Carla Baroni, collaboratrice di Lèucade |
L’ironia della
Baroni, sapida e mordace, nasconde una profondità d’animo non comune. Sa
cogliere quelli che sono i moventi essenziali del sentimento dei sentimenti;
gioca col ritmo e gli empatici
andirivieni di tale passione. Il tutto in un ambito espressivo da melisma con
audaci innesti di effettiva resa satirica. Di certo non occorre parlare della
sua grande esperienza e duttilità metrica, cosa risaputa.
Se son con te dimentico i miei mali
Se son
con te dimentico i miei mali,
il mal
di testa, l'allergia alla menta,
la
depressione e l'agorafobia.
Sembro
normale: scherzo, rido, ballo
trovo
perfino bello cucinare
e
mangio senza smorfie le lumache.
Poi te
ne vai ed io cosa combino;
m'ingozzo
tutto il dì di cioccolata
per
darmi un po' di tono e d'euforia.
Un litro di buon vino ci vuol proprio
Un
litro di buon vino ci vuol proprio
perché
ti veda bello e affascinante:
ti
ammiro coi capelli e il naso greco,
la
bocca, poi, è mandorla invitante.
E mi
abbandono a te, tutta sospiri,
sapendo
che anche tu mi trovi bella
e non
la vecchia rancida zitella.
Tu mi vuoi strafottente, trasgressiva
Tu mi
vuoi strafottente, trasgressiva
un po'
donna di strada col lamè
corto
sui fianchi e il reggiseno in pizzo
che
lascia intravedere proprio tutto
più che
con la risonanza o i raggi x.
Io
vorrei che scoprissi la mia anima
che a
te si schiude come un fiore bianco
pronto
a esalare i suo fragranti odori,
ma poi
ubbidisco presa dal tuo vortice
voglioso
di ben altro che sospiri
Ballo di Carnevale
Chissà
se questo sogno mi appartiene
o l'ho
rubato a un altro di nascosto
come
il frutto sul ramo di una pianta,
un
sogno
dalle
scarpe d'argento e la guepiere
di
pizzo nero con le giarrettiere
da
prostituta primo novecento.
Ballo
di Carnevale, ballo in maschera
perché
tu riconosca in me la donna
e non
Santa Teresa di Calcutta.
Perdonami mio caro se per gioco
Perdonami
mio caro se per gioco
in
agrodolce mi comporto spesso
mescolando
lo zucchero al limone.
Però
protesto che tu metta invece
l'arsenico
nel latte a colazione.
È
morto il gatto, povera bestiola,
con
miagolii e ruggiti da leone
Del grembo vorrei essere la donna *
Del
grembo vorrei essere la donna
così
come sta scritto nella Bibbia
di
coccole già favo e casti ardori.
E
invece
sono spinoso
seme di follia;
tu mi
avvicini
per
ricordar le altre, tutte le altre
che
nel percorso mi hanno preceduto.
Ed io
ti pungo, ti ferisco allora
per
essere diversa, sì diversa
l'unica
donna della vita tua.
Caro Nazario, sai tu che mi piace
RispondiEliminascherzare anche coi Santi in sagrestia
per soddisfare questa mia mania
di giocar con parole in guerra e in pace.
Oggi,però, che è San Valentino
per me ha battuto un solo cuoricino
quello di Google là sul mio computer
e or mi chiedo se non sarebbe meglio
buttar la penna e fare un giro in scooter.
Ciao, ti ringrazio infinitamente perché mi dai la possibilità di esternare anche il mio lato allegro.
Carla Baroni
Simpaticissime composizioni poetiche che ho letto con piacere allentandomi così la tensione del giorno e di notizie e avvenimenti poco belli.Grazie. E' ammirevole tanta capacità espressiva pure in tono ironico che poi tanto ironico non è come dice bene il Prof. Pardini. Pasqualino Cinnirella
RispondiEliminaLa ringrazio di essere in sintonia con me. Ho sempre sostenuto che anche la poesia ha bisogno di qualche istante di leggerezza.
RispondiEliminaCarla Baroni
Gent/ma Sig/ra Baroni, credo che sia da tempo in sintonia con Lei. Non dimendico che circa un anno fa o più è stata la prima e/o la sola ad osare su Leucade manifestare vibratamente il suo disappunto nei confronti della poesia di una poetessa (deceduta) considerata una delle maggiori voci contemporanei della poesia italiana. Nell'occasione espressi il mio parere assecondandola in quanto la pensavo come e quanto Lei e quindi in -sintonia-.Pasqualino Cinnirella
EliminaInfinite grazie alla mia amica Carla per avermi dedicato i suoi preziosi e brillanti versi...."Caro Nazario, sai tu che mi piace..."
RispondiEliminaNazario