Serenella Menichetti,
collaboratrice di Lèucade
MEMORIA ROSSA
La memoria della divina
sensazione
d' amore accende intense
fiamme.
E' furibondo fuoco che
scioglie l'argine
di gelo che il coriaceo tempo
innalza.
Vampa che divora rami secchi.
Sedimento d'humus per novelle
gemme.
Allora tu rossa memoria torna!
Torna ad incendiarmi ed
abitami.
Abitami adesso:
che questo treno in corsa non
contempla fermate.
Abitami per strappare dalla
retina la tenebra.
Abitami quando la pianta
infestante
dell'indifferenza avviluppa le
membra.
Abitami quando l'ala della
poiana s' avvicina.
Sii l'onda marina che tocca il
cielo e scende
per infrangersi nella dura
roccia.
Sii la tempesta che la bianca
nube scioglie
e il fulgore del lampo accende
la notte.
Sii l'incendio di papaveri a
maggio
e di spighe l'oro, nella nuda
terra.
Prima della necessaria
mietitura.
Prima che le monche stoppie
feriscano la pelle
dell'estate.
La scrittura non è magia ma, evidentemente, può diventare la porta d’ingresso per quel mondo che sta nascosto dentro di noi. La parola scritta ha la forza di accendere la fantasia e illuminare l’interiorità. Serenella in questa bellissima lirica lo dimostri in modo eccellente. La memoria si fonde con l'immaginazione e declina il rosso dei flash back più sanguigni e cari.
RispondiEliminaVuoi tornare a essere la donna che è stata vissuta e salvata dal 'fulgore del lampo (che) accende la notte.';dall''incendio di papaveri a maggio'... Ci insegni o forse ci ricordi che l'immaginazione è l'eco vagante che solo un poeta può imprigionare nella rete di un verso. Grazie Serenella cara, per questa lirica solo in apparenza visionaria! Un forte abbraccio a te e al nostro Nume Tutelare.
Grazie carissima Maria
RispondiEliminaSerenella