Serenella Menichetti, collaboratrice di Lèucade |
E poi c'è Alina
che stende le piccole ali
zuppe di lacrime al filo di
Toscana
perché il sole caldo le renda leggere.
Sogna atterraggi morbidi
sul suolo della sua terra
natia.
Di notte
Le poche volte che Maria
dorme.
Si lascia traghettare dal
sogno
sul mare di Odessa.
Mentre in lontananza una
balalaika
singhiozza note di dolore
Le bianche dita percepiscono
la frescura dell'acqua.
E le narici ingorde bevono
l'afrore del mar nero.
Maria che non l'ha
più sentita cantare.
Maria che dal suo letto
di consunzione l'ha vista
piangere.
Maria avvolta nella bolla
dell'alzheimer
Con la mano rugosa
la sua guancia
accarezza.
NON CI SARO' QUEL GIORNO
Non ci sarò quel giorno sono certa.
Sarò nuvola o forse margherita.
Sarò farfalla oppure rondine.
Sarò albero di pesco, o foglia
che tenera sboccia a novella vita.
Non ci sarò quel giorno sono certa.
Ma so che in ogni angolo di mondo
la primavera inonderà la terra.
E rose rosse apriranno il fuoco
sugli uomini per farli innamorare.
Seguiranno estati strepitose:
Truppe di pace, spareranno chicchi
da spighe d'oro e sarà farina e pane.
Non ci sarò quel giorno sono certa
Eppure il mare si fonderà col cielo
e l'azzurro cancellerà l'orrore.
E pesci e uccelli s'incontreranno
in guizzi e voli. Sulla sabbia
ci sarà chi la chitarra suona
e, chi a piedi nudi danzerà.
Non ci sarò quel giorno sono certa.
Ma lasciatemi almeno immaginare
che nelle strade e sulle piazze.
Kamikase mascherati da pagliacci
imbottiti di gioia e di speranza
si faranno in aria deflagrare.
Ché ogni scheggia ingravidi la terra
e nella mente d'ogni uomo penetri.
Non ci sarò quel giorno sono certa.
Ma se ci fossi penserei che è giusto.
Cara Serenella, forse mi sbaglio ma non tanto, che nel leggerti percepisco un quid in più nel tuo fare poesia nel senso che le ultime che ho lette le sento più poesia, più armoniche e, consentimi il termine, che non vuole essere offensivo, meno spigolose e pertanto il leggerle diviene più fluido dovuto alla musicalità verbale. Ambe due i testi sono di una caratura di messaggio veramente notevole e pregne di un sentire partecipe con un afflato verso "l'altro" che immette in un senso di accoglimento del tuo/nostro simile.Complimentoni. Pasqualino Cinnirella.
RispondiEliminaGrazie caro amico della tua attenzione e del tuo gradimento.
EliminaUn abbraccio grande.
Serenella
Due liriche di pathos, forza espressiva ed emotività straordinarie. Mi sono commossa e ho cantato le tue canzoni sottovoce, con la sensazione di intonare i desideri che attraversano la mia anima. Maria che nei momenti di lucidità crede di trovarsi nella sua Odessa esiste sicuramente e sogna di essere in Ucraina, non quella violata e distrutta di ora, quella dove è cresciuta... E 'in quel meraviglioso giorno' degno di Gianni Rodar 'non ci sarò neanche io', penso che "Sarò nuvola o forse margherita", ma se avessi la fortuna di esserci "penserei che è giusto". Sono carezze, voli, immagini di luce le tue, balsamo per le anime inorridite da immagini che mai avremmo creduto di vedere. Non tanto per noi, per i figli, i nipoti, che si trovano ad affrontare questo mondo con una zavorra che è frutto anche delle nostre colpe. Nessuno può sentirsi innocente o salvo, Serenella mia. Ti voglio bene e ti ringrazio per questo lirismo appassionato e dolcissimo.
RispondiEliminaSono io che ringrazio te, cara Maria per il tuo gradimento. Ti abbraccio.
EliminaSerenella
Molto belle e commoventi queste poesie. Complimenti!
RispondiEliminaGrazie infinite per il suo commento.
EliminaSerenella Menichetti
Tenerezza tradita e tenerezza conquistata. Amore affermato e amore negato. Realismo e idealismo in lotta tra di loro. E' il tema di queste due meravigliose poesie. Eppure nel contrasto, quanta vigorosa armonia! Serenella ci ricorda che le radici della gioia e del pianto sono comuni. Come sa ogni poeta che si rispetti e che non limiti il suo impegno ad atti puramente formali. Il vero amore è sudato e pianto, ma il dolore vero è catartico, una porta verso il cielo. Non rose e fiori, ma rose e spine.
RispondiEliminaFranco Campegiani
Proprio così caro Franco Campegiani, la nostra esistenza non è assolutamente tutta rose e non dovrebbe essere neppure tutta spine. Per esperienza sappiamo che è l'uno e l'altro. Certo questo è un momento veramente complicato, ma la speranza non ci deve abbandonare. La scrittura aiuta ad superare questi terribili momenti. Essa è un faro che illumina le strade della vita e, ci aiuta a fronteggiare gli ostacoli. Grata per questo meraviglioso commento. Serenella Menichetti
EliminaUn grazie di cuore al nostro grande condottiero per la sua meravigliosa accoglienza su questa isola, dove ogni poesia è simbolo di condivisione e amicizia, proprio perché linguaggio universale che sgorga dall'umano sentire. Serenella Menichetti
RispondiElimina