Serenella Menichetti, collaboratrice di Lèucade |
VIOLATO MARE
Accarezzo la tua gelida pelle.
L'occhio cade nell' immensità e si disperde.
Lacrime salate annegano nel
violato blu.
Senza lenire la tua disperazione.
Né il mio tormento.
L'angoscia è strazio d'anima.
Il rimorso fuoco che sbrana le vene.
Profanatori di verginità. Stupratori seriali.
Questo siamo!
Né più magiche nenie canta l'onda.
Adirata, agli scogli il suo dolore rivela.
E la candida spuma, la morbida marina spuma.
E' bava gialla che la
sua rabbia grida.
Questa peste di plastica ha ammorbato il mare.
La tartaruga, il delfino, la balena bianca
e gli uccelli marini,
periscono per soffocamento.
Stretto al collo da fili sintetici.
L'ecosistema esala l' ultimo respiro.
E noi criminali
noi imprudenti
noi ingrati.
Vigliaccamente
gli voltiamo le spalle.
Un grido di auto - accusa il tuo, Serenella, per la nostra incapacità di rispettare l'ambiente, di vivere in simbiosi con il creato. Ricorri a termini di sangue:"E noi criminali /noi imprudenti/noi ingrati" e restituisci alle piante, agli animali, l'anima, che viene loro negata. Sono miracoli poetici della Natura e, come tali, andrebbero amati e onorati. La tua rabbia è la mia, Serenella, ma non so se in due siamo una folla, almeno in questo caso... Grazie di questi versi di impegno civile e un forte abbraccio.
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