mercoledì 1 luglio 2015

MAURIZIO DONTE "ICARO, L'ULTIMO VOLO"

Icaro, l'ultimo volo

Dal colmo della torre aprii la vela
ed alto m'involai
sulle ali mie di penne e cera,
tese nel sole alla ricerca vana
dell'eternità a cui s'anela;
si stancò il giorno e venne sera
ed oltre l'orizzonte
s'aprì nell'infinito
ruotar dell'universo,
il ricercar di giovinezza nuova.
Tra le nuvole aperte in cielo stese
e le ombre scure della terra amara
salì nel vento, largo il divenire
e il silenzio discese sul riflesso
delle azzurre onde e delle spume in mare.
Fu quella la visione
del rapido mutar del mio destino
che nacque avverso: dell'ultimo grido
proteso verso quell'inconoscibile
veniente ed ombra fu l'anima morta
o sarà luce quello che ci attende
sull'estrema linea
che demarca il mio tempo
dal divenir futuro?
Cadranno i verbi, fuorché il solo Essere.
Oltre l'angoscia dell'oggi presente
viene forse l'Eterno,
quell'istante perfetto,
che per sé stesso dura?



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