MARIA LUISA DANIELE TOFFANIN CON I RAGAZZI PREMIATI |
INTERVENTO DEL SINDACO |
SALA |
QUALCOSA DI NUOVO È ACCADUTO A ROCCA
PIERA LEVI-MONTALCINI E IL SINDACO ANDREA BERNARDIN |
Domenica 6 ottobre 2019 alle ore 11,
mentre la Val Pettorina risuonava del rombo delle auto di grossa cilindrata
partecipanti al Dolomiti Street, in controcanto al teatro El Teaz di
Rocca Pietore, reso accogliente da Michela Da Pian, si faceva cultura, anzi
solidarietà culturale: si premiavano i progetti dei giovani, residenti nel
Comune, vincitori di quattro borse di studio in riferimento al progetto
“Insieme per Rocca”. A Sara Darman, universitaria, la borsa di studio di 1.000
euro per il “Recupero del villaggio abbandonato di Vallier ristrutturandolo a
museo”, con la motivazione: “Lavoro svolto in modo completo ed esauriente sia
dal punto di vista contenutistico-tecnico, sia dal punto di vista del supporto
grafico e documentale. Progetto estremamente realistico e applicabile”. Le tre
borse di studio di 500 euro sono state assegnate a Beatrice Maria Colleselli,
Istituto Follador, per il “Progetto zona acqua solforosa a Saviner di Laste”,
con la motivazione: “Progetto molto specifico ma anche ben motivato e
sufficientemente dettagliato”; a Patrizia Ballis, Istituto Follador, per il
filmato “La mia Valle dopo il Vaia”, con la motivazione: “Ottima ed originale
l’idea di utilizzare il filmato come supporto di presentazione. Il filmato è
curato e le proposte sono realistiche”; a Daniel Daurù, Istituto Follador, per
il power point “Il mio progetto focalizzato sulla Val Pettorina”, con la
motivazione: “Molto curata la presentazione e apprezzabile la scelta delle
foto. È una brochure originale e sentita in cui si descrivono le
caratteristiche della Valle. Le didascalie delle foto sono ricche e
personalizzate”.
Anche agli altri partecipanti, Cecilia
De Dorigo, Sofia Polito e Verena De Grandi, un dono-ricordo per l’impegno
dimostrato nelle loro proposte e per il grande amore verso la propria terra, in
cui vorrebbero continuare a vivere partecipando alla sua rinascita. Le
motivazioni sono state redatte dalla giuria composta da Maria Luisa Daniele
Toffanin, autrice della silloge poetica “La casa in mezzo al prato” e ideatrice
dell’iniziativa, Massimo Toffanin presidente dell’Associazione Centro Studi
onorevole Sebastiano Schiavon, Marco Toffanin fondatore di Opes Risorse, Piera
Levi-Montalcini presidente dell’Associazione Levi-Montalcini, Mario Richter
prefatore del libro, Stefano Valentini
editore e Andrea De Bernardin, astenutosi dalla votazione poiché, in quanto
sindaco, conosceva personalmente i concorrenti. I membri della giuria, insieme
all’erboristeria Serapiom della famiglia Collesei, hanno sostenuto
materialmente l’autrice, che ha devoluto il ricavato della vendita del libro,
memoria umana-paesaggistica di Rocca e delle sue tradizioni ladine, per le
borse di studio.
La cerimonia si è svolta in un’atmosfera
di grande stupore, anzi quasi di miracolo perché tutti, o quasi, credevano che
questa delle borse di studio fosse solo una fola echeggiata nel vento a
Boscoverde. In realtà è avvenuto davvero un miracolo grazie all’azione di tanti
rocchesi, e di altri abitanti di luoghi vicini o lontani, che hanno operato
insieme per la buona riuscita del progetto: Mario Baldissera, Erika Pianezze,
Amalia e Pellegrino Nesello, Loretta e Alessandro De Grandi, Romana De Valier,
Ignazio Ballis, don Simone Ballis, don Franco, Sabrina Fersuoch, Gabriele
Zanvit, Sabrina e Martina Soppera, Franco Piacentini da Feltre, Alessandro
Pozzo da Bellinzago; con loro l’Associazione Bellunesi nel Mondo, Luxottica, il
Centro Ladino di Colle Santa Lucia, la parrocchia padovana di San Francesco, il
comune di Ponte San Nicolò e il Cenacolo di Poesia di Praglia. In molti erano presenti e dimostravano il loro
entusiasmo per l’opera realizzata e per il grande miracolo: un libro di
poesia-memoria è divenuto amalgama fra persone vicine e lontane, strette nel
ricordo di un passato felice e nella fiducia in giorni nuovi di rinascita, con
una speranza inattesa nelle proposte creative dei giovani.
