Lidia Guerrieri, collaboratrice di Lèucade |
LETTURA DI “Il viandante dei sogni” di LINO D'AMICO
Io uso il
pc...come tutti, ma sono e mi sento una
persona della generazione della carta, di quel tempo in cui non c'erano e-books
e il libro era solo un oggetto da sfogliare, da tenere accanto sul comodino, da
conservare. Ho ancora quello di prima elementare “ La lampada d'oro”...non ha prezzo . Questo,
per spiegare perché mi sono soffermata subito sulla copertina di questa
raccolta di poesie di Lino D'Amico. Perché ho riconosciuto in questo poeta,
prima ancora di leggere i suoi versi, un
figlio del mio stesso tempo: una copertina elegante, curata in ogni particolare : i colori caldi
dell'autunno per un uomo che è nell'autunno della vita, un lampione (luce
discreta, la dolce luce polverosa di una volta), un anziano, con in tasca
l'orologio del tempo e sulle spalle la
grande pendola degli anni andati: un peso e
anche una ricchezza. Chi è questo viandante dei sogni?
Sono io, sei tu, è Lino ed è ogni uomo !perché
tutti siamo di passaggio nel mondo e
andiamo da un sogno all'altro, da un' illusione a una delusione per
tutto il tempo di questa vita che potrebbe essere nulla di più che un unico sogno. La stessa cura messa nella copertina traspare in ogni pagina
dall'attenzione con cui l'autore ha scelto immagini o brevi, significativi
passi estrapolati da opere classiche per metterli a “ completamento” dei suoi
versi.
La personalità di Lino si delinea , già da
prima di leggere, da questi particolari “ esterni” : un uomo maturo,
sensibile, preciso, amante della cultura, con il gusto per l'immagine,
la luce, il bello. Direi che abbiamo in
mano i primi connotati di quello che
chiunque, senza conoscere altro,
potrebbe definire un “ poeta”. E poeta Lino lo è e penso che chiunque legga il suo libro lo veda.
Intendiamoci : io non sono un critico
per cui la mia voce non ha la minima autorevolezza per dire chi è poeta
e chi no se vogliamo intendere questa parola
da un punto di vista, diciamo, tecnico-artistico. Posso dire questo
magari : il modo di esprimersi di Lino è
corretto e piacevole anche se ricorre
alla metafora forse più di quanto gli
consiglierei, ma ognuno ha il proprio stile ...Per il resto lascio un'analisi
vera a chi la sa fare, e mi limito a dire che di Lino apprezzo il suo
essere poeta nell'anima , prima e indispensabile qualità per chi vuole
scrivere versi. Tutto in quel che dice Lino è indice di quella sensibilità che
l'esperienza di una vita affina, arricchisce e
matura. Direi che la dedica già scopre il centro del suo sentire :
l'amore per la famiglia. Nella silloge non ci sono molte poesie espressamente
sul tema , ma questa dedica parla da
sé “ A mia moglie Luisella” : “Dammi la
mano, cerchiamo insieme sogni da dipingere con i colori delle emozioni”. Ecco
cosa dice : sono parole semplici, non ci sono espressioni ad effetto, svenevolezze amorose di quelle
che credono di far colpo e a volte fanno solo pena... c'è un invito e c'è un programma di vita “ Dammi
la mano...cerchiamo insieme”...Questa è la famiglia e questo è l'amore. Quello
che dura, che non si esalta oggi per
poi afflosciarsi domani. Cerchiamo
insieme...cosa? Spigolo qua e là...” il sapore delle stagioni”- “ il tepore del
sole sulla faccia”-” l'alitare dello scirocco...il profumo di mirto” o quello
dei tigli a Giugno,”, cose concrete, raggiungibili, basi solide per chi cerca quella felicità che
viene dal saper apprezzare quanto di
sano e bello, di semplice e immutabile la vita possa offrire. Perchè il
tempo cambia tutto, perchè tutto cambia troppo , ma il profumo del mirto ,
l'alitare dello scirocco, i colori delle stagioni restano uguali e le “ morbide
onde ( che) sciabordano sulla battigia “ seguono ritmi eterni ed affidabili.
