Il 28 maggio, ore 19 e pochi spiccioli, presso
il Polmone Pulsante (salita del Grillo 21, Roma), Franco Campegiani, Marco Mastrilli e Claudio
Fiorentini, hanno dato vita al Manifesto "IL BANDOLO".
L'intenzione, con questa operazione, è di contrastare la
"dispersione" che oggi caratterizza il sistema della promozione artistica.
La cronaca
L'intenzione, con questa operazione, è di contrastare la
"dispersione" che oggi caratterizza il sistema della promozione artistica.
La cronaca
Ieri si è
svolta una serata esplosiva al Polmone Pulsante; critici ed eruditi
hanno dato vita a un dibattito folgorante e difficile. Dibattito di un un
livello culturale veramente elevato. Si possono dichiarare veramente contenti
gli audaci iniziatori di un manifesto artistico di tale portata; e soprattutto
Claudio Fiorentini, Marco Mastrilli e Franco Campegiani per essere stati
la fiamma che ha acceso la miccia; importante ora dare seguito ad un'opera
di così alto profilo novativo che avrà senz'altro voce nella cultura artistica
a venire, nella storia letteraria del secolo. I commenti più importanti sono
venuti da Angelo Sagnelli, Michele Bianchi, Ettore Giaccaglia e da altri
personaggi del panorama culturale attuale. Se da una parte Sagnelli si è
soffermato sul fatto che a questo Manifesto manca qualcosa di fattivo,
rimanendo quindi una dichiarazione di intenti, dall'altra parte Giaccaglia ha
sposato interamente il contenuto, anche perché lui è a capo di una fondazione
(Mecenate Italia) che lavora proprio nella direzione descritta. La discussione
si è protratta per quasi tre ore. Ma gli argomenti erano ti tale interesse che
si sarebbe potuta prolungare ben oltre. Questa la confessione schietta di
Claudio Fiorentini: "Insomma, credo di essere entrato nella gabbia dei
leoni, senza aver studiato da domatore... la prossima volta reagirò con
forza, usando il candore, che mi caratterizza". E quella di Franco
Campegiani: "Il folto pubblico di addetti ai lavori (artisti, letterati
e critici), molti dei quali membri della sezione romana del Circolo Culturale
I.P.LA.C (Insieme per la Cultura), diffuso su scala nazionale, che in qualche
modo ha costituito l'alveo in cui l'iniziativa è nata, ha incentrato la conversazione intorno al nucleo ideale che il manifesto intende portare avanti: quello dell'arte come "vocazione", idea destinata a creare una ferita
profonda nell'odierno tessuto culturale dominato dall'idea diametralmente
opposta dell'arte come puro e semplice professionismo. Non per denigrare il
professionismo (ci mancherebbe altro!), ma per dire con forza che esso è
ininfluente ai fini della creatività".
QUESTO IL DOCUMENTO CON I FIRMATARI
MANIFESTO CULTURALE
IL BANDOLO
L’arte nasce da un dialogo
interiore per diventare pensiero in movimento che genera cambiamento. Noi
prendiamo parte a questa dinamica diventando i consapevoli tessitori di una
tela che sappia restituire dignità e libertà ad una cultura impantanata nel
narcisismo, nella consorteria e nell’autocelebrazione.
Nostri valori sono il
risveglio creativo, l’autenticità, il coinvolgimento e l’aggregazione, nel
desiderio di infrangere le barriere e gli schemi che ingabbiano i circuiti culturali
e artistici, ammorbati dall’arrivismo e da un erroneo concetto del professionismo
culturale. L’arte è innanzitutto vocazione.
Nostro intento è sostenere
e promuovere iniziative che diano nuovo vigore e slancio al lavoro creativo,
facendo sviluppare le idee che sgorgano da ogni gesto culturale in una verità
che sia lontana da qualsiasi mistificazione. Vogliamo coltivare un pensiero che
faccia germogliare valori universali autentici nel fascinoso ma purtroppo arido
mondo contemporaneo.
Dove l’arte si aggrega, c’è
un messaggio di pace.
