Giuseppe Bertòn
IL TRENO E IL PIOPPO
Recensione di Marco Zelioli
Nella collana di testi letterari “Alcyone 2000”,
Guido Miano Editore propone la raccolta di Giuseppe Bertòn Il
treno e il pioppo, impreziosita dalla versione in Inglese curata da Luisa Randon,
che sa rendere molto bene il senso e la musicalità dei versi dello scrittore di
Conegliano Veneto. Il libro è suddiviso in sei brevi sezioni: L’ultima sera
dell’anno; Marocco; Mille anni; Una volta ho scritto una
poesia; Alla luna; Senza fine; in totale ventiquattro poesie.
Davvero,
come scrive nella prefazione Enzo Concardi, “il ‘sound’ del libro è forse
in qualche modo poetico-rock” (soprattutto nelle tre poesie che compongono Una
volta ho scritto una poesia, “ispirate e rispettosamente dedicate”, come
scrive in nota il Bertòn, alla musica dei “Van der Graaf Generator” – un gruppo
rock progressive inglese che ebbe un certo successo negli scorsi anni
’70); il tutto collocato in un un bel ‘mix’ di ellenismo mitologico (si vedano
le terzine di Mille anni, pp.30-32), di classicismo leopardiano, di
romanticismo misterico.
Non
è un caso, credo, che nella poesia In un sospiro non ci sia
punteggiatura: perché forse lo scrittore vuol dirci, come dice alla donna
amata, che tutta la vita, in fondo, è un sospiro – e i sospiri non finiscono
con i punti o le virgole, pur punteggiando la vita di ognuno, in qualche lungo
o breve momento dei Mille anni che intitolano la terza parte della raccolta,
e fanno pensare, perché, come troviamo scritto nell’omonima poesia: “Un dolore
antico, quasi nascosto, / nelle radici della vita, nei tuoi occhi profondi, /
attraversa il nostro sguardo” (p.31 – traduzione inglese a p.71).
Quello
che il Bertòn delinea in questa raccolta sembra un itinerario di ricerca;
meglio, in ricerca: della vita, del suo senso ultimo, in un cammino a volte
incerto ma fiducioso, perché qualcosa ci segna il cammino, come “Il faro, luce
fioca, ancora lontana, / forse ci condurrà / in un porto tranquillo” (Il
faro, una delle tre poesie ispirate/dedicate ai Van der Graaf Generator,
p.36). Forse segno di una fede resiliente. Certamente una ricerca interiore del
senso del tempo che passa: dapprima visto quasi come un non senso: “E pensavo
come pensiamo il tempo, / che i fisici misurano, i poeti soffrono, / i
religiosi credono infinito. // Io penso che il tempo è un’illusione, / è solo
un’illusione in questa vita sconosciuta. / E vale meno di un bacio” (ultimi sei
versi de Il tempo, p.14); poi ‘rivalutato’, quasi come elemento di
paragone con qualcosa che si sente eterno, l’amore: “Guardavo il mio amore, / e
sentivo le cose intorno, cambiare. / Sentivo lo spazio ed il tempo modificarsi,
/ come la gravità modifica lo spazio-tempo // intorno all’universo. / Dove lo
spazio è diverso, dove il tempo è diverso. / Dove il giorno è diverso. / Mentre
guardavo il mio amore” (così le ultime due strofe de Il giorno, p.22). È
il tempo del viaggio della vita, il cui emblema è Il treno (“Il treno
passa / nella notte, / insieme alle nostre anime. / La luna illumina il treno.
/ Una stella illumina le nostre anime”, p.51), alla ricerca della stabilità
dell’anima, il cui emblema è il pioppo – il tutto mirabilmente indicato in
questi versi della poesia che dà titolo al libro: “Il treno mostrava di essere
contento, / ma nessuno sapeva se era vero. / Quello che conta non è quello che
mostra. // Il pioppo mostrava di essere triste. / ma nessuno sapeva se era
vero. / Quello che conta è quello che nasconde.” (p.29). Poche, chiare parole,
versi che filano via come le ruote del treno sui binari, come il vento nelle
chiome dei pioppi – e ci fanno pensare.
A
ragione il Bertòn
nella Nota biografica che chiude il libro afferma: “Non serve un
dizionario per comprendere i versi”. È proprio così, se un poeta, come lui è,
scrive col cuore (e mi si perdoni l’involontaria ironia, dato che il Bertòn non
solo è poeta, ma di professione cardiologo).
Marco Zelioli
Giuseppe Bertòn, Il treno e il pioppo, pref. Enzo Concardi, trad. in inglese di
Luisa Randon, Guido Miano Editore, Milano 2021, pp. 100, isbn
978-88-31497-61-9, mianoposta@gmail.com.
Nessun commento:
Posta un commento