lunedì 11 settembre 2017

RICCARDO GHIDETTI: "SONETTO INEDITO"

Universale e petrosa armonia
che paura nell'animo diffonde
a tutti quelli che in terra natia
vagano ciechi verso cieche sponde.

Guardiamo il cielo in cerca d'una scia
che ci parli sincera senza fronde,
ma innanzi a noi furtiva fugge via
e lontana e brumosa si nasconde.

Il tempo vano della vita umana
è briciole di luce per le stelle,
ma nel guardarle l'animo si sana

perché mai vide cose tanto belle.
Io mi sperdevo e intanto scivolava
a Dio il passo del giorno a fior di pelle.


7 commenti:

  1. Benvenuto su Leucade, giovanissimo conterraneo.
    18 anni e un'ottima prova. Complimenti.

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  2. Complimenti per una ricerca poetica sempre più chiara e luminosa ....verso le stelle. Cari saluti.

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  3. Grazie per avermi concesso la mia prima pubblicazione, mi sento onorato nonché incredulo di questa mia prima esperienza.
    L'ispirazione mi è venuta guardando un film su Einstein, e dopo la visione di esso mi sono messo a meditare, e per giorni pensavo a questo universo, così insensibile, che ci ha abbandonato su questa terra ciechi, e noi come tali vaghiamo, ma le nostre mete sono sempre, anch'esse, cieche.
    Ovvio che questa emozione di paura è per quelli che ragionano sulla propria esistenza, per quelli che si rendono conto che, anche nella propria terra, sono sperduti e ciechi.
    L'uomo è l'uomo, quindi si mette a scrutare il cielo "in cerca d'una scia che ci parli sincera", d'una scia che ci dica le cose come stanno, ma questa è inafferrabile e furtiva fugge via, andandosi a nascondere lontana e brumosa.
    Il tempo di vita di un uomo è soltanto una misera emissione di luce stellare per le stelle: siamo vani rispetto alla durata dei corpi celesti.
    Ma queste stelle nel guardarle l'animo si sana perché mai vide cose tanto belle.
    Non lo so, ma penso che la contemplazione del cielo e dei suoi astri sia qualcosa di una bellezza senza eguale, una bellezza opprimente, se vogliamo; ma l'idea di appartenere a questa perfetta armonia, mi rallegra.
    Null'altro mi rimane che sperdermi cieco tra questa universale e petrosa armonia;
    E nel frattempo a Dio scivola il passo del giorno (ovvero lo scorrere del tempo sulla superficie della pelle) a fior di pelle.
    Grazie Binda, cari saluti anche a voi.

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  4. In pochi giorni si sono presentati alla ribalta di questo blog due giovanissimi con testi scritti in metrica. La cosa mi ha fatto un immenso piacere perché ritengo che il tessuto melodico sia parte integrante di ogni poesia. Continuate ragazzi! Aspettiamo altri vostri scritti.

    Carla Baroni

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  5. Grazie per esserti cimentato nel sonetto così giovane... Da figlia di esperto della metrica non posso fare a meno di ammirarti. Io non ho mai dato a mio padre la soddisfazione di scrivere una lirica in endecasillabi. Non era nelle mie corde. E sforzarmi per dare un habitus ai versi mi sembrava e mi sembra miserrimo. Tu sei verso la luce dell'ispirazione pura. Sai dare al metro classico un volto moderno. Crescerai e saprai essere originale e vero. Sceglierai la cifra stilistica che ti è più congeniale partendo da basi così solide. Complimenti... Sei una nota dolce e autenticamente poetica.
    Maria Rizzi

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    1. Grazie mille Maria per le tue parole, sono fonte di incoraggiamento per me.
      Ho ancora molto da imparare...
      Sarei estremamente "felice" se diventassi come lei dice:" originale e vero."
      Ma la strada è lunga...
      Sinceramente non so come risponderle, non sono assueto a complimenti di grande calibro.
      Cercherò di essere dolce e poetico, originale e vero. Grazie per questo utile consiglio.
      Riccardo Andrea Ghidetti

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