Oggi assistiamo al triste spettacolo della
dispersione delle manifestazioni culturali e artistiche, a causa del narcisismo
dell’artista e della malaugurata mentalità di curare il proprio orticello e di
non arricchirsi del lavoro di squadra. Ciò di cui è carente la cultura
contemporanea è il senso della Comunità, del vivere insieme, della partecipazione, a dispetto
dell'estensione abnorme della comunicazione e dei suoi orizzonti.
Tutto si esplica a livello superficiale e questa
dispersione limita la conoscenza. Più che divulgare il pensiero che fermenta
tra di noi, si divulga il pensiero contenuto in prodotti commerciali. Raramente
si divulga la nuova arte, che esiste, ma è neutralizzata da questo bieco
sistema che crea sempre maggiore dispersione e non sostiene l'opera nel suo
essere strumento di comunicazione.
E' facile neutralizzare l’arte: basta uno specchio
per allodole! I mezzi di diffusione dell’arte difficilmente sono altro che
ricettacoli di narcisismo, e troppo spesso gli spazi di diffusione sono
riservati a chi paga più che a chi merita. È
facile soddisfare l’ego, la
voglia di emergere, di far sentire la propria voce. Per questo le opere di
qualità nuotano in un pasticcio di mediocrità che le rende invisibili. Pagando si ottiene un servizio atto a soddisfare
l'autore, e non un servizio di diffusione dell'opera artistica.
È difficile promuovere prodotti artistici, per
farlo ci vuole coraggio. Gli operatori debbono
proporre valori: il valore della scoperta, il valore della diffusione, il
valore della cura del prodotto, il valore dell’incontro e il valore
dell’aggregazione. Che sia un editore, un libraio, un salotto culturale, una
galleria d’arte, un teatro, un premio letterario… tutto quello a cui noi artisti ci rivolgiamo deve
proporre valore, non deve essere un semplice specchio di Narciso.
Il peggior nemico dell’artista è l’ego, e sarebbe
ingenuo pensare che sostituire l'Io con il Noi possa essere sufficiente per
raggiungere l'universalità, da non intendersi, questa, in senso meramente
globalizzante ed estensivo. Superare l'individualismo è possibile riconoscendo
e abbracciando il livello più profondo della soggettività. Un conto è l'Ego, un conto è il Sé.
Il mondo contemporaneo è devastato da un improprio
ed arido concetto aggregativo che spinge a vivere con superficialità. L'omologazione
è il sintomo dell'assenza di profondità.
Bisogna tacitare pertanto quell'erronea propaganda che subdolamente spinge
a fraintendere lo scavo interiore, la ricerca di se stessi, l'autoanalisi,
etichettandola come intimismo, come esclusione dell'altro, come ripiegamento
dell'ego su se stesso.
È fondamentale che l'individuo inizi a pensare a se
stesso non più come a una monade, ma come a una comunità. L'arte è
comunione, è scambio, è dialogo che avviene nel profondo. E' là che risiedono i
valori universali, mentre si tende a confondere l'universale con il pubblico consenso. L'arte non parla a tutti, massificandoli,
ma parla al cuore di ognuno. Non è un messaggio politico o pubblicitario, ma
una rivelazione del senso, o di un senso, della vita. Essa si rivolge realmente
all'altro, nella consapevolezza che
l'altro è prima di tutto una
dimensione coscienziale di sé.
Se la disgregazione è il risultato di un becero
sistema che governa il mondo dell’arte, allora quantomeno bisogna cercare
l’aggregazione, cercare la coesione, cercare di unire in uno, o vari bacini, i
creativi che vogliono uscire dallo schema solito della divulgazione dell’arte e
della cultura contemporanee. Il
tutto nel tentativo di orientare i gusti di un pubblico sempre più vasto verso
un prodotto culturale di maggiore qualità.
Con l’aggregazione, la condivisione, l’unione e lo
scambio di opinioni, potremo dare all’arte la sua giusta dimensione e sopperire
alle gravi mancanze di questo sistema. Il potere è come noi lo vogliamo, perché il danaro è al servizio della
mente e non è vero il contrario. Sta dunque a noi - individualmente a ciascuno
di noi - tentare di cambiare direzione, e gli spiriti creativi hanno in questo
una grande responsabilità.
Le arti sono palestre di pensiero, laboratori di
creatività, e come tali dobbiamo trattarle.
