Riflessioni primarie (umanizzazione
soggetto/oggetto)
L'analisi del nuovo "status"
di umanizzazione oggettuale comporta un tracciato di breve excursus su alcune
definizioni essenziali, tra cui spiccano "l'artigianato", "l'umanesimo",
la "spiritualità" incorporata".
Artigianato
Dalla più remota antichità
l'artigianato, nelle sue più varie espressività, ha accompagnato il percorso
socio-economico di popoli e Stati.
La complessità crescente dei rapporti
economici ha poi favorito la selezione qualitativa differenziata delle
produzioni artigiane in un contesto di professionalità sempre più estesa e
specialistica.
Dalla Grecia antica all'ascesa di Roma le
"botteghe" artigiane si imposero anche a livello artistico (v.
ceramica) e si differenziarono per stile, acquistando un notevole valore
sociale nelle "officine" imperiali.
Con le "corporazioni di mestiere"
organizzate settorialmente, si crearono anche specializzazioni territoriali di
molte produzioni fino all' esistenza di grandi manifatture con centinaia di
addetti artigiani-operai.
Tra le "corporazioni" spiccò
quella dei "muratori" che già si riuniva in locali specifici chiamati
"logge".
Con il Medioevo si diffusero anche le "botteghe"
a conduzione familiare (regolamentate nei rapporti interni di normative comunali)
collegate a "corporazioni di mestiere" organizzate.
L'insediamento socio-politico di nuovi
popoli dopo la fine dell'Impero Romano comportò la riorganizzazione delle
attività produttive su scala regionale, concentrata sulla produzione di armi e
attrezzature militari (con apporto mirato di tecniche metallurgiche).
Da notarsi in particolare l'importanza dei
Longobardi che svilupparono una produzione segnalatasi nelle arti decorative (gioielli)
e nella scultura.
Notevole fu anche lo sviluppo di un piccolo
artigianato di villaggio (strumenti di lavoro in legno), con l'avvento della
figura del "fabbro" produttore di armi per il "signore" e le
sue forze militari.
Con la rinascita dell'Agricoltura il e
il rivitalizzo dell' attività commerciale (fiere-mercati) si diversificò sempre
più territorialmente la specializzazione dei materiali e delle produzioni (es.
Firenze per i tessuti di lana; Lucca per la seta, Genova per la tintura e
sartoria; Milano per oreficeria e armi...).
La diffusione delle corporazioni (già
dal secolo XI) con finalità protezionistico - assistenziali, regolò poi nel
dettaglio l'attività artigiana (comprese la modalità di lavorazione di determinati
prodotti) ed altresì consentì agli artigiani un controllo e un peso politico diffuso
in molte città.
L'ulteriore specializzazione si
consolidò nel secolo XIV con una vasta eccezionale produzione artistica (affreschi,
arazzi, sculture) per mezzo di artigiani molto qualificati (c.d. maestranze).
Con l' "Umanesimo" gli artigiani
del disegno iniziarono un distacco dalle altre corporazioni fino alla costituzione
delle "Accademie" che distinsero sempre più gli artigiani dagli
artisti.
Nel contempo si avviò l'
"umanizzazione" (sia pure sommersa e limitata) dei prodotti artigianali sempre più
connessi alla "creatività" del soggetto operante.
Tuttavia l'automatismo di umanizzazione
soggetto-oggetto (con effetti "spiritualizzati") non ebbe visibilità
sufficiente per una concreta rilevazione etico-estetica autonoma.
Umanesimo
L'umanesimo come movimento culturale
nacque con Petrarca e Boccaccio nella riscoperta e storicità dei classici con
particolare riferimento alla conoscenza nell'anima umana.
Dai filosofi greci (Protagora) alla
letteratura Romana (Cicerone - humanitas - Seneca) con la diffusione Europea
tra il XV secolo e una parte del XVI, l'umanesimo si concentrò nell'attenzione
sull'uomo come misura di tutte le cose (antropocentrismo).
L'affermazione della dignità dell'uomo
rapportata alle proprie capacità creative e l'indagine sulla natura dell'anima
umana, costituirono le basi di riflessione sull'attività umana e sulla
produzione culturale-etico-sociale-economica.
Le varie tipologie di "umanesimo"
si compendiarono poi nell'eclettismo di Lorenzo Valla e Leon Battista Alberti (secolo
XV).
Altri importanti umanisti furono
Vittorino da Feltre (pedagogo) Pico della Mirandola (autore del "discorso
sulla dignità dell'uomo", manifesto dell'Umanesimo), Guarino Veronese,
Antonio Beccadelli (il Panormita), Manuele Crisolora, Flavio Biondo, Aldo
Manuzio, Coluccio Salutati, Poggio Bracciolini, ecc. operativi in tutti gli
stati italiani dell'epoca, senza ovviamente dimenticare la diffusione del
fenomeno umanistico presso le altre nazioni europee.
Il principale esponente dell'Umanesimo
europeo fu l'olandese Erasmo da Rotterdam, chiamato il "principe degli
umanisti".
La dimensione antropocentrica costituì
la fonte principale della nuova creatività artistico-artigiana con l'avvio di
un lento processo di umanizzazione co-esteso ed ampliato dall'essere umano alla
sua produzione connessa e immanente.
L'intreccio "umanizzato"
soggetto-oggetto trovò pertanto in progressione il suo itinerario storico/etico.
L'autonomia identitaria si trasferì,
inconsapevolmente, dal soggetto operatore all'oggetto prodotto (vedi dicotomia
artigianato tradizionale e artistico; Accademie ad-hoc) ma senza limitazioni o
esclusioni di categorie (elemento fondamentale).
