Il SONNO DEL SENNO
Racconto di Natale
Edda Conte, collaboratrice di Lèucade |
Sopra un morbido sofà di seta blu, nel
profondo azzurro dei cieli, il Senno ama riposare quando, talvolta, lascia che gli uomini vivano attimi di spensieratezza.
Figlio del dio Buono il Senno è però
sempre attento e pronto a non mancare al suo compito di guida e
moderatore dell'umanità.
Ma un giorno la sorellastra, Follia, riesce a fargli bere un pozione magica che lo fa addormentare profondamente.
Ma un giorno la sorellastra, Follia, riesce a fargli bere un pozione magica che lo fa addormentare profondamente.
Nel sonno il Senno si
trasforma....lentamente perde le eteree sembianze e comincia a prendere
corpo...
Dorme e continua a dormire il Senno ,
mentre ogni cosa e ogni persona nel mondo impazza ....;
amori...morte...gioie e dolori....contrasti e odi in seno alla famiglia.....;
storie malsane si accompagnano ai giorni. E' il sonno della ragione, la parte
più pericolosa dell'uomo che prende a regnare sul mondo.
Senno, ormai creatura corporea,
prosegue il sonno malefico sul morbido sofà.....
Lo vede il dio Buono e si arrabbia con
lui; scaglia una potente saetta che rimbomba tra i monti e zigzaga paurosamente
nel cielo.
Grande è il terrore tra gli uomini, che
tuttavia non si abbandonano al pensiero della morte...
Sussulta Senno nel suo sonno magico
e si sveglia di soprassalto.
Non ha più ali leggere...scomparsa la
forma splendente e incorporea che gli ha sempre permesso di entrare nella
mente umana... Senno si guarda perplesso: ha gambe e braccia....un corpo
gravoso con impulsi e bisogni.
Con sorpresa e dolore prende coscienza
del suo nuovo essere.
A niente giova disperarsi! L'innata
sua qualità lo aiuta a riappropriarsi del divino sé, ahimè
materializzato!
Ormai immagine e corpo Senno
comincia a muovere i primi passi nel mondo.
Un mondo di tentazioni, confuso, caotico,
apparentemente felice, ma chiaramente dissennato. Come potrà con il suo
voluminoso corpo raggiungere la mente dell'uomo? di tutti gli
uomini?
Con bel sorriso e maniere accattivanti
Senno fa il suo primo approccio: si presenta agli anziani. Ma gli
anziani lo allontanano con indifferenza.
- Non abbiamo nessun bisogno di te-
dicono, e continuano a chiacchierare tra loro davanti al bicchiere
vuoto.
E cammina e cammina Senno....e parla e
parla in mezzo agli uomini dissennati.
Si sfinisce a parole giuste buone e
suadenti nel tentativo di farsi amico....ma tutti, uomini e donne, nella
loro spensieratezza , affermano di non conoscere nessun Senno...
-Se ne vada , da dove è venuto....
Passano le stagioni, la Natura
alterna i suoi cicli...
Il Piacere, il Vizio , la Violenza e ogni
altro figlio di Follia, continuano a folleggiare indisturbati nel
mondo.
Senno non si arrende nella sua ricerca.
Senno vuole credere che troverà almeno uno
tra gli uomini che gli aprirà la porta e lo ascolterà.
E cammina....e va....va avanti con quel
corpo ingombrante che non conosce ....
Già da tempo quel corpo gli è di
fastidioso ingombro, è un corpo di cui tutto ignora....e quel corpo prende a
indebolirsi.
Senno ha gli occhi sempre più accesi,
lucenti, azzurri come due zaffiri, una lunga barba bianca che gli scende
sul petto.
Un giorno, nel suo andare per il mondo si
imbatte in un gruppo di giovani, ragazzi e ragazze, allegramente
seminudi.....vociando tutti insieme si avviano alla spiaggia. Senno è
quasi sfinito dall'afa , la stanchezza e il digiuno. Quasi senza accorgersene
segue la comitiva.
Ecco il mare, la spiaggia, le onde fresche
e fragorose....la compagnia allegra intorno ad un pranzo quasi
miracolosamente uscito da borse e zaini.....
Un'atmosfera coinvolgente.!
