Ecclesia col mio spirito,
dal campo degli sterpi
mi benedice un cielo annuvolato
tiepido di vicina tenerezza.
Non ho bisogno di altro,
mi basta solo l' arruffato coro
di questo stormo impiccione di passeri
e a compagno un lacerto
che in dubbiosa difesa
mi fissa dove in ruvida navata
s'intreccia il cespuglio di more.
E' tempo strano,
giorni insoliti che pescano dentro
nebulose paure e ti ci impiccano.
C'è bisogno del cielo più che mai;
non servono parole
basta uno sguardo e ci capiamo al volo.
Officiante il lacerto;
e lo consacra uno squarcio di sole.
AURORA
Sboccia la luce
sui colli irti di rovi e di canneti,
sopra gli argini spogli, i campi riarsi
dove in silenzio si scioglie la luna.
E' libertà respirare quest'ora
senza impicci di maschere
cui ci costringe un tempo così strano.
Laggiù, sull'orizzonte,
dalle opache correnti del canale
Cerboli sale tra purpurei veli,
e l'Elba scruta nei profondi pozzi
che conoscono il ritmo della vita
e il fiato della morte.
Passa la nave scivolando lenta
come un sogno sull'acqua,
un brividio di rose abbassa il cielo
che poco fa sopra la mia terrazza
si alzava puro e carico di stelle.
Né voce né rumore di maree
e la mia solitudine è perfetta,
qui dove il mondo è semplice e mi accoglie
senza fare domande.
Cara Lidia
RispondiEliminaBellissime queste due liriche che contrappongono entrambe la bellezza della natura e della libertà alla difficoltà dei tempi che stiamo vivendo.
"È tempo strano, giorni insoliti che pescano dentro nebulose paure e ti ci impiccano". È la fotografia perfetta dei nostri giorni sospesi.
Giustamente invochi che "C' è bisogno del cielo più che mai".
E in "Aurora" torna il fascino e la pace della luce che "sboccia" mentre "in silenzio si scioglie la luna".
E di nuovo il contrasto con la realtà "È libertà respirare quest'ora senza impicci di maschere cui ci costringe un tempo così strano".
Congratulazioni a te e un caro saluto al nostro Condottiero che ci permette di incontrarci.
Loredana D'Alfonso
Il nostro condottiero :-) espressione perfetta per definire il più grande dei marinai approdati in Lèucade. L'ammirazione e l'affetto per lui unisce tutti noi ospiti dell'isola. Grazie per le tue belle parole cara amica :-)
RispondiEliminaAh, Lidia mia, leggendoti si respira il tempo desiderato, si ha la sensazione lieve e intensa di riprendersi la vita, almeno nel rapporto con la natura. La tua Ode al cielo mi ha stordita. Ero lì, accanto a te e leggevo in quel mare capovolto - so che è il contrario, ma concedimi questa deviazione - interrotto solo dal coro dei passeri, dal cespuglio di more, il tuo anelito alla libertà, la sola possibile. Leggevo la volta celeste con te, in quei versi cristallini, che onorano il metro classico, lo rendono potente, attuale, miracoloso, e avvertivo sulla pelle brividi di gratitudine per un'amica e una Poetessa che sa condividere con tanta Arte le sue contemplazioni. L'Ode ha una chiusa sublime nella sua purezza:
RispondiElimina"Officiante il lacerto;
e lo consacra uno squarcio di sole"
Hai ragione, Lidia cara, ci è dato andare avanti solo così, resistendo e creando, come ha sottolineato Loredana, questa alleanza con le creature poetiche della natura, madre - benigna. Descrivi l'utero del mondo che partorisce la sua aurora con espressioni che trafiggono, proprio come quella 'luna che si scioglie', ha trafitto la notte. In una terzina racconti la storia che siamo costretti a indossare e la sublimi tramite la forza dei versi:
"E' libertà respirare quest'ora
senza impicci di maschere
cui ci costringe un tempo così strano"
Il tema della libertà ti è caro, lo è a ognuno di noi, almeno agli esseri pensanti, ed evochi versi di leopardiana memoria con un talento che è luce! Grazie di tutto. Ti stringo al cuore!