Bruna
Cicala. Tra dune di lava antica.
Associazione “I rumori dell’anima”.
2015. Roma.
Bruna
Cicala. Tra rovi e pietre preziose.
Associazione “I rumori dell’anima”.
2017. Roma.
Mi
sono giunti oggi 21 ottobre due testi di Bruna Cicala, editati per i caratteri
di Associazione I rumorii dell’anima, di Roma. Due testi eleganti, ben fatti,
per copertina (Donna in ombra di Orlando Cristiani, il primo, e particolare da
Il rovo e le parole di Tommaso Pantuso,
il secondo), quarta, veste grafica, impaginazione. Prevale una introspezione
dell’autrice sull’esistere, la vita, le meditazioni, il mistero, i labirinti
dell’ignoto. Il tempo ed il suo fluire segnano una tappa fondamentale nel
percorso poematico, e il tutto sembra parlarci della precarietà dell’esistere e
della futilità del tempo che segna la nostra presenza terrena: “… Niente sarà
come prima/ con l’urlo della terra/ e la pelle tra i ghiacciai/nella notte scura” (Fragile nella notte scura). Ma
è la vita con ogni suo mistero, con
ogni suo imperscrutabile evento, che fa da fil rouge nel dispiegarsi della narrazione: saudade, memoriale, repêchage
di accadimenti determinanti di una storia,
stagioni, onirici élans verso
orizzonti di libertà infinite. La corsa dell’uomo contemporaneo intrappolato in una società liquida e omologata
rattrista la poetessa: “Siamo in corsa/prigionieri,/ ostinati controvento/ senza andare oltre la
riva…” (Il tempo non ha tempo). Una riva oltre la quale l’autrice vorrebbe
allungare lo sguardo per oltrepassare il limen entro cui è condizionato il suo essere. Poi eros, thanatos, l’assenza, Sfumata
realtà, Sirena. Ogni palpito si affaccia alla scena lasciando segni indelebili:
“… e non c’è mattino che nasce che non inizi con te,/ e nessuna luna che muore”
(Per te); “Sei venuto questa notte:/ ho sentito il passo lieve/ e il calore del
tuo fiato/ tra le trame del lenzuolo…” (Assenza);
“… L’estasi sale nel sogno sognato/ dove tutto diventa reale/ dove niente è
peccato” (Sfumata realtà); “… Ti seduce col canto/vagheggiando sirena./ Poi
sorniona ti affonda.” (Sirena).
Due
libri che affondano l’indice in un poetare snello, audace, vitale, significante
e dove la vita si dispiega totale e plurale con tutte le sue contrapposizioni
di luci e di ombre. Ed è proprio dalla simbiotica fusione delle antitesi che
nasce la fluente e melodiosa poesia di Bruna Cicala. Sì, luci ed ombre, giorno
e notte, freddo e caldo, realtà e sogno, Tra rovi e pietre preziose. E’ lì che
il sogno si consuma; in mezzo ad una natura non sempre agevole, corrispondente,
propizia, ma disposta a concretizzare gli empiti emotivi che si susseguono con
eleganza e spontaneità. E’ il mare che meglio rappresenta, con la sua
profondità e la sua inquietudine, l’animo della poetessa: “… Mare aperto
sepolcrale/ sprofondato negli abissi/ di speranza rese vane./ Mare amaro nelle
pieghe, oggi svisceri il tuo canto” (Maree). Un tessuto poetico che avvalendosi
di figure retoriche calde ed appropriate (metafore, sinestesie, paronomasia,
assonanze, rime…) si snocciola su uno spartito ove i versi alternano le loro
misure: a estensioni ipermetriche di
raddoppiamento di senari (Di schegge e di stille si avvince la notte…) seguono
accessori di effetto contrattivo ed estensivo, sempre per reificare la passione
di un animo sciolto in poesia. E il tutto verte con padronanza verbale e corrispondenze fonetiche verso l’amore per il
canto e la vita che come Ninfea danza nei giardini del tempo:
Non
nasconderti Ninfa
tra
paludi stagnanti
per
vergogne sfrontate di altri,
allarga
la veste di cera
e
danza sull’acqua,
leggiadra
e immota nel tempo.
Per
quel dio che ami ogni giorno
non
occorre morire ogni notte.
Un
invito a viverla intensamente, con ogni nostro apporto, anche sognando, dacché
il sogno ne fa parte. Non occorre morire ogni notte, afferma Bruna Cicala, in questa ultima lirica del secondo
testo, dove raggiunge vette di alto lirismo autobiografico, forse perché qui
più che altrove parla in maniera simbolica del suo mondo e della sua sorte.
Nazario
Pardini
Lasciata sedimentare l'emozione, riesco finalmente a commentare su questo autorevole blog.
RispondiEliminaNon voglio usare la solita classica -doverosa - onorata della sua lettura.
Raramente ho trovato una corrispondenza al mio sentire espresso sulla carta dell'anima così come il Prof. Nazario Pardini ha fatto con generosità infinita e spontanea. Semplicemente, grazie!
Il professor Nazario si esprime se ci crede, ed ha creduto nei tuoi componimenti così musicali e così pregni di vita
RispondiElimina🌹
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