Processo irto di ostacoli
socio-giuridico-psicologici, sino al nostro tempo, in cui riconoscere
l'umanizzazione ampliata all'oggetto prodotto e identificata o connaturata nel
soggetto produttore, è obiettivo arduo e complesso.
Ostacoli principali al processo di
identificazione sono l'attuale contesto digitale che si ramifica nell'intero
scibile umano e condiziona ogni produzione psicofisica; la sperimentazione dell'
uomo/robot che limita l'etica naturale dell'essere riducendola al "sistema"
mediatico-tecnologico dominante; il de-potenziamento della praxis umano-gestuale-oggettuale
con il privilegio dell'artificio informatico che inesorabilmente annulla ogni
diversificazione etico-identità fino alla più passiva "omologazione" "tecno"
di creatore-creato-soggetto-oggetto.
Tale "omologazione" tende
altresì a disconoscere una componente presente e fondamentale nell'oggetto-prodotto-umanizzato:
la "spiritualità" incorporata.
Grave carenza di analisi.
"Spiritualità" del soggetto
oggetto
La soggettività produttrice e
umanizzata tende a cogliere gli oggetti prodotti quali fenomeni di esperienze
intuitive (vedi Hegel, Husserl, Sartre, Levinas, Arendt, Scheler...).
A questo proposito sono da
approfondirsi i vari significati fenomenologici (trascendentale; realista;
esistenzialista; dialettica).
Gli oggetti/fenomeni sono quindi aperti
ad una recettività attiva che si rivela nell' "essenza" insita negli
stessi (vedi Heidegger): questo è il punto decisivo della creatività presente e
totale.
L'umanizzazione oggettuale si salda così
all'essenza incorporata in una "spiritualità" che si manifesta
artisticamente e praticamente nelle varie modalità espressive scaturite dalla
pluralità dei fenomeni in elaborazione.
Pertanto non solo il soggetto/operatore
si apre all'intuizione trascendentale, ma anche l'oggetto/prodotto si
costituisce "essenza" spiritualizzata di energie (vedi etica della
forma eccetera) che trascende la fenomenologia della mera presenza.
L'intreccio è dunque completo ma non
privo di autonoma identità espressa nella "teologia artistica" della "forma"
(quindi ben lontana dalla annullamento progressivo delle distinzioni causato
dalla tekne).
L'oggetto/forma, essenza artistica o
meno, costituisce un concentrato di energie spirituali umanizzate co-trasmesse
dall' artefice/produttore: è l'obiettivo etico-estetico per eccellenza che si
innesta in una indubbia espressività di fede non lontana da una "religiosità"
anche pratica e sfuggente, ma determinante nella "formattività" delle
figurazioni composte.
Del resto la stessa dottrina
"spiritualista", affermando l'importanza del principio spirituale
nell'individuare valori e interessi di religiosità ed etica, concretamente
esistenti, si collega ai termini latini e greci (pneuma, spiritus...) per
indicare l'essenza della spiritualità umana nella realtà (v. Pascal, Cartesio,
Malebranche, Bergson, Blondel...).
L'oggettualità umanizzata (v. livello
orientale-giapponese) è un esempio di tale spiritualità etico-religiosa e con
la dovuta autonomia si compara all'umanizzazione dell' artifex/"essere"
che avvia il processo produttivo/artistico.
Marco
dei Ferrari
Questa nuova pagina arricchisce e completa la tematica che da qualche tempo Marco dei Ferrari viene svolgendo nel nostro blog a riguardo dell'umanizzazione dei beni di consumo. Qui l'autore offre un attento esame storiografico della trasformazione dell'artigianato originario in prodotti sempre più sofisticati dal punto di vista tecnologico, come richiesto da contesti socio-economici sempre più estesi e complessi, fino a quelli attuali. Centrale è la considerazione dell'Umanesimo, con il suo manifesto dell'"uomo misura di tutte le cose": "processo, così scrive l'autore, irto di ostacoli socio-giuridico-psicologici, sino al nostro tempo, in cui riconoscere l'umanizzazione ampliata all'oggetto prodotto e identificata o connaturata nel soggetto produttore, è obiettivo arduo e complesso". Nel mondo contemporaneo si è compiuto a mio avviso quell'inevitabile destino dell'Antropocentrismo che doveva giungere al Nichilismo, come era implicito fin dall'inizio nei progetti di predominio assoluto sul mondo propri dell'Umanesimo. Oggi l'omologazione tecnologica tende "a disconoscere una componente presente e fondamentale nell'oggetto-prodotto-umanizzato: la "spiritualità incorporata". Quella "spiritualità incorporata" che a mio parere può essere presente solo in una techne pura, capace di muoversi in sintonia, anziché in antitesi, con le leggi del creato. Per ottenere ciò, ritengo insufficiente ricorrere a quell'Essere, di cui parla Heidegger, cui è possibile accedere soltanto nella prospettiva della morte e dell'uscita dall'inautentico cui costringe la vita collettiva. Credo sia giunto il tempo per comprendere che l'Esser-ci (l'uomo) deve, al contrario, dedicarsi all'aletheia, al disvelamento dell'Essere, che è poi il proprio stesso Essere, esattamente nel mondo della "deiezione" e della "cura". Soltanto così potremo sperare in un rinnovamento spirituale della società, dell'economia e della cultura.
RispondiEliminaFranco Campegiani
Ringrazio Franco Campegiani per la sua approfondita "lettura" di cui in particolare apprezzo la sua "aletheia" (disvelamento) che riposiziona la funzione dell'Essere nel mondo e conseguentemente dell'Esserci.
RispondiEliminaIl rinnovamento spirituale-umanistico potrebbe riprendere il suo "percorso" solo "rifondando le Techne", impresa tutt'altro che semplice.
L'auspicio di Franco ne significa obiettivi concreti e divenire.