Tutto guarda, Senno, e prova una
sensazione sconosciuta che nasce in mezzo a quel corpo grande non suo. E' un
languore che sa di dolore.
Tra quei giovani seduti a gambe
incrociate sulla sabbia uno dice qualcosa...tutti gli altri ridono con
clamorose risate e lo segnano a dito...
-Babbo Natale...., hai perso la
strada...sei in anticipo. Mancano ancora mesi al Natale..- e tutti giù a
sghignazzare.
Senno timidamente si
avvicina....qualcuno gli ficca in bocca qualcosa. Poi subito un
altro....e un altro... Risate a crepapelle !
Gli fanno bere anche il vino e altro...
Una ragazza gli tasta la pancia
piena, allora ride anche lui...e mangia e beve fino a scoppiare.
Più tardi il sole tramonta, la
spiaggia si spopola, i giovani scompaiono.
Il corpo di Senno è accasciato sulla
battigia , disfatto e bagnato , chiaramente sofferente , forse ubriaco.
Viene in aiuto la cugina Fantasia ,
che ha pietà di lui , e senza essere vista gli soffia all'orecchio parole
leggere, leggere come le ali che Senno aveva prima di materializzarsi......
............
Cosa mai avrà sussurrato Fantasia
all'orecchio di Senno?
Non ci è dato saperlo, ma siamo fiduciosi
nel Bene ,e lasciamo che Senno si riprenda e continui la sua ricerca, quasi una
missione di pace che il dio Buono gli affida per salvare l'umanità.
.............
Epilogo
In una piccola scuola di paese gli alunni
circondano la cattedra dove la Maestra ha preparato tante tessere
colorate per allestire il puzzle di Natale. Saranno tappezzate le pareti ,
anche i vetri stessi delle finestre, a rallegrare i passanti quando la scuola
sarà chiusa per le vacanze natalizie.
Sembrano tanti pulcini a pigolare
intorno alla chioccia.....è una scena di grande tenerezza che non si
vedeva da tempo.....
Sorride la Maestra, contenta di un
riacquistato piacere nel lavoro..
Per questo suo lavoro ha risvegliato
antichi ricordi dal suo passato..:
La "letterina " che ogni
maestra faceva scrivere ai bambini per Babbo Natale, con la richiesta dei
doni e la promessa di essere sempre buono....
l'addobbo dell'abete, là, in un angolo
dell'aula, vicino alla lavagna, perché tutti gli scolari potessero vederlo....e
l'ultimo giorno di scuola....
i genitori contenti venuti a salutare la
Maestra, qualcuno con un piccolo dono tra le mani...le vocette squillanti
che gridavano - addio, signora Maestra, Buon Natale!-
- .....la notte di Natale ci vedremo
tutti alla Messa... tutti insieme eh!
Il vocio allegro intorno alla cattedra continua, il lavoro di collage va
avanti......
.........
La Notte di Natale, dietro l'Altare,
l'eterea immagine di Senno risplende.... risplendono le ali che il dio Buono
gli ha nuovamente donato, per raggiungere tutti quegli uomini che ancora non
hanno ritrovato il Senno.
Edda Conte (2019)
Con parole lievi ed alate, ma particolarmente incisive, qui si raggiunge la potenza del mito. E' una fiaba nuova, questa di Edda Conte, dove si adombra una conoscenza antica. La Ragione ha sempre due strade davanti a sé e si trova sempre ad un bivio. Può imboccare la via della Saggezza o quella della Follia, quella della Verità o quella dell'Oblio. A lei e solo a lei la scelta. Mi complimento con la scrittrice.
RispondiEliminaFranco Campegiani
RICEVO E PUBBLICO
RispondiEliminaNorberto Bobbio in un suo aforisma afferma che il “Senno” non è un lume, ma solamente un lumicino e che non abbiamo altro per procedere in mezzo alle tenebre.
L’uomo “Pseudo Sapiens” sta rendendo queste tenebre sempre più fitte avendo prodotto nll’ecosistema, nel corso degli ultimi 200 anni, danni in quantità enormemente maggiore di quanto procurato dalla notte dei tempi.
E’ pur vero che ogni fase evolutiva comporta inevitabilmente situazioni miste a rischio, ma se questi sono tali da condurre verso il baratro del nulla, allora è auspicabile invertire la rotta verso nuovi approdi più congeniali, nel rispetto del dono della vita e nella speranza di un domani accettabile, evitando, per quanto possibile, di raggiungere il cosiddetto“Punto di non ritorno.”