1. ClaudioFiorentini
2. FrancoCampegiani
3. Maria Rizzi
4. Nazario Pardini
5. Andrea Mariotti
6. Marco Mastrilli
7. LoredanaD’Alfonso
8. Patrizio De Magistris
9. Valeria Bellobono
10. Pio Ciuffarella
11. Massimo Chiacchiararelli
12. Sandro Angelucci
13. Laila Scorcelletti
14. Ninnj Di Stefano Busà
15. Associazione Culturale Polmone Pulsante
16. Roberto Guerrini
17. Deborah Coron
18. Simona Simoncioli
19. Sonia Giovannetti
20. Roberto De Luca
21. Luca Giordano
22. Paolo Buzzacconi
23. Gabriella Di Francesco
24. Fabrizia Sgarra
25. Roberto Mestrone
26. Angiolina Bosco
27. Pasquale Balestriere
28. Umberto Cerio
29. Umberto Vicaretti
30. Francesco Dettori
31. Valentina Vinogradova
32. Claudine Jolliet
33. Andrea Marchetti
34. Stefania
Catallo
35. Mauro Montacchiesi
36. Patrizia Bruggi
37. Diego Romeo
38. Camilla Migliori
39. Alberto Canfora
40. Angelo Sagnelli
41. Patrizia Stefanelli
42. Ester Cecere
43. Orsola Fortunato
44. Adriana Pedicini
45. Giovanna Repetto
46. Alfonso Angrisani
47. Concezio Salvi
48. Lorella Crivellaro
49. Maurizio Navarra
50. Aurora De Luca
51. Emilio Anselmi
52. Mario Prontera
53. Angelo Mancini
54. Gianpaolo Berto
55. Dario Puntuale
56. Umberto Messia
57. Roberto Nizzoli
58. Patrizia Poli
59. Maria Vittoria Masserotti
60. Michela Zanarella
61. Roberto Furcillo
62. Giovanni
Bergamini
63. Norbert
Francis Attard
64. Daniela
Taliana
65. Bartolomeo Errera
66. Fabiana Boiardi
67. Alessandro Da Soller
68. Antonio De Cristofaro
69. Franco Vetrano
70. Maria Ebe Argenti
71. Michelangelo Bartolo
72. David Manfredi Troncone
73. Federica Sciandivasci
74. Giovanni Caso
75. Elisabetta Bagli
76. Lorena Turri
77. Marco G. Maggi
78. Antonio Moscatello
79. Alfredo Carosella
80. Claudio Sbordoni
81. Fondazione Mecenate Italia ONLUS
82. Circolo IPLAC (Insieme per la Cultura)
83. Carla De Falco
84. Giancarlo Iacomucci (in arte Litofino)
85. Gianni Caruso
86. Iginia Bianchi
87. Vittorio Picciocci Desole
88. Graziella Benatti
89. Maurizio Bacconi
90. Fiorella Cappelli
91. Francesco Paolo Tanzj
92. Giuseppe Lorin
93. A.P.S. Le Ragunanze
94. Paola Meschini
95. Gualtiero Redivo
96. Maurizio Donte
97. Luigi Bartalini
98. Giuseppe
Ghisellini
99. Marzia
Dati
100. Laura
Scanu
101. Eliana
Rossi
102. Paolo
Viterbini
103. Cinzia Gargiulo
104. Camilla
Viscusi
106 Aia Ianniti
107 Franco Rizzi
108 JoséAntonioOrts
109 AntonellaAntonelli 110 Rodolfo Vettorello |
Parole sante, parole giuste, quelle usate in questo manifesto per reagire all'abbandono, all'asfissìa, al declino di una cultura "essenziale" nella vita di ognuno e di tutti: l'ARTE, che bisogna rendere libera e consapevole di un valore universale fortemente impregnato di etica e di elevazione umane, le quali esplorando la china del mondo possano in futuro divenire portatori di rivelazioni che abbiano come fondamento la pace e il destino della terra.
