LINO D'AMICO,
COLLABORATORE DI LEUCADE
Francesco De Caria legge
“Il sussurro dei silenzi”
di Lino D’Amico
Il sussurro dei silenzi
A volte, i silenzi sussurrano,
sorridono, piangono, a volte ingannano
al di la della soglia del tempo,
distillano emozioni, urlano senza eco
dispersi tra verità, menzogne
di albe che turbano scossi risvegli
nell’incerto fluire dell’attesa.
A volte, accarezzano l’anima,
timidi, ricercano iridati arcobaleni,
nel gioco di un velo impalpabike
tra bagliori e penombre,
il nulla e
l’immenso.
per non inciampare nei fili d’erba
in un prato di sogni smarriti.
A volte…
E’ l’individuo che si raccoglie in sé, nel silenzio,
un silenzio che “parla” la lingua delle memorie ormai decantate e delle sensazini;
è l’animo che ormai, nel periodo forse migliore della vita, nonostante le
debolezze del fisico (lo diceva Seneca…) ha distillato dalle trascorse
esperienze, dal mare che ha attraversato, attese, delusioni, sguardi
meravigliati sul giorno che eternamente risorge: nell’atmosfera attutita in cui
vive il saggio ormai giunto in porto, anche gli urli non hanno eco, non hanno
voce…. Resta solo il distillato di “verità, menzogne, risvegli scossi, attese
inquiete”…
Quasi specularmente la seconda parte parla di
carezze timide, dello stupore dinnanzi
al miracolo di Iride, di veli che attutiscono l’impatto della realtà,
realtà affondata nel passato, che il tempo ha attutito, Ora la realtà pare
lontana – di calore di vampa lontana parla
Foscolo – il mondo talmente assorto che persino un filo d’erba può far da
pietra d’inciampo. E’ l’individuo che ha saputo poco a poco staccarsi dalla
realtà “carne e sangue” che ha conosciuto nel pieno vigore della giovinezza e
ha trasformato l’azione in contemplazione. E’ il vecchio marinaio della
letteratura romantica che ormai ha lasciato alberi, vele, sartie e rimedita sui
suoi ricordi, ormai non più scosso da paure, da passioni travolgenti, da empiti
d’ira o di gioia.
Francesco De Caria Torino -
10-02-2022
In Autunno, ll rumore
di ogni
foglia che cade,
è
assordante perché,
con lei,
precipita un anno
Tonino Guerra
Francesco De Caria è l'ottimo recensore della poetica dell'amico Lino. Ne coglie ogni sfumatura con precisione e professionalità. Splendido il passaggio: "la realtà pare lontana – di calore di vampa lontana parla Foscolo – il mondo talmente assorto che persino un filo d’erba può far da pietra d’inciampo." Il riferimento a Ugo Foscolo è proprio su misura per la lirica postata dal Nostro, per la sua chiusa che marca i limiti e i misteri della Poesia: "il nulla e l’immenso./per non inciampare nei fili d’erba /in un prato di sogni smarriti.". Un grazie di cuore a entrambi e un abbraccio.
RispondiEliminaA mio modesto parere credo che "Il sussurro dei silenzi" sia una delle più belle poesie che Lino D'amico abbia scritto con il suo stile oramai consolidato e che lo contradistingue. Lo abbiamo visto crescere poeticamente su questo blog e se questi sono i risultati fin qui raggiunti non si può che ammirarne la costanza, l'assiduo impegno,la determinatezza del suo voler proseguire con una voglia giovalile pur da parecchio Seniores. Da un pensiero votato all'esistenzialità dell'uomo in questa e pertanto impalpabile ne riconduce, con chiarezza espressiva, una realtà concreta,toccante, immediatamente intellegibile posta su una struttura conseguenziale al dettato poetico. Al Sig. De Caria non posso che esternare i miei complimenti per l'analisi critica e puntigliosa del testo risaltandolo come duvuto nel suo significato e significante palesando piena conoscenza dell'autore e del suo poetare. Pasqualino Cinnirella
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