie
ti succhiano il sangue
quando ti baciano,
ti svuotano dentro
e,dopo felici,corrono via.
E tu le rincorri
da stupido amante
cercando negli occhi
del gelido inverno
risposte tranquille
per fugare l'insonnia.
Quelle tranquille
tu le ami a metà
sentendoti vecchio
alle loro lusinghe,
ormai prigioniero
di antiche passioni.
E ti ridesti
sudato e distrutto
da caldo e scirocco
in un sogno d'estate
e,
l'unica cosa
che vai a cercare
sono le donne cresciute
che ti hanno fatto impazzire
senza alcuna pietà.
Sarajevo, mon amour
Sapessi
quante volte
ti ho cercata
per le vie di Sarajevo,
lungo le sponde della Drina,
nelle piazze affollate di
gente
nei mercati di verdure
nei silenzi delle bombe
appena esplose.
Ma tu eri li',
accanto
a sussurrarmi nell'orecchio
parole di dolcezza
intrise di spavento.
Chiudemmo gli occhi
un giorno
fingendo di dormire
con l'orgoglio di svegliarci
alla fine della guerra.
Nessuno lo capi'
e morimmo lo stesso,
increduli
abbagliati da verdi luci
in una notte d'inverno secco
con la polvere acre
nei polmoni
e gli occhi
sgranati verso il mondo.
Fu solo un attimo
e la pace ritornò...
nei torrenti inquieti
del vivido sangue,
nella testa di politici
spenti.
Coralli
Al calar del giorno
mi ritrovo in te
accovacciato
dentro i tuoi pensieri
nudo e senza fame,
sazio solo
dei tuoi complessi verbi.
E
mi perdo
nelle anse coralline
dei tuoi occhi,
precipitando felice
nei fondali del tuo amore.
Sono felice di avere avuto l'occasione di spendere qualche modesta parola sull'opera di Sebastiano Impalà, caro amico, oltre che grande poeta. Spero che qualcuno voglia esprimere il suo parere su poesie così degne e interessanti.
RispondiEliminaE di questo, ovviamente, ringrazio di cuore il professor Pardini, che è l'anima di questo blog e nostro generoso "nume tutelare", eccezionale sia come critico che come poeta.
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