Marina
Caracciolo. Verso lontani orizzonti.
L’itinerario lirico di Imperia Tognacci. Bastogi Libri. 2020
La
scrittrice Imperia Tognacci si presenta sulla scena letteraria con un nuovo testo critico stilato dalla
inconfondibile magia perlustrativa di Marina Caracciolo che ne mette in risalto
le peculiarità contenutistico formali e soprattutto la camaleontica
adattabilità linguistica ad ogni genere letterario: narrativo, poetico,
saggistico… Già il titolo VERSO LONTANI
ORIZZONTI, L’itinerario lirico di Imperia Tognacci, ci mette in viaggio
verso la degustazione di un’opera folta, 80 pagine, dandoci una netta visione
della pluralità creativa di un’autrice che sforna scritti di polisemica e
proteiforme valenza scritturale. Sta qui, in questa dedizione alla parola
scritta, alla conoscenza, alla saggia e sapiente ricognizione culturale la
vita, l’intera vita, di questa nostra amica che ogni volta ci sorprende di più;
sta nella sua dedizione alla ricerca filologica e umana, e nel suo dono a noi
lettori per i profondi scritti di cui ci arricchisce. Un testo pubblicato per i
caratteri di Bastogi Libri, ben fatto, per caratteri, impaginazione, veste
grafica; per copertina che bene si addice con il paesaggio di illimitati
orizzonti (Gaspar David Friederich 1810-1811) alla figura sempre in movimento,
della Nostra, verso confini senza limitazioni. La Caracciolo prende per mano,
si accolla tutta la produzione della Tognacci, indagandola sotto i diversi
aspetti, dandoci così una visione netta e pulita, valente e plurale di questa
nostra amica e soprattutto della sua vèrve esplorativa, del suo canto lirico,
della sua prosa articolata e fluente e dei messaggi degli scrittori che hanno
avuto l’occasione di scrivere di lei. Ma quello che salta da subito agli occhi
e alla mente, ictu oculi, è la grande professionalità e il grande impegno con
cui la Tognacci si prepara per onorare i suoi scritti, è sufficiente
leggere le sue pagine sul Pascoli per
renderci conto della fluidità del
discorso, della scioltezza dei sentimenti, della struttura poetica che Ella sa
raggiungere col suo paratattico
messaggio umano, non è di certo azzardato definirlo poesia su poesia: certe
pagine fanno venire i brividi, e ci dicono ampiamente di come la scrittrice
vive e rielabora, pensa e medita, gusta ed esprime dopo un lungo cammino di
studio e preparazione. Non esiste in lei un argomento che non abbia avuto la
dovuta attenzione epistemologica, la dovuta cura formale, il dovuto e attento
spazio cognitivo. Opere le sue che hanno e avranno un grande spazio
nell’utilizzo del materiale a fini di studi monografici e scientifico-critici. La
Caracciolo, in questo suo impegno di diffusione letteraria, compie una lettura
degna del suo nome. Uno scritto di valenza contenutistica e specificità
umanistica che fin dall’esergo in settima ci imbarca in rotta verso un’isola
dagli ampi orizzonti marini. “Attraverserò
di me,/ le segrete stanze. Tenterò/un volo oltre il vicino orizzonte/
verso l’aperto cielo.”. Questo è il destino della Tognacci: volare con gli uccelli
nell’azzurrità del cielo, portandosi dietro le cose più preziose dell’umanità;
volare e leggere poesie dall’alto, d’en haut, par dessus le toit, come direbbe
Verlaine, riflettendo sulla sua vita di spazi ristretti, dove si sente il
bisogno di varcare gli orizzonti. Ma veniamo agli argomenti che la Caracciolo
sviscera uno dopo l’altro in questo prezioso volume, sottoponendoli alla nostra
attenzione: dopo una nutrita nota introduttiva si passa al testo che dà fuoco
alle micce: Traiettoria di uno stelo,
di cui non è di certo vano riportare una pericope: “Dopo un primo timido approccio alla scrittura poetica negli
anni Novanta con la raccolta Tra sogno e
realtà, una silloge edita in pochi esemplari e destinata più che altro a
una circolazione privata, Imperia comincia
ad affermarsi in modo significativo all’inizio del nuovo millennio con il
poemetto in cinque parti dal titolo Traiettoria
di uno stelo, primo prezioso libriccino di poco più di cinquanta pagine,
uscito nel 2001, che si fregia della partecipe e lusinghiera prefazione di
Francesco Fiumara…”. Per passare al secondo capitolo che porta il titolo di un
altro importante poemetto della Tognacci: “La
notte di Getsemani”, di dieci brani, uscito nell’ottobre del 2004, un altro
tema fondamentale della sua poetica, il sentimento religioso, dove l’autrice
rappresenta in forma lirica il momento più drammatico della vita del Cristo. Nel
terzo capitolo Natale a Zollara la poetessa
riprende il viaggio nelle memoria che aveva intrapreso con Traiettoria di uno stelo, riportando nella prima parte l’intera
raccolta precedente a cui fa seguito la nuova di cinque sezioni. Segue Odissea pascoliana, dove la scrittrice
testimonia la sua passione e la sua conoscenza approfondita della poesia di
Giovanni Pascoli. Nel 2002 aveva pubblicato un saggio (Giovanni Pascoli- La strada della memoria) rivelatosi come scrive
Mario Landolfi: “Un volume essenziale che, grazie anche all’ottimo livello di
scrittura, si legge con la rapidità e il piacere di un romanzo…”. Seguono La
porta socchiusa; Il prigioniero di Ushuaia; Il lago e il tempo; Il richiamo di
Orfeo; Nel bosco, sulle orme del pastore; Là, dove pioveva la manna; La
meta è partire. Una meticolosa
analisi di ogni opera, eseguita con intelligenza descrittiva e filologica,
arricchita di documenti, testi poetici, e note di autori di rara valenza, a
conferma della validità letteraria degli scritti di Imperia Tognacci. Ma mi
piace chiudere la mia esegesi rifacendomi a ciò che ha scritto Francesco
D’Episcopo nella sua prefazione a Il
richiamo di Orfeo pag. 51: “Al poeta è demandato l’antico ruolo di testimone,
ma anche di artefice di un sempre nuovo, possibile destino. Le incalzanti
invocazioni, che la Tognacci gli rivolge, nascono dal profondo di una
persuasione: che la poesia resta la vera forma di autenticazione del mondo e
per questa ragione essa è chiamata a ridare senso e valore alle persone e alle
cose attraverso la forza di parole da contrapporre al vano suono del nostro tempo…”.
Nazario
Pardini
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