Maria Rizzi, collaboratrice di Lèucade |
- Maria Rizzi su Come pioggia sottile di Roberto De Luca - Graus Edizioni
Ho
avuto l’onore d leggere in anteprima il
romanzo di esordio del carissimo amico Roberto De Luca, “Come pioggia sottile” edito
dai tipi di Graus. L’Autore scrive da quando era giovanissimo, è Poeta e ha composto
raccolte di Racconti come “Dark” e A
furia di sfogliare”, di grande impatto emotivo e con strutture che erano
presagi di romanzi. La pioggia sottile è una metafora indovinatissima
dell’atmosfera che circonda i quattro protagonisti del testo e che rappresenta
lo specchio del clima nel quale oggi vivono e sono indotti a vivere i giovani.
L’Opera può definirsi esistenzialista, in quanto si concentra su come l’uomo si
trovi a essere nel mondo in un periodo di crisi profonda dei valori
intellettuali, etici e sociali. Non si tratta di una filosofia, ma di una vera
e propria dimensione culturale che pone l’attenzione sugli aspetti negativi
della condizione umana nel mondo. Kierkegard, padre di questa dottrina,
sosteneva che attraverso ogni decisione la nostra esistenza viene plasmata
definendo chi siamo e cosa ci lasciamo alle spalle. Nel caso del romanzo di
Roberto De Luca questi concetti sono rilevabili sin dalle prime pagine. Ci
troviamo di fronte a un libro corale, per cui i quattro giovani, Luigi,
Orietta, Patrizio e Mark, molto diversi caratterialmente, si pongono lo stesso
obiettivo: cambiare città per cercare di realizzare le proprie passioni, forse
solo per darsi un’identità. Gli aspetti individuali sono determinanti alfine di
comprendere la spinta comune al cambiamento e la scelta di trasferirsi in una
città della Repubblica Ceca. Luca Giordano, ottimo prefatore, evidenzia quanto
sia singolare la scelta che ‘gli immigrati siano italiani’. L’Autore sembra
voler marcare la necessità di un cambiamento, di uno spostamento che è risposta
alle necessità interiori di darsi un’identità. Ed è interessante che tale
ricerca decidano di attuarla in un altro paese, dove teoricamente diventano
presenze clandestine. Sono lì, ma al tempo stesso non lo sono. Vivono su una
soglia, come non persone. La decisione dei giovani, senza lavoro, - anche se
Luigi è all’ultimo anno di Lettere e Orietta è pittrice autodidatta e ha
seguito corsi di cucina - , nasce dall’attrazione verso una città esoterica come
Praga, detta “Città d’oro” o “Delle cento torri”. Luigi si proietta nelle
realtà vissute tra mistero e magia da Franz Kafka, che forse rappresenta
l’alibi ideale per seguire Orietta, verso la quale prova un’innegabile
attrazione; Mark è praghese, ha una storia personale complessa, che tace a
Orietta, con la quale vive una vicenda pseudo - sentimentale e Patrizio, il più
semplice, trascina le giornate legandosi
a qualsiasi speranza di cambiamento. Si ha la sensazione che la prima spinta
dei protagonisti non sia di trovare un lavoro - anche se si adoperano per farlo
- , ma di conoscere qualcosa di se stessi, consapevoli di trascorrere, come
troppi, il tempo correndo per evitare di trovarsi di fronte alle proprie
verità. E la scelta di Roberto di spingere i suoi personaggi altrove si rivela
originale, in quanto il focus del nostro essere non è un luogo, ma un progetto
per il futuro, un’idea, un percorso, un metodo, una storia di conoscenza. Ogni
essere umano ha centinaia di persone separate
sottopelle,
ma sembra che il tipo di esistenza che si conduce impedisca di dare a ognuno
una personalità e una relazione con coloro che lo circondano. Il nostro Autore
ci mette di fronte all’evidenza di non poter realizzare rapporti tra i
protagonisti. Il romanzo vede i giovani molto più attivi a Praga che in Italia.