RispondiEliminaUna palingenesi che non si nutra di se stessa, come fatto avulso da sé, (cannibalismo d'intelletto) dedito alla sua autocommiserazione, ma sia la fonte battesimale di un vero programma umanitario, il referente e il dialogo dell'intero processo della specie. Auguro al progetto il successo che merita, paventando il dubbio che non sia accolto come merita da una società (la nostra): egoista, pigra, involuta, individualista, versata agli utili e alle contraddizioni epocali orientabili sempre più solo alla loro epopea. La mancanza d'Arte è sinonimo di assenza di pensiero, e dove il pensiero arretra l'uomo muore...e come uomo intendo il meglio di se stesso-
Ninnj Di Stefano Busà
A me pare che questo Manifesto vada ben oltre la dichiarazione d'intenti sostenuta da Sagnelli, poiché il suo impianto complessivo è testimonianza di una fede, di una convinzione profonda che la poesia rappresenti e incarni qualcosa di essenziale da cui non si può in alcun modo prescindere; e che perciò rifugge da mode ed etichette, da soluzioni approssimative e spesso cervellotiche. Libertà del poeta sì, ma anche confronto che può offrire prospettive diverse e nuovi orizzonti.
RispondiEliminaIn ogni modo, plaudo all'iniziativa, nella speranza che possa contribuire a diffondere nuovi fermenti di poesia. E sottoscrivo il contenuto del Manifesto.
Pasquale Balestriere
Nell'incontro/dibattito al "Polmone Pulsante" del 28/05, dove si è presentato e discusso il manifesto culturale denominato "Il Bandolo", c'era un folto pubblico di addetti ai lavori (artisti, letterati e critici), molti dei quali membri della sezione romana del Circolo Culturale I.P.LA.C (Insieme per la Cultura), diffuso su scala nazionale, che in qualche modo ha costituito l'alveo in cui l'iniziativa è nata. L'accesa conversazione si è aggrumata intorno al nucleo ideale che il manifesto intende portare avanti: quello dell'arte come "vocazione", idea destinata a creare una ferita profonda nell'odierno tessuto culturale dominato dall'idea diametralmente opposta dell'arte come puro e semplice professionismo. Non per denigrare il professionismo (ci mancherebbe altro!), ma per dire con forza che esso è ininfluente ai fini della creatività.
RispondiEliminaFranco Campegiani
Sono convinto anch’io che questa iniziativa possa produrre un incontro significativo, una più organica comunicazione, una migliore forma di espressione e maggiore possibilità creativa. Firmo anch’io il manifesto perché penso che possa produrre anche attività più fervida del pensiero e dell’arte, in un mondo che ha sempre più bisogno di confronto dialettico e di una discussione più generalizzata e generalizzante. Il mondo del poeta non può essere né una torre d’avorio, sia pur bella e munifica né un deserto luminoso ma arido, in cui si cerchino specchi autoreferenziali. Mi auguro che l’iniziativa metta presto in moto attività importanti.
RispondiEliminaUmberto Cerio
In qualità di Consigliera e fondatrice del Circolo Iplac - Insieme per la cultura - che il caro Franco Campegiani ha citato nel suo post, desidererei dire che il fervore di tanto idealismo è nato anche da anni di 'fatti'. Il nome della nostra Associazione credo, infatti, simbolizzi il senso che intendiamo dare alla cultura. Renderla un fattore di aggregazione, di coinvolgimento di tutti, di sinergie e di assenza di competitività. Abbiamo provato a sovvertire il sistema esistente improntando gli eventi sull'assoluta assenza di autoreferenzialità. Si lavora da 'operai' non per sminuire il senso dell'arte o dei rappresentanti di essa, ma per partire dall'umiltà, dalle maniche rimboccate, dal lavoro silenzioso, dalla stima autentica. Il Manifesto può dare concretezza e organizzazione a tale lavoro, che svolgiamo in molte regioni, essendo IPLAC distribuito su tutta la penisola. Non a caso tra i firmatari figura il nostro Presidente torinese Roberto Mestrone, il vice - Presidente grossetano Roberto Guerrini, la Segretaria padovana Deborah Coron e molti soci. Auspichiamo che il progetto divenga un vessillo per associazioni come le nostre! Maria Rizzi
RispondiEliminaIl Bandolo è un grido, e il grido è una delle risorse che ci consentono
RispondiEliminadi manifestare. Questo grido è nato frequentando salotti ed eventi, che
contrastano il sistema dell'arte. Mi spiego: il sistema di promozione
delle arti è dispersivo. Infatti non si promuove l'arte, ma si
accontenta l'ego dell'artista, che si tratti di un poeta, di un
pittore,
di uno scultore... non c'è differenza per il sistema dell'arte: la
promozione è merce, chi paga è l'autore. Questo è il vero problema. Non
sbaglia l'autore o l'artista che cerca un minimo compenso per
quello che
fa, ma c'è un sistema bizzarro che invece di realizzare il suo sogno,
gli vende un'illusione. Il primo abbozzo del Bandolo viene dalla
necessità di identificare i valori che possono contrastare un sistema
dell'arte che fagocita le opere, e che non fa differenza tra il nulla e
il capolavoro, tanto tutto va a finire al macero!
