Franca Maschio
SENTIMENTO E INCISIVITÀ
Guido Miano Editore, 2019
mianoposta@gmail.com
Sentimento e
incisività: un’opera
che raffigura il meglio della produzione dell’artista veneta
trapiantata
nel capoluogo lombardo. Questa antologia pittorica dedicata a Franca Maschio
è suddivisa col criterio dei soggetti rappresentati, e così abbiamo: animali, chiese e funzioni religiose, children,
gruppi di persone, manichini, paesaggi, ritratti e personaggi.
La prima, più immediata e quindi semplice impressione che mi ha colto
sfogliando il libro d’arte è stata quella di pensare ad una pittura politematica,
quindi ricca di motivi ispiratori, volendo tradurre sulla tela diversi spaccati
di realtà e non limitarsi ad un’unica angolazione e prospettiva. Appena dopo mi
ha colpito il realismo coloristico della pittrice: le figure sono talvolta
sfumate, metaforiche o datate, mentre l’aspetto cromatico è di stampo verista,
ovvero raffigurante l’oggettività di ciò che appare. In terza istanza mi pare
di aver trovato taluni apparentamenti stilistici. Senza utilizzare la tecnica
divisionista la “Mucca al pascolo” mi rimanda ad un soggetto di Segantini,
mentre “Le
pannocchie”
possono richiamare un po’ le suggestioni di un Fattori. I “children” hanno
le anatomie delle teste ingrandite, dilatazione che potrebbe riportare alle
famose donne di Botero.
I “gruppi di persone” sono quelli che più si avvicinano alle sfumature
impressionistiche, mentre i manichini sembrano veri, quindi trovo in essi
tracce di metafisica pittorica. Tutti i paesaggi sono molto solari e forse le opere
più personali della pittrice, perché sa rendere l’atmosfera rarefatta e impalpabile
dello sguardo poetico. “Maria”, la madre di Gesù, è fuori da ogni canone sacrale,
quindi interessante per la sua laicità candida e atemporale. “Mio marito” emana un
contrasto fra il volto luminoso, chiaro e lo sfondo buio, tetro - come l’abito
- quasi a significare l’anima bella dello sposo. Nelle raffigurazioni dei ‘Gruppi
di persone’ emerge una coralità sociale che richiama l’importanza del valore
comunitario per la pittrice. Infatti anche i titoli dei quadri riportano alla
nostalgia della terra d’Abruzzo e del vivere antico: “Ritrovarsi”,
“Ballerine”, “Al ritorno dai campi”, “Ricordi, Maiella”, “I suonatori di Sora”, “Gente di paese”,
“Fagiolata”…
Sia in questo gruppo di opere che in quello denominato ‘Paesaggi’ sono
assenti soggetti relativi alle metropoli, alle città, ovvero alla civiltà
consumistica, mentre dominano i paesaggi agresti e marini: “Casolare di campagna”,
“Grado”,
“I trabocchi”,
“Ochette e
contadino”, “Paesaggio al sole, “Laguna sarda”, “Mare verde”,
“Paesetto in
collina”, “La risacca”… Nonostante quindi la sua
residenza milanese nella pittrice è rimasto nella memoria un retaggio di
immagini legate alla natura, all’Italia agreste, all’idilliaco mondo delle serene
visioni del mondo contadino, con la rimozione del progresso tecnologico che ha
rotto l’incanto dei silenzi e le magie della nostra penisola collinare,
revocabile solo nel sogno e, appunto, nell’arte.
Enzo Concardi
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