S’aggiungono altre voci
Sandro Angelucci,
collaboratore di Lèucade
Non canta il gallo.
Risponde
a chi lo chiama
sporgendosi
al balcone del mattino.
È
la luce, è il Sole che lo cerca,
che
gli domanda
se
ancora riconosce chi tradisce.
Tre
volte,
senza
saltare un giorno,
ripete
il nome.
Trenta
denari, sempre quelli,
l’offerta,
il baratto,
la
guerra al posto della pace.
Ma
Giuda è morto
mentre
la cattiveria sopravvive.
C’è
qualcosa di più forte dell’amore?
Al
gallo
si
sono aggiunte voci da ogni dove:
cantano
le tortore, i passeri,
i
girasoli.
Ed
alle loro
s’unisce il suono di queste mie parole.
Sandro Angelucci
Mi piace molto la chiusa di questa poesia, mi solleva lo spirito e mi incoraggia...E' bello pensare che l'uomo non dimentica di "cantare" al sorgere del sole, è bello credere che la sua voce (la poesia) possa unirsi a quella degli uccelli- la tortora, i passeri..- per inneggiare alle bellezze del creato.
RispondiEliminaSì, caro amico Poeta, è bello che i tuoi versi siano riusciti ad allontanarmi per qualche momento dal sospetto che sulla Terra tutto stia cambiando.
Ti ringrazio e saluto con sincera simpatia.
Edda Conte.
Carissimo Sandro, voglio commentare i tuoi magnifici versi con queste pennellate del nostro comune amico Mario Silvestrini, medium e straordinario veggente, che, come sai, ha prestato particolari attenzioni alla poesia: "Il baco produce la seta / poi diviene farfalla. / Il bruco dai mille piedi / è padrone della sua genetica / e il ragno tesse la sua tela, / abilissimo ingegnere. / L'animale brado cerca / l'erba medicamentosa. / Lenta cammina la lumaca / verso la sua meta. / Amica di se stessa, / vive con se stessa / e non esiste il tempo. / Ha già raggiunto il traguardo. / Uomo, dov'è finito / il tuo senso innato?". Eccolo il nome che, senza alcun dubbio, il gallo ripete per ben tre volte, "senza saltare un giorno", al Sole "che gli domanda / se ancora riconosce chi tradisce". E il nostro comune amico aggiunge: "Sacro imperituro Sole, / tu venerabile del cosmo / dalla sorgente inesauribile, / sei un padre premuroso / dallo sviscerato amore / verso tua figlia, la Terra. / Sei triste e preoccupato / perché la vedi pallida e smunta, / vulnerabile nell'ammalarsi. / Vorresti parlare con lei / per avvertirla del pericolo. / C'è nei tre regni un vampiro" (da "Eden perduto", "The Writer Editrice 2019). Spero di farti cosa gradita, carissimo Sandro, facendo miei i versi del comue amico.
RispondiEliminaFranco Campegiani
Mi unisco a Edda, carissimo Sandro, per sottolineare la bellezza della chiusa di questa tua poesia che ben conosco.
RispondiEliminaL' uomo non è perduto, si aggiungono voci...cantano i fiori e gli uccelli, e la speranza si solleva leggera e impalpabile, fino al sole.
Un abbraccio
Loredana D'Alfonso
Il Poeta - fanciullino, nel senso pascoliano del termine, ci riconcilia con la vita, risponde a Edda in Poesia, perchè è il suo linguaggio da quando aveva vent'anni non per smentirla, per darle coraggio, per sollecitarla a credere... In questa lirica dalla visione d'insieme commovente le parole di Sandro, del mio amico Poeta, si aggiungono a quelle di tutte le creature poetiche della natura. L'Isola di Leucade è accecata dal sole. Attendeva questi scambi, questo susseguirsi di messaggi artistici. Il senso di un blog così prestigioso credo sia proprio in questa urgenza di 'unire le voci', di farsi coro. Nessun Giuda potrà sedere al nostro desco fin quando sapremo rispondere con la forza antica e potente dell'Amore. Ringrazio il Poeta che ammiro infinitamente e e nel mio 'abbraccio universale', tanto caro a Edda, lo stringo, insieme alla mia Poetessa, al caro Franco, al Nume Tutelare e alle 'voci che si aggiungeranno'...
RispondiEliminaRingrazio uno ad uno chi ha voluto dedicare attenzione alla mia poesia:
RispondiEliminaEdda, per aver colto lo spirito della mia risposta in versi alla sua composizione poetica. Il tuo sospetto è fondato, cara amica, sulla Terra qualcosa sta cambiando ma solo il futuro potrà dirci se in bene o in peggio: noi, intanto, imperterriti cantiamo;
Franco, per aver proseguito sul colloquio poetico citando i versi di Mario, che così bene si adattano al concetto che volevo esporre;
Loredana, per aver sottolineato la chiusa, che racchiude il senso dell'intera lirica;
Maria, per considerarmi "fanciullino" (il più bel complimento che mi si possa fare), per aver perfettamente compreso che la mia era tutt'altro che una critica, per l'empatia che mi comunica nel dire che le parole sono le stesse di tutte quelle che pronunciano le creature poetiche della natura.
Grazie a tutti...di cuore,
Sandro