Orietta ha modo di aprire un locale di pasticceria, Luigi e Patrizio trovano
lavoro come camerieri part - time , Mark continua a svolgere i suoi traffici
malavitosi, ma i rapporti tra loro sono a fil di vita. Nessuno riesce a dare
l’esatta misura di ciò che pensa, di ciò che soffre, della necessità che lo
incalza. Sono consapevoli, forse, che le parole possono celebrare la bellezza,
ma sembrano incapaci di esprimerle. Il più libero è senza dubbio Patrizio. La sua
indole semplice gli rende possibile comunicare la sua essenza, tant’è che
instaura una relazione con una ragazza praghese e decide senza porsi troppe
domande di sposarla. Il giovane viaggia su un registro naturale, istintivo, che
lo rende libero. Luigi, per dirla con il suo Kafka, “si dibatte nei tentativi di parlare di ciò
che
ha
nelle ossa che soltanto in quelle ossa può essere vissuto”. Roberto attua, a
livello narrativo, un espediente eccellente, infatti si pone come narratore
onnisciente, ovvero che racconta in terza persona eventi ai quali sembra
assistere dall’esterno. Ovviamente ogni libro è specchio della personalità di
chi scrive, ma è affascinante seguire un testo nel quale lo scrittore
concepisce la psicologia dei personaggi, le loro azioni, ma si pone super
partes. La cifra stilistica è fruibile, immediata, cinematografica. Le sequenze
narrative sono visibili, legate a un realismo letterario che lega il lettore al
romanzo. Da citare i bellissimi dialoghi di Orietta e di Mark con simboli diversi
dagli esseri umani. Roberto non è nuovo a queste scelte, si potrebbe definire
uno specialista. I dialoghi di Orietta con un gatto e di Mark, nel palazzo di
famiglia, con le foto dei parenti, risultano di un nerbo straordinario e
trasmettono pathos ed emozione. Ovviamente sono un’ulteriore dimostrazione di quanto
i giovani e le persone in genere si sentano nell’impossibilità di comunicare le
sensazioni, i sentimenti, le fantasie. E il conflitto interiore deriva
dall’incapacità di superare la paura di amare gli altri. Il romanzo di Roberto,
con naturalezza, senza alcuna ostentazione, mette a fuoco come siamo sradicati
dalla realtà affettiva e questa realtà sfuma, si opacizza, diventa nebulosa,
lasciandoci solo i sogni e i desideri di quegli oggetti che ci rendono poveri
d’animo. Un testo didattico, che affronta tanti mali della nostra società
attuale con levità, coinvolgendoci in un’Opera che appassiona, induce a
riflettere, a tratti diverte, e dimostra che la scrittura può unire una parola
all’altra con la speranza di unire un uomo all’altro.
Maria
Rizzi
Splendida l' esegesi di Maria Rizzi sul romanzo "Come pioggia sottile" di Roberto De Luca. Precisa l'analisi dei personaggi, la malinconia soffusa che pervade tutta la vicenda, gli scenari della vecchia Praga, i conflitti generazionali. Complimenti a Roberto per questo romanzo che fa sognare e a Maria per l' acuta analisi che ne ha fatto. Un abbraccio forte al nostro Condottiero che permette di incontrarci sulla sua Isola incantata!
RispondiEliminaLoredana D'Alfonso
Grazie infinite Lolli mia! Sei stata l'intervistatrice di Roberto, conosci molto bene i variegati aspetti del suo romanzo e le tue parole mi scaldano il cuore come sempre. Ti tengo stretta stretta insieme al nostro Condottiero!
