Ester Cecere |
ISTANTANEE DI VITA
di Ester Cecere
NOTA DI CRITICA
Autrice di tre eccellenti sillogi, tra cui Burrasche
e Brezze (Il Filo, Roma, 2010), che permette ad Ester Cecere la comparsa in
campo poetico, Come foglie in autunno, prefazione di Ninnj Di Stefano
Busà (Edizioni Tracce, Pescara, 2012), Fragile. Maneggiare con cura, prefazione
di Nazario Pardini (Kairòs Edizioni, Napoli, 2014). Sue liriche,
premiate in concorsi letterari nazionali e internazionali, appaiono nelle varie
antologie. La Poeta, molto valida e già nota nel panorama letterario italiano,
oggi esordisce brillantemente nel mondo della narrativa con la raccolta Istantanee
di vita, postfazione di Maria Rizzi (Kairòs Edizioni, Napoli, 2015). Sono
16 racconti di un libro che "non si
atteggia", che "non bara". Appunto perché l'Autrice si
pone direttamente con il lettore e perché la Sua è una descrizione di rapporti
con un mondo vissuto, concreto, che Le
appartiene. Una perla, Istantanee di vita, della
narrativa italiana che si aggiunge alle altrettanto preziose della nostra
Letteratura. Ester
Cecere nasce a Taranto, dove vive e lavora presso il Consiglio Nazionale delle
Ricerche, occupandosi di biologia marina. Avvezza ai tanti riconoscimenti che Le sono stati
attribuiti dalla critica, ai premi nei vari concorsi letterari e ai numerosi
apprezzamenti e consensi dei suoi fedeli lettori che continuano a stimarLa, e
non a torto, per la "nobile
arte" dello "scrivere" che Ella possiede.
Perché il periodare,
sovente breve, viene a caratterizzare la Sua personalità piuttosto riflessiva, composita e integra,
agile e sicura nella narrazione di storie di vita e di sentimenti dei Suoi
svariati personaggi. Sentimenti e storie di vita che poi sono i Suoi. L'amica Ester scrive per narrare e,
soprattutto, per dilettare Se stessa, (ri)leggendosi e
(ri)vedendosi attraverso la voce
dell' "alter Ego" che parla la lingua con la grazia e l'eticità
del Suo "Ego". Nasce e cresce con animo scrittore / poeta,
profondamente ancorato alla realtà,
capace di "vedere" e "capire" le molteplici
negatività che infestano in svariati modi il reale cammino dell'uomo.
Descrizioni di immagini, di paesaggi, di momenti di
immaginifica poeticità, nel nuovo testo,
in armonia con gli arditi cromatismi emotivi che caratterizzano il personalissimo "ritmo"
stilistico e creativo della Nostra. Autrice
di parole sapientemente pennellate, creatrice di dialoghi ricchi di
intensità poetica e di pragmatico esistenzialismo.
Rimpiangi la tua nonna
materna che ti portava qui quando avevi tre anni e quasi ti ostentava. Eri
bellissima con quel cappottino rosso dal collo di pelliccia grigia che lei ti
aveva regalato. Tu la chiamavi 'mamma', l'hai chiamata così fino a quando hai
compiuto dodici anni. Lei era giovane per essere nonna, aveva meno di
cinquant'anni e diceva a tutti con orgoglio che eri sua 'figlia'.
In questo continuo far
parlare i Suoi personaggi mi viene da pensare che l'Autrice decide di scrivere per il forte
desiderio di volersi ritrovare. E va man mano a ritrovarsi, vergando
pagine su pagine, lungo il cammino
interiore verso la ricerca unica: quella della verità.
Filosofia e prosa si
frammischiano nella narrazione dei vari avvenimenti, dalla Scrittrice citati
attraverso le delicate pagine del libro. Mi
sembra sia il caso di dire che,
per la Nostra, la ricerca stia,
soprattutto, nel costante tentativo / impegno di trovare,
nel più profondo di una condizione esistenziale, sicuramente
non felice, il delicato e dolce suono delle parole e delle frasi. E per suono
intendo quella sonorità che, come per miracolo, ci è concessa per staccarci
momentaneamente dalla corposità degli oggetti ed elevarci alla loro leggerezza.
Parecchi i ritratti di
personaggi che riescono a parlare con il loro silenzio. Ritengo che la Nostra,
nel suo racconto prettamente realistico, di parole ricche di sonorità ne abbia versate e toccate
parecchie, come dire che è
stata capace di trasferire ai nostri
orecchi un po' di dis-incantata armonia, vera terapia dello spirito. E non solo
il Suo.
