Edda Conte, una poesia che si colora di ricordi
Chi scrive, sia narrativa o poesia, si sente di
appartenere in un certo senso a una famiglia, di condividere una complicità,
che non si esaurisce mai. Così è per Edda, conosciuta quasi venti anni fa, nel mondo
vario e diversificato degli scrittori e dei poeti pisani. Un percorso
caratterizzato da stima reciproca, ma soprattutto da un profondo affetto. Chi
scrive poesie mette al nudo la propria interiorità e seppur con lo stile e la
riservatezza di cui Edda era capace, la sua mancanza non può che lasciare un
segno indelebile nel nostro ricordo e nella nostra coscienza.
Edda ha scritto molte raccolte di poesie ed
anche un testo di narrativa che mi donò anni fa, un testo profondo e insieme
delicato talora struggente, così come sono le sue liriche.
Edda è stata una poetessa di grande spessore,
sia sul piano del significato che del significante. La contemplazione della
natura non fine a sé stessa ma processo espressivo della sua ricchezza
interiore, si associa sempre a un linguaggio poetico intenso, raffinato,
evocativo, pieno di suggestioni, di mirabile efficacia nel trasferire stati
d’animo e inquietudini esistenziali. Inquietudini sempre espresse tuttavia in
maniera pacata, pervase da una dolcezza a cui il cuore non sa resistere.
Le sue liriche sono caratterizzate da una dolce
musicalità che accompagna la lettura, ottenuta attraverso un uso sapiente di
rimalmezzi e soluzioni metriche sempre ben dosate e celate nel verso, in
maniera impercettibile. La poesia di Edda ha una liquidità intrinseca,
in cui si percepisce il frusciare del vento e del mare della sua amata
Sardegna, una liquidità che stempera il dramma esistenziale in una sorta di
pacata riflessione sui valori della vita.
Spesso Edda mi inviava con messaggi le sue
liriche appena scritte e io rispondevo con piccole recensioni, che lei
apprezzava moltissimo e in cui spesso si riconosceva. Così Edda faceva con i
miei libri, che leggeva non interesse e mi gratificava con le sue sempre
attente e mai banali considerazioni. Così è stato soprattutto negli ultimi anni
della sua vita, in cui ha subito il dolore per la perdita del marito, un legame
profondo di una vita.
Le sue poesie sono divenute più ermetiche,
caratterizzate da una essenzialità e immediatezza tipica dell’espressione
poetica moderna.
Ne riporto solo alcune di quelle che conservo
gelosamente e che testimoniano questo nuova modalità espressiva:
il mare sempre presente…
La
prima carezza fresca
nell'equinozio
di autunno!
mattino
chiaro
il cielo soleggia sul fiume
corre lesta l'acqua fino al mare
della
pigrizia estiva non ha memoria...
ansiosa
attende le prime piogge
ricchezza
montana e vita agli orti
e nuovi respiri ai pesci.
Settembre sul finire
invita
a meditare
a seminare il verso
che la
Musa all'animo sospira.
la natura, che con la sua levità si contrappone
al tormento dell’essere…
Invidio
la cicala questa sera
che
dopo il tramonto canta ancora...
Com'è
leggero e gaio il suo cantare!
passa
tra ramo e ramo
e si
sperde nell'aria...
Le
parole nostre
meno
leggere
sono
bolle di sapone incolore...
si
sciolgono nel respiro e...
dietro
non lasciano niente.
Le
domande tue
figlie
di un mondo sconosciuto e strano
sono
piombo che il mio cuore fonde
nel
tormentoso fuoco..
solo i
filosofi inventano parole
che
nessun fuoco potrà mai incendiare
e infine una riflessione lucida e amara sul
tempo
penso...al
Tempo ....
........
"mi
afferri e mi sfuggi
mi
intrighi e minacci
incenerisci memorie e spengi...
catasta esaurisci dei beni
senza
più leggerezze..
La
voce del vento
raccogli
sogghigni e..
ad
ogni istante
ti
prendi il mio respiro
e molte altre che avremmo voluto leggere
insieme. Ci eravamo promessi di vederci in questo inizio di anno, ma il tempo
anche stavolta, come in questa sua poesia, quasi profetica, ha dettato
inesorabilmente il suo corso.
Grazie Franco Donatini per questo ricordo di mia mamma, nelle Sue parole ritrovo le conversazioni con lei con la quale, quando non ero presente fisicamente, ci sentivamo al telefono due volte e più al giorno. Mi raccontava e mi faceva vivere i suoi incontri, le affinità che la legavano a persone con la stessa sensibilità artistica. Caro Franco ricordo quando mia madre mi fece dono del Suo libro Io sono Magritte e quanto La abbiamo menzionata visitando la mostra sul Surrealismo. Tempi che sembrano ormai lontanissimi...grazie per le Sue parole e per aiutarmi a tenere vivo lo Spirito di Edda
RispondiEliminaIsabella Conte
Franco caro, bellissima questa pagina dedicata a Edda. Sempre più viva la mia amica d'anima sul blog grazie all'affetto che ha seminato. Il tuo affresco della sua Arte è davvero completo e le liriche postate sottolineano il suo rapporto empatico con i miracoli poetici della Natura. Isabella, il figlio, la nuora Corrado e tutti noi viviamo la sensazione di ricevere ancora e sempre l'energia vitale di Edda. Ricordare etimologicamente significa 'mettere nel cuore' ed è il concetto più consono a queste pagine, al desiderio di tenerla con noi. Grazie Franco e grazie amica mia... sei proprio figlia del tiglio e dei fiori che tanto ami. Vi stringo forte superando tutte le distanze.
RispondiEliminaCondivido con Franco Donatini il ricordo di Edda , descritto con parole vere e sapienti , e mi permetto di aggiungere … Cara Edda, ci mancherai . Quando ho iniziato a scrivere poesie, tu c’eri , riconosciuta poetessa e scrittrice . Gia’ insegnante di materie letterarie , mi osservavi con il tuo occhio attento, attratta dalla mia parola spesso irruente e acuminata, tu sempre così dolce e misurata, criticandomi anche maternamente per il mio gesticolare . Varie sono state le occasioni di partecipazione congiunta ad incontri letterari , ma mi piace ricordare in particolare nel 2010 , quando abbiamo presentato nella sala del ciuco in comune “ alda e le altre “ ( alda Merini , Antonia Pozzi, America rosselli ), insieme alle amiche Claudia Turco e Adriana Pazzini . Al termine tuo marito, galantuomo d’altri tempi, ci dono’ a ciascuna una rosa 🌹. Si vedeva che eravate molto uniti . In un tuo libro, “la danza delle falene” del 2012 , il passato si fonde con il presente e l’Oltre, una dimensione quest’ultima che non significa soltanto futuro, ma ricompone il presente ed il passato in una prospettiva nuova ed evocativa di sempre infinite possibilità. Ed e’ in quellOltre , Edda , che ci ritroveremo a parlare di poesia, e della famiglia , e della natura, che tu sapevi ben esprimere con le immagini quotidiane dei fiori, che tanto ci mancheranno . Nadia Chiaverini
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