AL SANTUARIO DELLA VERNA
Oltre la grata
Il bosco infinito
Oltre la cella infinite stelle
Oltre questo corpo
Infinite vite
E un cammino interminabile
Meta esso stesso
Come insegnava Terzani
E i mistici di ogni luogo e di ogni tempo...
Qui giunse Francesco e ricevette
Il dono delle stimmate
In cambio della pace tra gli uomini
Un sogno più che mai ancora acceso
E tra le rocce scoscese trovò
La vita eterna
che sgorga come acqua
Nel pianto salutare
La luce dentro il buio
Il canto degli opposti
Il paradosso perenne che ci alberga
E fu in un attimo
Quell'amore che dolce ci guarda
Come si guarda Dio
Giusy mia, conosco molto bene il santuario sul monte Verna, in quanto ho trascorso lunghi periodi dell'infanzia in Toscana e ricordo con emozione intensa le foreste di faggi e abeti che circondavano il luogo di culto. Tu me lo rendi visibile con questa lirica che nella prima parte è nuda di orpelli. Ripenso a Francesco, il Santo che amo di più, alle stimmate, al suo rifugiarsi in angoli di rara assoluta semplicità, a contatto con la natura... ed entro ancora una volta in simbiosi con te, amica antica. Nella seconda parte della poesia viaggi sul registro filosofico che ti è tanto congeniale e ci consenti di sentire "La luce dentro il buio/Il canto degli opposti/Il paradosso perenne che ci alberga". La chiusa è lirica in se stessa, un dialogo d'amore con l'assoluto che commuove. L'ennesimo gioiello corredato da una bellissima foto. Ti ringrazio, anima mia, e ti tengo stretta stretta.
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