Ho letto con particolare attenzione il racconto a cui l’Autrice ha dato l’emblematico titolo “Il Sonno del “Senno” e nel quale denunzia allegoricamente, tra le righe, l’inerzia nel risolvere, o quantomeno limitare, le problematiche esistenziali che minacciano l’uomo nel suo habitat.
Con la maestria di scrittrice, a lei congeniale, la Nostra ha sviluppato questa tematica con dovizia e linearità espositiva.
Meditazione è stata la reazione alla sua lettura, e l’emozione, soprattutto, ha toccato la corda del mio sentire.
Sono certo che così sarà anche per tutti coloro che leggeranno il racconto, in quanto si rispecchieranno negli stessi concetti espressi della scrittrice.
Il “Senno” che si annulla conduce l’uomo all’allontanamento di tutti quei principi e valori che dovrebbero accompagnarlo, quasi per mano, lungo il sentiero, seppur erto, del suo esistere.
L’uomo critica spesso il sistema che lui stesso sta deturpando, ma pare, in effetti, faccia poco o niente, per modificarlo o quantomeno ridurre gli effetti negativi di una situazione contingente che in ogni settore dell’umana sopravvivenza sta dirigendosi verso un catastrofico, non lontano, epilogo.
In tutto ciò, ben augurante la conclusione che la Nostra affida al suo racconto dove la Speranza, nel connubio con il Bene e la Fantasia, rigetti tentazioni, vizio, saccenza, violenza, ipocrisia, follia e consenta che il “Senno” si risvegli dall’incoerenza e riprenda il cammino della sua naturale missione.
Mi complimento con Edda che fa volare il suo immaginifico pensiero ed affascina il lettore con il profumo di metafore di grande valore significativo dai contenuti umani profondi che riescono a trasmettere palpiti di emozioni.
Gentilissima Edda, con la mia stima incondizionata, ti ringrazio per far parte dei miei sogni.
Lino D’Amico Beinasco - 18/11/2019
RispondiEliminaHa forte sapore di fiaba questa storia che Edda Conte confeziona incedendo tra reale e surreale, tra verità e fantasia; e che ben dice le difficoltà in cui si imbatte il Senno (oggetto di maleficio da parte di Follia, che gli fa perdere le ali e lo sprofonda in un lungo sonno, personificandolo poi e gravandolo di un corpo pesante) nell’esercizio della sua missione che è di indurre gli uomini a vivere una vita più degna e rispondente alle caratteristiche dell’essere umano, prime tra tutte l’intelligenza e la saggezza. La vicenda si risolve in un messaggio di speranza: se gli adulti sono indifferenti ai tentativi del Senno (o “di Senno”, intendendo il nome comune come proprio) un po’ “fuori forma” per ricondurli sulla via dell’assennatezza, ci penseranno - eccola la morale!- i bambini, quelli che si stringono intorno alla Maestra come pulcini intorno alla chioccia (senza dunque lasciarsi sviare -come gli adulti- da scelte inconsulte) a prefigurare un futuro certamente migliore del presente. Però ... se la Follia non ci avesse messo lo zampino ...
Ma infine la vicenda finisce bene, perché Senno (cioè il senno) recupera le ali e il suo ruolo di regolatore delle passioni: sicché agli occhi del lettore si squaderna una visione finale sostanzialmente ottimistica, o almeno fidente, della vita.
Pasquale Balestriere
RispondiEliminaApprezzo molto questi commenti positivi nei confronti del mio racconto e in definitiva del genere di scrittura che da sempre mi attrae e da tempo coltivo. Sono anche grata a chi mi suggerisce di proseguire su questa linea, perché ciò è segno di interesse oltre che di apprezzamento.
Ringrazio pertanto Franco Campegiani, l'amico Lino D'Amico e soprattutto Pasquale Balestriere per i suoi utili suggerimenti.
In particolare ringrazio, qui, Marco dei Ferrari per la sua ampia ed interessante lettura analitica , pubblicata a parte su questo stesso blog.
Riconoscente, come sempre, verso Nazario che gentilmente e prontamente mi accoglie sull'Isola della Poesia.
Edda Conte.