Paolo Bassani, collaboratore di Lèucade |
DON BRUNO BALDACCI
E’ VIVO NEL RICORDO
Note di Paolo
Bassani
Io
e l’amico Dino abbiamo avuto l’onore di incontrare e conoscere Don Bruno
(Monsignor Bruno Baldacci), il sacerdote missionario, nel 2006 martire in
Brasile, dal 1964 terra del suo apostolato.
Gli
abitanti più anziani che hanno conosciuto personalmente Don Bruno ne conservano
vivo e affettuoso il ricordo. Vorremmo, tuttavia, che la sua immagine fosse
nota a tutti – soprattutto alle nuove generazioni -come testimonianza e
insegnamento di fede ed autentico impegno cristiano. Don Bruno è stato il primo
sacerdote donato alla Chiesa dalla Parrocchia di Santa Maria del Molinello.
Egli fu sempre consapevole di questo onore e della responsabilità che ciò
maggiormente imponeva. Lo ricordò anche
nel 1993 quando tornò in occasione del 50° anniversario della elevazione
a Parrocchia del Santuario. In quella circostanza fu stampato un elegante
volume che riportava i pensieri e le testimonianze dei 50 anni della
Parrocchia. In questo contesto furono pubblicate diverse lettere scritte da Don
Bruno a Don Mariano Lori, il parroco d’allora. Questi scritti sono una vera e
viva testimonianza della profonda spiritualità che ha animato Don Bruno;
spiritualità che limpidamente traspariva sempre nel suo pensiero.
Don
bruno, più volte venne a trovarmi a casa, in occasione dei suoi brevi rientri
estivi. Mi parlava con grande affetto della realtà missionaria della sua
parrocchia e della sua gente in Brasile. Una volta volle portami anche un dono
realizzato da un suo parrocchiano: una piccola artistica zucca splendidamente
incisa (che inserisco a fine articolo). Custodisco con affetto questo ricordo,
così come conservo il testo di alcune sue lettere. Vorrei proporne una che Don
Bruno scrisse nel 1968, alla vigilia della sua consacrazione sacerdotale.
Carissimi
conterranei di Molinello e Fornola,
sono figlio
della vostra terra, Fabiano mi ha dato i natali.
Vicende storiche mi portarono prima al Termo, dopo a Roma e infine
qui in Brasile da dove vi scrivo, ma sempre mi sono sentito unito a voi. Sì lo
so, il tempo inesorabilmente passa; quelli che ieri erano i miei compagni di
scuola e di giochi, oggi sono uomini e donne ed alcuni pure con la
responsabilità d'una famiglia. È così: ieri ragazzi, oggi uomini. Ben penso
che, nonostante tutte queste vicende storiche, molti mi ricorderanno, in modo
particolare quelli di Fornola dove ho passato la maggior parte della mia
permanenza in Italia. Fornola è testimone delle mie birichinate e di tante
altre cose... Siamo stati tutti ragazzi! La chiesetta di Fornola però mi è
particolarmente cara. Lì infatti ricevetti la Cresima e la Prima Comu nione e dopo
mi vide seminarista. Pure i vecchi platani del Molinello sono legati a tanti
miei ricordi di fanciullo e di ragazzo. Ma il tempo passa e già da quattro anni
sono in Brasile.
Carissimi,
perché questa mia? Dal momento che sono figlio della vostra terra, membro della
vostra comunità vengo a comunicarvi che il 15 novembre alle ore 9 (11 ore
italiane) sarò ordinato sacerdote. Se non sbaglio sono il primo della comunità
del Molinello che abbraccia il ministero sacerdotale. Questo sia per voi un
orgoglio e nello stesso tempo responsabilità. Uno della vostra comunità è
sacerdote, uno della vostra comunità è missionario. È vero io sono qui
rappresentando voi tutti, perciò sentitevi uniti a me. Aprite un poco i vostri
orizzonti e sentitevi responsabili per il mondo intero, per tutti i popoli.
Questo vuol dire essere missionari. Quando la Chiesa mi chiamò per andare
a lavorare in Brasile, dopo un poco di incertezza ho dato la mia risposta ed
ora eccoci qui. Confesso non fu facile, perché lasciare la propria terra, la
propria famiglia, è duro, ma la voce del Signore fu irresistibile. E ho
risposto. Oggi sono qui alla vigilia dell'ordinazione sacerdotale. Sento il
peso della responsabilità che sto assumendo. In un momento difficile per il
mondo, in un momento difficile per la Chiesa. I momenti di transizione sono i più duri
e dobbiamo avere il coraggio di eliminare tutto quello che millenni di storia
ci hanno attinto e che oggi non hanno più valore, ma nello stesso tempo di far
attenzione di non eliminare quei valori che sono validi per tutti i tempi. Sì,
lo so che cosa voglia dire essere prete. L'uomo che rinuncia a tutto per gli
altri. A volte si rinuncia quasi a tutto, ma il nostro egoismo, quello che
dobbiamo eliminare, quasi sempre va con noi anche quando lasciamo... casa...
famiglia... Non mi illudo: gli uomini vogliono vedere nel sacerdote l'uomo
perfetto, l'uomo senza peccati... Sono pronto per essere sacerdote, ma voglio
dirvi cosa rimango: uno di voi, con i miei difetti, i miei limiti...
Sicuro che mi
accompagnerete con le vostre preghiere vi saluto tutti. Un saluto tutto
particolare a quelli che furono i miei amici e amiche di scuola e di gioventù.
In attesa di rivedervi.
Don Bruno
Baldacci
In suo ricordo
l’Associazione Alpini di Vezzano ha voluto porre una targa presso la piccola
sorgente, detta polla della Madonna, distanti pochi metri dal Santuario, cui la
devozione popolare attribuiva proprietà taumaturgiche.
Anch’io ho voluto
ricordarlo con una poesia
MARTIRIO
(a Mons. Bruno
Baldacci)
A giugno ancora s’accenderanno
le candele innanzi alla Madonna
nell’antico Santuario al Molinello;
ancora s’alzeranno preghiere
e canti nel ricordo del prodigio.
Vorrei incontrarti come allora
sentire la tua parola fremere,
riaccendere nei cuori la speranza
dell’apostolo in terra di missione.
Sì, tu come l’Apostolo sei stato
testimone di fede e carità.
La tua vita agli altri hai fatto dono
seguendo ogni giorno il tuo Signore
fino all’estrema Croce del Calvario.
Paolo
Bassani
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