RispondiEliminaGrazie Maria per questa tua intensa recensione sul mio libro. A dire il vero , mentre scrivevo , non ho mai pensato di incentrare il testo sull' incomunicabilita' , che è uno degli aspetti che caratterizza la nostra epoca. Pensavo piuttosto all' indecifrabilita' del tempo che stiamo vivendo, ma ne è uscito, in maniera più potente, l' aspetto che tu stessa hai sottolineato, anche se, a ben vedere, le due cose sono due vasi comunicanti. Volendo portare il discorso su aspetti puramente filosofici, direi che il nostro è un tempo che pone una serie di punti interrogativi poco risolti e apparentemente irrisolvibili, almeno finora. Questo genera una incomunicabilita' del 'Profondo', contraria a una comunicabilita' che esiste, ma si mantiene su strati superficiali, poco soddisfacenti a livello interiore.Forse è anche per questo che i vari personaggi parlano delle loro cose più importanti con gatti e fotografie, piuttosto che con altri esseri umani! Grazie per avermelo evidenziato cara Maria e rivolgo un grazie spassionato all' ottimo Condottiero di questo interessante blog, Nazario Pardini.
RispondiEliminaE' un tipo dinoccolato Patrizio? E' bruno con i capelli un po' arruffati? E Orietta piccolina e un po' riccia? Luigi avrà un paio d'occhiali per leggere e rileggere Kafka fino all'osso, e Mark è un malavitoso pieno di malinconia per ciò che non ha? Chissà, mi dico, e come sempre immagino dalle parole di cui Maria, in questa sua bella recensione, si serve per indirizzarci al cuore della storia: l'incomunicabilità con sé stessi riflessi negli altri e la ricerca del sogno, del suo desiderio primigenio come pioggia sottile, che scende timida e tenace. Sembra davvero interessante. Congratulazioni e voi!
RispondiEliminaE' un tipo dinoccolato Patrizio? E' bruno con i capelli un po' arruffati? E Orietta piccolina e un po' riccia? Luigi avrà un paio d'occhiali per leggere e rileggere Kafka fino all'osso, e Mark è un malavitoso pieno di malinconia per ciò che non ha? Chissà, mi dico, e come sempre immagino dalle parole di cui Maria, in questa sua bella recensione, si serve per indirizzarci al cuore della storia: l'incomunicabilità con sé stessi riflessi negli altri e la ricerca del sogno, del suo desiderio primigenio come pioggia sottile, che scende timida e tenace. Sembra davvero interessante. Congratulazioni e voi!
RispondiEliminaPatrizia... che meraviglia vederti descrivere i quattro protagonisti. Hai colto l'essenza di ognuno e non mi meraviglio. La famosa chiave. Un bellissimo Dono il tuo commento per un romanzo che si ama subito, perché è specchio dell'inquietudine dei nostri figli, del loro desiderio di ritrovarsi. Grazie infinite, amica bella. Roberto sarà felice. Vi abbraccio entrambi con tutto il mio affetto!
RispondiEliminaRoberto mio, non devi ringraziarmi, sono io grata a te per avermi donato uno specchio della nostra epoca. Leggerti equivale a capire di più i giovani, ma anche noi stessi. A ritrovarci. Il romanzo è un gioiello e mi auguro davvero che abbia la fortuna che merita. Ti voglio bene da sempre.
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RispondiEliminaTi ringrazio per questa tua simpatica deduzione e descrizione. Hai azzeccato alcune caratteristiche dei personaggi: Patrizio è dinoccolato si ed è anche bruno, però ha i capelli lisci. Orietta è riccia e bionda però non è piccolina, cioè minuta. Luigi ama leggere, scrivere , e' un osservatore , ma non porta occhiali😂 Su Mark ci hai azzeccato in pieno, solo che per lui le cose stanno in quel modo solo fino a un certo punto... Sulla pioggia sottile siamo a un ...come si diceva in quel gioco...🤔 Focherello!! Di più non posso dire! Comunque grazie Patrizia . Ti mando invito per la prossima presentazione, se potrai!
Aggiungo, come dice Maria, che sicuramente hai colto l' essenza di ognuno di loro... Grazie ancora Patrizia e un grazie a Maria e a Nazario che ci ospita
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