domenica 13 febbraio 2022

ROBERTO MESTRONE E LA SUA POESIA


PRESENTAZIONE

 

L’arte di Roberto Mestrone nei ricami del verso, nella profondità delle tematiche.

Fin da subito è da mettere in evidenza la preziosità delle immagini che accompagnano in modo aderente ogni poesia, ogni ambito scritturale in cui lo scrittore si dimostra un vero maestro di stile e di varietà compositiva.

 

PINOCCHIO

 

Mi sagomò Geppetto con ingegno,

divenni burattino non per caso;

avevo gli arti rigididi legno,

una menzogna mi allungava il naso.

Ero un briccone esente dal rimorso,

ma assolta è la coscienza da ogni pecca:

tutelo chi ha bisogno di soccorso,

il mio contegno non fa più cilecca.

Adesso sono un docile ragazzo

E i fatti riprovevoli rinnego;

i bulli e i bighelloni li strapazzo,

le norme del dovere a loro spiego.

Se la scuola frequenti di sfuggita

da adulto incrocerai la malavita.


Iniziare da questo riferimento testuale significa entrare da subito nel mare magnum della poetica di Roberto Mestrone; nella sua apparente semplicità che nasconde al suo interno parenetici impulsi a ben fare, a ben agire. È il finale di queste favole in versi che ci riportano ad una storia di annosi richiami, a partire da Fedro, o da tutti quegli scrittori che hanno contribuito in qualche misura a influenzare l’aspetto etico della società.   

Leggere Roberto Mestrone è come essere accarezzati da una piuma che leggermente ti sfiora; il suo fluire empatico, il suo euritmico proporsi, la sua verve espressiva ci arrivano come manna dal cielo. Questa è la sua opera,  questi i suoi intenti emotivi, i suoi affondi  apologetici. Basta leggere l’inizio di questa  composizione in versi per rendersi conto della sua qualità, per avvicinarsi al suo mondo,  alle sue gentilezze ispirative; tanti racconti a sfondo educativo che, per ragazzi, sono atti ad educare gli adulti, soprattutto quelli  che spesso si dimenticano di essere stati bambini. Basterebbe che i loro sentimenti si radicassero in queste fiabe, in questi versi di armoniche risonanze, di pregevoli riscontri metrici, per migliorare i rapporti tra gli uomini in un mondo tanto distante, quanto estraneo. La purezza, l’eleganza, la schiettezza, la finezza di questo scrittore si palesa nella sua opera che tanto rivela animo e natura; pathos e logos tra loro integrati e reificati in sentimenti richiamanti autori che già si sono rivolti ai giovani, come Rodari che ambiva a essere considerato scrittore a tutti gli effetti. Il verso si fa elegante, sciolto, emotivamente acccattivante, esemplificativo; composizioni che denotano una storia, una tradizione di arte poetica, un costante contatto con un mondo che pretende conoscenza, sensibilità, armonia. Apologetica finalità, che l’autore rende in versi affidati alla maestria versificatoria, all’incedere verso un tipo di poesia che pretende armoniche iuncturae. La silloge è costituita da diverse composizioni varie e articolate, che rivelano una penna adusa ad una scrittura  consolidata, a cui un autore perviene dopo anni di studi e di lavoro per affidare tutto il  suo mondo, il modus scribendi et cogitandi, concretizzandosi nelle parole; nei sintagmi, nei fonemi, nelle costruzioni rivelanti sentimenti di alto profilo empatico: ibi omnia sunt: energia esplicativa, possesso del verbo, dei suoi nessi, memoriale, esistenzialismo, gioia di vivere, turbamenti del fatto di esistere, amore, società, aporie del quotidiano, vita… padronanza del verbo e del suo intreccio figurato. Ogni argomento affrontato rivela la grande duttilità espositiva, il generoso impatto sociale di un poeta che dà tutto se stesso alla cultura, al mondo umano sempre per il miglioramento della società, rivelando, anche, e non è poco, la grande intelligenza costruttiva. E cosa, non ultima, il prezioso contributo di un artista, pittore, incisore, grafico, disegnatore,  che con tutta la sua eleganza rende visivi, ricorrendo a pennellate di realistica attuazione, i contenuti di tali composizioni, dacché a fianco di ogni opera lirica c’è un disegno ad illustrarne il significato ed il significante. Questo il prezioso apporto di un artista che, con il suo intelletto fattivo, costruttivo, rielaborativo,  dà forza e consonanza, armonia e visività a questi versi. Tutta qui la complessità, la semplicità espressiva di un autore che ama il canto, facendone motivo di vita, ispirazione per accentuare il pathos  che dentro urge. E il risultato è in questa plaquette che, con la sua plurivocità, ci chiama a gioire di una poesia che rispetta, finalmente, la nostra tradizione petrarchesca, rifiutando, a priori, ogni sperimentalismo di positura prosastica, nato per tradire il nerbo del vero canto. Un’opera di valenza umana e umanistica che, col suo pieno equilibrio tra pathos e logos, abbraccia ogni valore facendone vessillo di arte matura e propositiva.