Quali i temi nella poetica di Lino? I temi di
sempre. I temi di tutti: quelli che secoli di poeti hanno accolto nelle loro
opere, motivi intramontabili e dunque sempre
amati da chi legge perché sono la nostra
anima e la nostra esperienza, le nostre sensazioni e le nostre paure:
in primo luogo la corsa inarrestabile dell'ora. Sul fiume del tempo che
va verso “ incogniti approdi” galleggia la barca dei ricordi : a tratti precisi
, stampati su lamine inossidabili, come l'abito azzurro della donna amata
nel parco del primo appuntamento, o le
onde sulla battigia a Cala Pira, o il viso di un amico che se n'è andato portandosi via anche
una parte dell'anima del poeta, a volte nulla più che “ coriandoli”, a volte impalpabili come il “ fruscio di un sospiro”, parte di
“ un incantesimo assopito”. Sono
i temi che colmano una vita benedettamente semplice, piena come è quella di
chi ha coltivato ciò che conta : la
famiglia, gli amici, il paese, la poesia , lo studio, beni immensi , assai più grandi di certe esperienze favolose
che lasciano la bocca amara e
l'anima vuota.
Leggo nella postfazione, fra l'altro molto
ben scritta, questa espressione : “ mano
a mano che si succedono i componimenti...si assiste ad un atteggiamento sempre
più sgomento “...Sì, in parte condivido questa impressione; Lino lo dice chiaro
“ Come zattera alla deriva / preda di incontrollati venti/ il cuore arranca
smarrito” , e ancora “ le palpebre si
chiudono nel sussurro di un ricordo che non basta più”.:.. c'è un anelito a
qualcosa che non sia vivere soprattutto di ricordi , c'è la coscienza di una
fragilità che una volta era di “ altri” ma ora è la nostra
fragilità perchè questo è il tempo in
cui noi che spesso viviamo del passato
stiamo diventando il passato.
Un senso di incompletezza traspare da diversi
altri punti: sentire che la vita passa
“ senza sciogliere il nodo dei perché”,
mentre via via “ il cuore si ammanta di solitudine ( tema
che tormenta l'uomo da sempre - quale sia il nostro scopo su questo mondo) , il
dolore per “ addii non voluti”... E' in
gran parte l'incertezza ciò che tormenta il poeta, il suo cammino è stato una “ vaga ricerca di palpiti di
certezze”. E' così per tutti, che
lo si voglia ammettere o no..chi può
essere sicuro di aver agito sempre nel
modo che in quel momento era il migliore?
Di non essersi lasciato sfuggire
occasioni di gioia o di riscatto o di quello che vogliamo per paura di
sbagliare, per incostanza, per indolenza, per sfiducia in sé o per qualsiasi
altro motivo? Ecco allora che la vita si
snoda“ fra l'alitare di un rimpianto “ e “ naufraghe attese”. C'è questo
aspetto “ oscuro” nella poesia di Lino. E' la conseguenza inevitabile dell'aver
vissuto.
Ma Lino non è tutto qui, e preferisco guardare
all' altro aspetto del poeta: quello che vorrebbe come “ compagno il frullar d'ali
d'uccello migratore verso un altrove di speranze...lontano dal buio di queste
ombre” , preferisco vedere in lui il viandante di sogni che nelle nuvole legge una
“ vita senza timori dell'indifferenza”
e che sussurra alla donna amata
:“ corre il pensiero all''Autunno / di questa nostra terza età,/ ma l'Inverno
del tempo/ può essere ancora lontano, /vieni, stringi sempre la mia mano.”
La ragazza
dal vestito azzurro è ora una donna nell'età d'argento, ma a lei ancora il poeta
ripete “ Vieni, stringi la mia mano”... come
prima! perchè al di là delle rughe e dell'esperienza, nulla di quel che
più conta è cambiato.
Lino guarda al domani con l'atteggiamento
dolcemente malinconico di chi sa che il suo viaggio non è più alla prima
stazione e magari è convinto che del suo
operare non resterà traccia.
Non la penso come lui e vorrei
dirgli che dovrebbe invece avere
un' altra certezza : cioè che lascerà su
questa Terra l'impronta più grande che si possa immaginare: quella di un uomo
onesto e gentile che ha amato la più bella fra le donne :la Poesia.
