venerdì 8 marzo 2019

FULVIA FAZIO LEGGE: "I DINTORNI DELLA SOLITUDINE" DI NAZARIO P.


Rita Fulvia Fazio,
collaboratrice di Lèucade




Ho terminato adesso di divorare il Suo pregevole volume "I dintorni della solitudine", edito da Guido Miano. Si legge nell'affascinante prefazione di Michele Miano "... Alla sua poesia ... ad essa egli perviene in maniera quasi inconscia, o meglio, sulla scorta di un cammino empirico, di sofferenze vissute e ben radicate nel quotidiano."
Esemplificativo di ciò potrebbe rientrare, una fra le tante, la lirica "Matera": che poesia, questa! A me cara, perché mi riporta a quando, anni fa, volli recarmi in visita alle  città delle terre di Puglia, Basilicata, Marche ... Alla vista dei 'Sassi' trassi un'inconsueta, indicibile e viva, melanconia. Sì, da quella "bellezza dolente" solo le Sue strofe, Nazario, e i concetti intensi e vibranti espressi in sottrazione, nell'equilibrio evocativo del dolore personale e universale, riescono a stemperare l'emozione, il sentimento, quel registro dolorosamente vissuto all'impatto della visione realistica dell'abisso umano. Il suo toccante lirismo armonico, professore, apre alla personale riflessione e trova risonanza nel mio intimo, in una dimensione salvifica.
Rammentando qui Giuseppe Ungaretti  in "Mio fiume anche tu" da IL DOLORE, "... Ora che nelle fosse / con fantasia ritorta / e mani spudorate /dalle fattezze umane l'uomo lacera /l'immagine divina ... / (...) /Ora che sono vani gli altri gridi, / Vedo ora chiaro nella notte triste. / Vedo ora nella notte triste, imparo, /so che l'inferno s'apre sulla terra / su misura di quanto / l'uomo si sottrae, folle, /alla purezza della Tua passione. /"  le parole che riescono a " ... fratello che t'immoli /perennemente per riedificare / umanamente l'uomo"/ secondo la mia lettura,  la Sua "Matera", "... Oh Matera, /un melanconico richiamo di te, / che alla storia sai stringere la mano, / mi prende e mi cattura. E rivivo, /ora che gli anni hanno reso fino / il dolente riposo dei tuoi sassi, /la solitudine ardita del tuo manto."/ secondo il mio punto di vista, Lei, Nazario, coinvolge il recupero del passato nell'obiettività efficace della Sua ispirazione.
La creativa profusione semantica e stilistica, Poeta carissimo, è ricchezza tangibile e affettiva, cui il lettore si contamina in intelligibili, interiorizzati percorsi di vita.
Rapisce, altresì, "Dialogo." " Fra la storia e Leonida", conduce "Verso la luce" della Sua lirica armonia.
Grazie infinite della Sua POESIA.

Un caro saluto Fulvia


1 commento:

  1. Questa mia breve lettura ( alcune poesie di cui mi ero espressa, a suo tempo, sul blog, le ho felicemente ritrovate in questa raccolta - che a me rimane!-... ma ognuna meriterebbe un'accurata attenzione da palesare...) del suo significativo volume dal titolo dalla forte presa "I dintorni della solitudine", raccoglie cammei di saggezza dalle accattivanti, commoventi chiuse presenti nelle varie poesie: ad esempio " La piena del Serchio. /...divento un ramoscello in mezzo al mare... " La solitudine del mare. /... senza poter capire, e mi tormento,/quello che fuori esiste; e che mi è ignoto." ... " Non chiedermi. /... Ti posso solo dire dell'inquieto / mio essere. Del suo bramare invano;/ del suo microscopico restare /davanti a un mondo che non ha ragione /di essere tanto immenso e così estraneo / al pensiero di un uomo troppo umano./" Il manifesto funebre. /... della breve vicenda / che ti è toccata in sorte per la morte."... " Giocarsi il mare. /... ti sei giocato il mare." ... " Verso la luce./... Chi dice che non fosse / quella che io cercavo."/... da mandare a mente, legandole a ciò che il Poeta ha inteso di esprimere. Grazie dell'ospitalità professor Nazario. Fulvia Rita Fazio

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