Sono felice di leggere i vostri autorevoli commenti. Ora però uniamo le
nostre forze: il valore dell'aggregazione, declinato in molte forme, è
un'arma da contrapporre alla dispersione che sgretola il panorama
artistico e culturale. Non si può accettare che un libro di qualità
venda solo 200 copie (anche meno), non si può accettare che le gallerie
d'arte si riducano ad essere "affittachiodi", non si può
accettare che
la qualità non sia riconosciuta. L'arte tutta, buona o meno buona,
l'opera matura e l'opera meno matura, il testo inutile e il
capolavoro,
la genialità e la banalità sono tutte confuse in una matassa... e per
districarla occorre trovare il bandolo.
Claudio Fiorentini
Ho letto con attenzione il manifesto "Il Bandolo" e concordo pienamente con i valori ed i concetti, così chiaramente espressi. E' davvero singolare la similitudine utilizzata: cultura/arte/espressività = gomitolo aggrovigliato, nel quale cercare il bandolo della matassa. E' vero, esistono opere buone, meno buone, mediocri e scandalose, e non sempre la qualità emerge con la sola forza del suo valore artistico. Magari i miei sono pensieri banali e forse triti e ritriti, ma da sempre nel mio piccolo ho fatto tesoro delle molte diversità che la mia piccola arte mi ha permesso d'incontrare. E' stupendo imparare continuamente, alimentare quel serbatoio che fa di ogni mente uno scrigno prezioso. Sono socia I.P.L.A.C. e sono davvero fiera di aver incontrato persone così interessanti e stimolanti. Spero che il progetto abbia seguiti interessanti per tutti. Buon lavoro. Emy Pigureddu
RispondiEliminaProvo grande stima per coloro che lo hanno pensato, strutturato,redatto e che lo stanno facendo diventare una realtà condivisa con impegno quotidiano, per tale motivo sottoscrivo pienamente il manifesto culturale Il bandolo,con la speranza di poter anche io dare il mio piccolo contributo alla cultura. Grazie a Claudio, Franco, Marco per avere sempre il coraggio e la libertà delle proprie idee e di saperle condividere. Federica Sciandivasci
RispondiEliminaGentilissimo Claudio Fiorentino,
RispondiEliminaho potuto leggere con calma, stamattina, il manifesto culturale e le conclusioni. Tutto perfetto, aderisco con piacere e convintamente all'iniziativa.
Purtroppo l'arte, in questo particoolare momento storico, è in profonda sofferenza. In una recente intervista, Botero ha detto che bisogna essere pittori, pittori, pittori: cioè bisogna essere conoscitori, studiosi, appassionati della pittura, perché la creatività ha come supporto la conoscenza delle tecniche storiche. Molte opere, che oggi vengono acquistate a prezzi esorbitanti, domani varranno nulla, perchè presentano invezioni e impasti cromatici che poco hanno a che fare con l'arte.
Per quanto riguarda la poesia, oggi ha scarsa, anzi scarsissima circolazione. La poesia ha avuto i suoi momenti d'oro al tempo dei salotti mondani, quando non c'erano altre forme di diletto. Tranne che da pochi veri amatori, essa è da tutti trascurata, i giovani soprattutto la rifuggono.
Complimenti per la bella iniziativa: appongo con piacere la mia firma al manifesto
Vivissime cordialità
Giovanni Caso