RICEVO E PUBBLICO
RispondiEliminaRicevere il tuo commento al mio ultimo libro di poesie è stato una gioia immensa che ha reso dolce il mio percorso poetico. Se per ipotesi potesse realizzarsi l’irrealizzabile, e per un attimo, potessimo incontrarci con il pensiero e guardarci negli occhi, tu vedresti nei miei tutta l’emozione profonda che mi hai donato con questo tuo commento denso di benevoli contenuti. Vedresti sensazioni rimaste latenti nel mio cuore non in grado di essere espresse, nel loro complesso, con parole. Con la tua analisi a questo libro hai confermato il mio intimo sentire e cioè il significare l’essenzialità del messaggio poetico, fare volare la fantasia corredandolo con fotografie tematiche, esprimendo emozioni, dipingendo sentimenti e alternando amore e nostalgia, dove il fruscio del ricordo è duplice sensazione di calore e d’incertezza ma anche dove il tema dell’Uomo, spesso pessimistico, non è mai rassegnazione. Nella tua analisi, Lidia carissima, e in special modo con il riferimento ad alcuni versi, hai colto ogni celato dettaglio del mio modo di essere, ed hai estrapolato, con la profonda sensibilità che ti è congeniale, ogni aspetto del mio fare poesia condividendo quelle sensazioni che hanno segnato il passo lungo il percorso del mio sentiero di vita. Nel ringraziarti per la pazienza ed il tempo che mi hai dedicato e che considero immenso dono di amicizia, in quel nostro ipotetico scambio di sguardi, accetta anche il mio abbraccio più sincero ed il mio grazie incondizionato Nell’occasione avvolgo nel medesimo abbraccio il nostro Condottiero Nazario che sempre ci concede ambito approdo al nostro Scoglio.
Lino D’Amico
Lidia bella, sei riuscita a compiere l'esegesi di un testo che conosco molto bene con originalità, estro creativo e capacità di leggere tutti i meandri dell'anima del nostro Lino. Sei straordinaria quando entri nella sua vita, la accarezzi e spegni le sue paure affermando: "Non la penso come lui e vorrei dirgli che dovrebbe invece avere un' altra certezza : cioè che lascerà su questa Terra l'impronta più grande che si possa immaginare: quella di un uomo onesto e gentile che ha amato la più bella fra le donne :la Poesia". Possiedi il dono di essere sempre Vera, Genuina, e sia nei versi che nelle recensioni un simile Dono rappresenta il quid che fa la differenza. Grazie per questa lettura che ha reso giustamente felice il caro, dolcissimo Lino. Vi stringo forte entrambi!
RispondiEliminaE dunque...dato che tre è il numero perfetto, così si dice :-) abbracciamoci insieme : Nazario, tu ed io; noi che probabilmente mai ci incontreremo, stringiamoci per un momento in un abbraccio, lontano nello spazio e vicino nel cuore. Tu sai, Lino, e lo sa il nostro Capitano, che io non sono un critico: non ho gli strumenti, e c'è poco da fare. Ma voglio dirti una cosa : quando ho scritto il mio primo timido commento mi sentivo a disagio a proporlo sull'isola dove ci sono critici veri, persone di cultura e di capacità e di esperienza ben superiori alla mia. Ma ho imparato che potevo far contento un amico anche con le mie parole semplici, parlando solo col cuore. D'altra parte io ho sempre ammesso i miei limiti, non sono una persona che cerca di apparire più brava di quello che è. E anche questo ho imparato: che i grandi della critica, e qui ce ne sono eccome! possono essere indulgenti con chi capiscono che fa del suo meglio. E questo è tanto! Perchè credo che il primo compito della poesia sia quello di tessere legami di comprensione. Dove entra la competizione, il senso di superiorità, là può restare la “ bravura”, ma è un guscio svuotato di quello che è lo spirito vero della poesia. E quindi ringrazio te per avermi reso partecipe del tuo lavoro inviandomi il tuo libro e per avermi dato la gioia di sentirti contento, e ringrazio il nostro Capitano che per me ha sempre una parola di incoraggiamento.
RispondiEliminaGrazie anche a te per questo apprezzamento, Maria !
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