Siccome fra
due giorni è la festa della donna, e c'è chi la festeggia, ho pensato di
inviare questa poesiola che ho scritto qualche mese fa; mi è venuta così...
Io sono
Donna, gloria del Creato,
sono la
terra del seme di vita,
colei che
impasta e modella il domani.
Io sono la
sorgente;
stilla da
me il tuo nettare e ogni dono.
Dalle mie
mani sbocciano le stelle,
si dischiudono i fiori sul mio
palmo
e ne fisso
l'incanto sulla tela.
Sono colei
che costruisce sogni
e,
inascoltata, siede
come
colomba al centro della Terra.
Scintilla
la mia mente,
e l'ala è
vasta e supera le vette.
Io sono la
pietà, la comprensione,
la rotta,
l'occhio attento,
sono la
forza e la rassegnazione.
grazie per questo onore, Professore . Approdare in Leucade è sempre bello :-)
RispondiEliminaLidia mia, 'la festa della donna', purtroppo è una commemorazione, ma per noi tutti è più facile trovare occasioni di svago che prendere atto della realtà. Con questo incipit non intendo offendere nessuno, in quanto sono consapevole che dare risalto a noi donne diventa sempre più importante. La tua lirica, impastata con l'amore e con la perfezione stilistica, rende omaggio alla Donna in modo superbo. Alcuni versi sono così belli che commuovono: "Io sono la sorgente;
RispondiEliminastilla da me il tuo nettare e ogni dono". E la costola di Adamo diviene la 'gloria del Creato' il grembo dell'umanità, 'la pietà, la comprensione', il senso del futuro. E nello scrivere un simile capolavoro non sottrai nulla all'uomo, non mostri volontà di femminismo, di rabbia... I versi sono al femminile, dedicati alla nostra storia, alla nostra realtà.
Un vero Dono per le donne e per coloro che le amano.
E un grande tributo al metro classico, che svetta altissimo senza sbarre, splendidamente moderno.
Ti ringrazio e abbraccio te e il nostro 'Nume tutelare' che senza dubbio si è innamorato della tua lirica.
Maria Rizzi