Nazario Pardini                   

2 commenti:

  1. Nazario mio, come sempre, hai centrato l'essenza del testo che hai recensito. Il caro Roberto Mestrone si è cimentato nel genere più difficile, ovvero le favole, rielaborando in versi quelle classiche e componendone alcune adatte ai nostri tempi. Padrone del metro classico, che sa modernizzare e rendere fresco e giovane ha attinto al realismo magico tanto caro a Gianni Rodari a Italo Calvino, ma anche a Federico Garcia Lorca e al nostro Dino Buzzati e ha dimostrato quanto nella fiaba per adulti e per bambini sia indispensabile l'insegnamento morale. Nel suo lavoro è stato coadiuvato dal grande Italo Fosfori che ha illustrato ogni lirica con disegni straordinari. E come affermi con la consueta superba capacità critica: "il risultato è in questa plaquette che, con la sua plurivocità, ci chiama a gioire di una poesia che rispetta, finalmente, la nostra tradizione petrarchesca, rifiutando, a priori, ogni sperimentalismo di positura prosastica, nato per tradire il nerbo del vero canto." Ti ringrazio mio Vate per aver dedicato la tua Voce a quella di un altro Maestro della poesia e per aver dato il giusto risalto alle Opere di Italo. Vi abbraccio tutti con immenso antico affetto.

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  2. Confesso che la fiaba del Collodi mi ha sempre lasciato perplesso, come immagino lasci perplesso chiunque si senta affascinato dalla poetica del fanciullino di memoria pascoliana, che promuove una valutazione diametralmente opposta dell'infanzia e della maturità. Al di là di queste considerazioni, il cui sviluppo ci porterebbero fuori dal seminato, apprezzo profondamente la poesia qui proposta, di Roberto Mestrone, per due motivi fondamentali. Primo, per il senso etico che ne traspira, quello del dovere e della responsabilità (che a mio parere andrebbe rivolto molto più agli adulti che ai bambini). Secondo, per lo stile nitido, ritmico, elementare e suasivo da cui è contraddistinta, che, al di là dei contenuti, dà l'idea di un monito lanciato in filigrana al mondo adulterato degli adulti, molto più che a quello innocente della verde età. La musa di Roberto Mestrone è dominata, in generale, da questo vento gentile di rinascita e di tenerezza, in grado di dissolvere sul nascere qualsiasi corazza e qualsiasi disputa dottrinale. Ha ragione Pardini: "Basta leggere l'inizio di questa composizione in versi per rendersi conto della sua qualità, per avvicinarsi al suo mondo, alle sue gentilezze ispirative; tanti racconti a sfondo educativo che, per ragazzi, sono atti ad educare gli adulti, soprattutto quelli che spesso si dimenticano di essere stati bambini".
    Franco Campegiani

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