giovedì 7 giugno 2018

E. PELLEGRINI CONTE. "2° PREMIO AL CASENTINO" E "ANCHE LA PIOGGIA"


43° Edizione del Premio Internazionale Casentino
Sezione Silvio Miano

                     EDDA PELLEGRINI CONTE
                      2° Premio per la Poesia inedita
                                 MOTIVAZIONE

Edda Pellegrini Conte,
collaboratrice di Lèucade


La poesia di Edda Pellegrini Conte si segnala per la drammaticità dei temi trattati oltreché per una espressività forte che sapientemente struttura un discorso poetico alto che sa toccare le corde più profonde dell'animo umano. Poesia che si affida alla memoria per contrastare la perdita di significato e l'azione corrosiva del tempo, ma non manca di riportare  l'attenzione sulle lacerazioni del presente e sui sentimenti di smarrimento e di sconcerto determinati dagli inevitabili cambiamenti che la vita riserva.
Il linguaggio poetico sa rinnovarsi per aderire con eleganza e profondità ai contenuti fino a inventare una disarmonia formale che diventi lo specchio del male di vivere interiore.
Per la profondità dei contenuti, per l'eleganza e l'equilibrio dello stile poetico, viene conferito a Edda Pellegrini Conte il Secondo Premio nella Sezione Poesia inedita.






LETTURA DI "ANCHE LA PIOGGIA" 
di N. Pardini

Poesia intensa, morbida, di ossimorica dicotomia fra la musicalità dei molteplici settenari, degli endecasillabi,  dei versi franti in emistichi (Anche la pioggia/ ama e fa risplendere) ricomponibili in unità di fluente sonorità e il patema di un’anima tutta volta a meditare sull’essere e l’esistere, cosciente, ella, della tristezza di una vicenda che s’invola come foglia d’autunno: Il frutto del tempo, un giorno solo, l’animo maturo,  il malum vitae, i giorni più duri/ come pioggia battente. Tanti indicatori che ci dicono del pathos di una poetessa che vive la traversata di un mare misterioso e oscuro nella pienezza degli anni; e la barca si fa sempre più debole per gli ultimi trabucchi da superare, pur  obbediente, lo scafo, alle indicazioni di un nocchiero che ha imparato a soffrire e a reagire ai venti contrari alla rotta. Il tempo è ladro, è rapinatore, invidioso; fagocita, ingoia, vorrebbe distruggere, manda i giorni più duri, ma niente può contro le memorie che si appigliano con grande lirismo alle antiche primavere per dare continuità e aurea tonalità al presente. Anche se “Triste è la sorte umana/che non rispecchia  leggi di natura/a difesa della vita”, “lo splendore di quella pienezza/ vivido brilla per un giorno solo/ breve come il culmine degli anni.”. Saper vivere la ricchezza della sera è un dono che l’eccelso può donare a chi sa trarne frutto. E anche se per un giorno solo, equivale sempre al massimo splendore estetico di un verso che non si ripete nel canto, ne invaliderebbe la BELLEZZA.

Nazario Pardini


Anche la pioggia
ama e fa risplendere
il frutto maturato al sole.

Nel plenilunio  questa sera
scorgo il frutto del Tempo...
lo splendore di quella pienezza
vivido brilla per un giorno solo
breve come il culmine degli anni..
come il vino migliore
sorbito alla fine del convito.!

Ben maturo è l'animo
che ha imparato a soffrire
ma il Tempo invidioso
di chi più non lo teme
manda i  giorni più duri
come pioggia battente...

Triste è la sorte umana
che non rispecchia  leggi di natura
a difesa della vita.

Edda Conte

Giugno 2018






SILLOGE POESIE PREMIATE



"NEGAZIONI"


Perché urlo...
                  lo so che non ci sei...
vedo il tuo corpo distorto        incolpevole
ogni giorno vanamente incolpato
vedo i tuoi occhi lontani
il viso che non conosco più...
                                       ma dove sei?

Non urlare       mi dici
e l'urlo mi muore dentro il cuore
che è pietra porosa...
Tu non sai
            tu non sei
                            non sei più la nostra vita.
Maledici la nascita dei giorni
                                    e quanto di più sacro...
Perché maledici?
                          perché urlo?

Domande da inutile storia
tempo da vivere e dimenticare...
ma la vita continua a stringerci
e a segnare il passo

°°°°°°

2

è questo corpo che chiede
                      è l'animo stanco
                            l'ora fiacca che va...va...
nel sole
tra la pioggia
col vento tra gli alberi che urlano...
                    e pare un canto...

L'anno finisce ed ecco un altro
semplice
gaio
sincero
un anno piccolo ma già carico di speranza
                    .di desiderio...

Tu sfogli il calendario
assente    annoiato
irato contro il Tempo che non t'ama più.
Ogni giorno è uno dei tanti
vissuti
sofferti
ignorati
lasciati andare innominati...

il nemico corre
                corre per farsi inseguire.
 Lui sa.
Sa che non ho gambe
                           e non ho fiato...
ho solo voglia di correre con lui.