Seguendo il ritmo dei
Suoi racconti, che non stentano a
diventare fotogrammi, frammenti di vita, improvvisi flash, posso
dire di
aver camminato nei sentieri della Sua psiche, esplorandone i vari
passaggi.
Un'opera, la Sua,
assolutamente terapeutica. È da sottolineare,
inoltre, la complessa costruzione delle frasi
che rendono suggestivo il racconto nelle sue variopinte tematiche fantastiche e, nel contempo, realistiche e
contemporanee con tutti i suoi molteplici
richiami singolari.
Un testo
naturalisticamente poetico (da non dimenticare che Ella nasce autentica poeta), imbrigliato dentro
metafore che servono a distendere la
prosa dentro autorevoli parole che non sono affatto sfoghi innocenti, ma consapevoli conquiste,
assolutamente interiori.
Se a una certa musica
chiediamo che ci comunichi un qualcosa che sa di felicità sonora, se alla pittura chiediamo che ci
fornisca l'assolutizzazione della forma, alla letteratura chiediamo che,
attraverso le parole / frasi, ch'essa ci offre, si possa pervenire a quella "minuscola"
verità, al fine di interrogarci dentro
quali sentieri soffi il pensiero dei giorni che stiamo vivendo.
Il romanzo
/ poema di Ester Cecere arreca l'impronta di tale
verità. Manca poco e tutte le
domande, tutte quelle riflessioni, tutti
i soliloqui, tutte le suggestioni, nel
"germogliare" dello spirito ceceriano, potrebbero trovare una definitiva collocazione in quella
che potremmo definire "sistemazione filosofica".
Certo - pensò Rossella - (il
medico) non poteva perdere tempo, il tempo è denaro, specialmente per medici
come lui. E la nonna: Ricordati (Rossella), i figli sono solo delle
mamme, prima ancora che nascano.
Ma, per fortuna, un simile approdo non è
possibile per la Nostra, e non solo. Perché l'uomo, oggi,
non abbisogna di sistemi filosofici,
bensì di parole che parlino, scaturendo da quel
profondo silenzio prodotto da impossibili desideri di poeti, di artisti capaci di
mantenersi in equilibrio sulle strade del cammino
esistenziale. Equilibrio che li porti a guardare i fatti con armonia e
con tutta la serenità possibile.
Un lavoro di
pennellatura di immagini, di quadri, di concetti colorati da leggeri voli di farfalla. Un'opera che rappresenta l'
"anima", non solo della Cecere, ma anche, e soprattutto, della
letteratura contemporanea che, seppure
inquieta e intrisa della più inanimata tecnologia, è permeata, ancora di prosa
/ poesia. Di quella vera. Di quella che ci giunge da Istantanee di vita.
Un libro che risulta essere un appassionato
succedersi di idee e di fatti. Un racconto dove sensibilità,
passione, conoscenza umana si fondono
in Cecere con una sorta di magia.
Il romanzo / poesia, e
concludo, ha il suo epilogo con un elegante e commovente brano 'Itaca' che
compendia tutte le storie in esso contenute.
...Il nonno volse più
volte lo sguardo dal bimbo al cane. Si intuiva che il nipotino gli aveva
chiesto di portare con loro il cane e che egli avrebbe voluto accontentarlo, ma
era indeciso. E mentre il pescatore sostava pensieroso, cane e bambino
giocavano rincorrendosi sulla banchina. Osservando quella scena, il vecchio
pescatore sciolse ogni riserva e gridò qualcosa al nipotino che corse ad
abbracciarlo, e poi, raggiunta la cagnolina, la strinse forte a sé. Fu così che
'Itaca' venne adottata da una famiglia di
pescatori nell'isola di
cui portava il nome.
L'amica Ester,
raccontando, da brava artista, le varie
vicende umane, sovente simili a quelle da Lei stessa vissute, riesce a
coinvolgere pienamente il lettore nella Sua particolare sfera poetica.
Istantanee di vita si rivela quell'opera
letteraria della Vita e dell'Amore, dei sogni e della felicità che, con pagine
cariche di sentimenti e di sacrifici di personaggi comuni, viene a definirsi un
viaggio della e nella vita di Ester
Cecere.
Coincidenza o qualcosa
di più?
AD MELIORA ET MAIORA
SEMPER!
Vallecrosia, 25 luglio
2015 - ore 16,50
Prof. Francesco Mulè
(Poeta, critico
letterario, promotore culturale, fondatore e presidente del Circolo 'Smile' di
Vallecrosia, giornalista)
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