Un’ora intensa, con i giurati al tavolo
della premiazione e Massimo Toffanin a salutare gli ospiti intervenuti: Teresa
Schena con il marito, Dario Vallata, Ballis di Col di Rocca, Tiziana De Vallier
dell’Albe, Franca e Danilo, Adriana e Nereo e altri. Di lato il piccolo
Alessandro, rappresentante della quarta generazione del Prà del Toro, ascoltava
il padre Marco Toffanin mentre presentava i relatori e conduceva l’incontro con
piglio, sicurezza e una certa dose di ironia, senza negarsi momenti di emozione
per i legami affettivi con questi luoghi sempre amati. Il sindaco Andrea De
Bernardin era all’inizio reticente a parlare ancora dell’uragano Vaia e della
conseguente devastazione, ma un po’ alla volta, incitato anche da Piera
Levi-Montalcini, ha ricordato le difficoltà vissute dal territorio, anche in
zona Boscoverde, dimostrandosi in tutta la sua umanità entusiasta della
scoperta di queste energie giovani come risorse per valorizzare la valle,
spendendo parole di apprezzamento per l’iniziativa e per la poesia. L’editore
Stefano Valentini ha brevemente presentato il libro nella sua struttura e nei
vari aspetti lirici, storici e affettivi, rimarcando come i testi rappresentino
vari momenti emotivi dal 1995 al 2018 e come soltanto una poesia sia stata
aggiunta successivamente, come memoria del Vaia. La silloge, che doveva essere
inizialmente un dono agli operatori e alla comunità così provata, è diventato
poi, come si sa, motivo di impegno e diffusione in varie presentazioni, proprio
per sostenere le borse di studio, creando una rete di intrecci umani con Ponte
delle Alpi, Ponte San Nicolò, Piazzola sul Brenta, Padova, Praglia, Abano
Terme. Anche la lettura di alcune poesie ha suscitato l’entusiasmo dei
presenti. L’autrice, a sua volta, ha evidenziato il “passaggio del testimone”
avvenuto tra Pra’ del Toro, la stessa comunità montana, il mondo degli
albergatori e altri operatori turistici, come suggerito anche nella sua opera
dove si avverte il forte e rassicurante legame di amicizia tra i “foresti” e la
gente di Rocca. Dalle poesie nasce così, con i presenti, una conversazione
quasi familiare, sull’onda di un vissuto comune intessuto di ricordi. Anche
Piera Levi-Montalcini, presidente dell’associazione il cui logo afferma “il
futuro ai giovani”, ha sottolineato l’importanza di valorizzare i ragazzi, di
aiutarli a realizzare i propri progetti in questo momento di difficoltà,
trasformando l’esperienza dolorosa in un incentivo a rinnovarsi. All’unanimità,
i relatori propongono una serata estiva dedicata ai progetti dei giovani, con
vivo consenso del sindaco. Nella sala di El Teaz, ormai riscaldata nel cuore,
lo stupore si è trasformato in senso di gratitudine per questa impresa nuova,
di cui finalmente sono stati protagonisti i giovani. Una foto ricordo in pieno
sole, allo scampanio di mezzogiorno, ha suggellato l’evento.
Gli ultimi saluti affettuosi con il
sindaco, Loretta De Grandi, Alessandro e i suoi doni ladini, Tiziana De
Vallier, i genitori dei ragazzi, Mario e Pellegrino con la promessa di uno
strudel, gli amici del Prà del Toro, Luigi e Lorena Gomirato, appassionati di
poesia, dicono che qualcosa di nuovo è accaduto a Rocca Pietore. Vogliamo
concludere con un grazie particolare a don Franco Decima, per averci accolto
nel bollettino parrocchiale della Val Pettorina.
IL ROMANZO DI TOFFANIN FA
RINASCERE ROCCA PIETORE
Da Padova all’Alto Agordino, fra cultura e
solidarietà. La letteratura, insomma, al servizio di un nobile scopo. E quindi,
ecco, dalla “Casa in mezzo al prato”, della poetessa e narratrice padovana
Maria Luisa Daniele Toffanin, scaturire un’azione concreta, palpabile, cioè la
realizzazione di una somma per finanziare borse di studio per studenti dopo il
tremendo nubifragio di un anno fa.
L’autrice, che ha casa in Val Pettorina, e lì
da quarant’anni trascorre le vacanze con la famiglia, aveva scritto quel libro
fra presente, passato e, soprattutto, con amore per quell’angolo dell’Alto
Agordino che si chiama Rocca Pietore. L’evento calamitoso l’aveva indotta a un
significativo atto di solidarietà: destinare l’incasso dalla vendita del libro
per progetti dei giovani di Rocca Pietore. Ecco dunque il risultato. Per gli
studenti universitari, borsa di studio di mille euro a Sara Darman per il
progetto “Recupero
del villaggio abbandonato di Vallier ristrutturandolo a museo”. Per gli
studenti delle scuole secondarie di secondo grado, borsa di studio di 500 euro
a Beatrice Maria Colleselli, per il “Progetto zona acqua solforosa Saviner di
Laste”; borsa di studio di 500 euro a Patrizia Ballis per il progetto (video)
“La mia Valle dopo il Vaia”; borsa di studio di 500 euro a Daniel Daurù per il
progetto (in power point) “Il mio progetto focalizzato sulla val Pettorina”.
Agli altri partecipanti, Cecilia De Dorigo (università), Sofia Polito e Verena
De Grandi (scuola secondaria di secondo grado) è stato dato un dono-ricordo per
il loro impegno, dal momento che ogni progetto rivelava una proposta
interessante, ma pure un grande amore per la propria terra in cui vorrebbero continuare
a vivere partecipando alla sua rinascita.
Così, “La casa in mezzo al prato”, fra poesia e
memoria, è diventato “amalgama fra persone vicine e lontane strette nel ricordo
di un passato felice e nella fiducia di giorni nuovi di rinascita”, come sottolineato
dalla stessa autrice nel corso del conferimento delle borse di studio a Rocca
Pietore, presenti fra gli altri, il sindaco Andrea De Bernardin, Piera
Levi-Montalcini, presidente dell’associazione omonima di Torino, l’editore
Stefano Valentini, Marco Toffanin fondatore di Opes Risorse e Massimo Toffanin
presidente del Centro Studi Onorevole Sebastiano Schiavon.
Giovanni Lugaresi
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