°°°°°°

3

Venivi dalla terra rossa
che l'ulivo gigante nutre e la vite rallegra
tra montagne di fave fresche da mani pazienti
e foglie di tabacco a essiccare nei solai
Venivi da famiglia grande
che vidi    conobbi    amai...
     (splendeva il mare di mitiche memorie!)
tutti vi amai.

-Maledetti tutti....per questo mio corpo...-
Imprechi.
Io non capisco....

Guardo gli anni nel tuo sguardo appannato
leggo un passato che vorresti splendente ancora
avevi corpo attraente
                                 di nobile fattura
e tanto amore da darmi...

 Furono giorni di forza e di passione
gli anni della nostra vita...
Il sole li ha prosciugati
il Tempo innocente in te li vanifica
in me la memoria li esalta
in una realtà nuova.


°°°°°°°° 

4
  
Cose mute!
Acque stagnanti
                      nel lampo del Tempo....
Il coraggio di sempre
             nell'ora che rattrista il giorno!

Passano e ripassano fantasmi
                          (li potresti toccare)
occhiaie vuote
                    complici ad inutile pensare
sparsi come giovani nel corso a sera
in pigra risacca
                    quasi in preghiera
vengono alla mia solitudine

cadenzato il respiro del Tempo
                                          va....
va in tutta la sua lunghezza

°°°°°°°

5

E' miraggio di un'oasi
il raro tuo dire
non disseta il mio percorrere assetato
l'immagine sbiadita sul tavolo ingombro
tra le carte sparse...

Da troppo tempo non so più parlare
tra grovigliosi blasfemi
              privi di appartenenza
io taccio.

-Non sputare per terra-
             diceva un cartello d'altro tempo...

Oggi la colf ha pulito bene..
Buona giornata!
                            ha detto.


°°°°°° 

6


Nel calice della festa
hai versato il tuo astio...
           Non c'è memoria conviviale quest'oggi.
Il mio silenzio paziente
specchia elegante il piatto
all'abbraccio delle cose....

                        Dove andiamo stamani?
                        chiedevi....
                        ammiri il mio fondoschiena
                        io mi tingo i capelli di rosso...

Sulla tavola apparecchiata scintillano i cristalli
un gesto improvviso violenta i pensieri
il vino macchia il candore della tovaglia


°°°°°° 

7


Nel mio silenzio vive l'Infinito
partitura dove gli accordi si susseguono
senza uno spartito
la memoria come controcanto in eco eterna

Il tuo vuoto
non ha posto sulla scena del mondo
dove tutto è in attesa che si alzi il sipario
per infinite casualità.
Tu dici "vuoto"
Io dico "Infinito"
                   ..è il nostro gioco di parole.

E' nell'Infinito che vive la vita
l'essere nel suo perenne rinnovo
staffetta è la morte
che instancabile percorre la scena


°°°°°° 

8

La vita si fa reale dentro un buio di niente
esigente....ogni mattina
chiede luce il passo per un exit qualunque
la giornata nel vuoto sembra non finire mai!

                L'Angelo ha ali di luce...

Non c'è terra là fuori
né azzurrità di cielo
né rumore di gente amica...

               Il mistero dell'ignoto accoglie l'attesa...
               l'uomo non cessa di sognare!


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3 commenti:

  1. Grazie, Nazario,grande e prezioso amico1.
    Grazie per le "Negazioni" affidate alle auree spiagge di Leucade, grazie della tua comprensione, grazie della lettura empatica della mia "Pioggia", dell'intenso commento che unisce le anime di quanti vivono o partecipano dei sentimenti che mi hanno spinto a scrivere quei versi.
    Ancora una volta hai dimostrato che è lo spirito e non la forma ad accomunare i poeti.
    Ti abbraccio con stima ed affetto.
    Edda Conte

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  2. Edda Conte in questa "pioggia" liricamente totalizzante affronta, con originale inversione della tempistica naturale-esistenziale, il flusso inarrestabile del destino umano. L'inversione non è infatti causata dal tempo (anche se in questi versi presentissimo) ma dalla sequenziale compresenza degli eventi accidentali: dal frutto maturato al plenilumio; dal significato più splendente del brillio breve; al "convito" finale che conserva il vino più succoso. In questo scenario inciso nella maturità della creazione artistica si pone con maestosa orizzontalità il sentire più sofferto e insondato della poetessa: la maturazione interiore si scontra quindi e si incontra finalmente nell'inversione tempistica scontandone la durezza (come pioggia battente). Il destino che sembrava a tratti marginale ritorna dominante difensore della vita. Eccellente mix poetico-filosofico di Edda che sempre stupisce per connessione tematica e unitarietà lirica.

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  3. Copiosi complimenti per questa ed altre affermazioni che certamente seguiranno. Come suol dire: il buon giorno si vede dal mattino. Auguri Pasqualino Cinnirella

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