Come
succede spesso leggendo una poesia di Nazario, si avvertono tutti gli influssi
sensoriali che l'autore compenetra nei versi, pregnanti di un vibrante pathos
empatico.
Le
poesie di Nazario hanno nell’incipit una parte importante della poesia,
infatti, giunge acuto il canto…
ci
offre il gancio per entrare subito nell’atmosfera, creando una sintonia
sensoriale con il lettore.
In
questa poesia c'è tutta la forza dell'estate che si distende nella campagna, e
il poeta legge con il cuore e tocca con le mani l’intensità che lo coinvolge, e
diviene il mezzo che traduce in versi di
alta valenza ritmica , musicalmente ben orchestrati. Si evince tanta passione
nel panismo avvolgente, intenso che guida il lettore,
attraverso sinergie di varia natura. L’amore per la terra è nell’essere
dell’uomo che anticipa l’azione del poeta, è nel suo esistere, nel legame
affievolito dagli impegni urbani, ma mai spezzato, semmai coltivato e
annaffiato da intime incursioni sensoriali.
gocce
di sangue disciolte
sui
fulvi vestiari
o
di latte
da
mammella divina...
e
i frutti maturi che la mano coglie ed assapora come se fosse latte. Come non
immaginare il sapore succulento dei fichi che maturano in questo mese.
Infine
nella quartina finale il poeta gioca le carte dell’ozio, magistralmente
anticipato dal verso che esalta la meditazione
...
sulle ore di una pigra clessidra...
L’arte
dell’ozio che ci porta all’ombra di un albero a raccontare storie mentre le
mani sapienti preparano le reste delle essenze che entreranno nella cucina nei
giorni invernali e ci daranno ancora i profumi
ricchi dell’estate.
Una
poesia che nutre, un esempio bello di stile armonico da cui apprendere.
Luglio
E mi giunge acuto il canto
di stridenti cicale
portato da brezze di sale
lente, affannate di calura
giù per la radura lucente;
mi trai nel solito stradone
tra spalliere bruciate,
contornate d’acre fragranza di grano,
e ancora i convolvoli agresti,
i sesami, i papaveri
sparsi dintorno:
gocce di sangue disciolte
sui fulvi vestiari
o di latte
da mammella divina cadute;
dondolìo di vespe
sulla tua fronte
tumida di sudore
sulle ore di una pigra clessidra.
Mi attendo paziente
uno spento languore
di fiori essiccati sulle reste
del tuo letale calore.
Il personaggio misterioso é proprio Luglio, stavolta cosi umanizzato da sembrare un contadino un po'affaticato. Eppure forte nella sua capacità di trascinare ("mi trai"). Eppure magico nella sua capacità di creare ancora atmosfere agresti e fuori dal tempo. Infatti il mondo contemporaneo tace con le sue strida. E un canto acuto di dolore e di preghiera laica forse ancora ci riscatta. Grazie jNazario.
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