Nota di Marisa Cossu a “Poesie inedite
di Nazario Pardini“
(Articolo pubblicato
dal Blog “L’ombra delle parole”)
“Per
la poesia di Pardini è come se la civiltà tecnologica e lo sviluppo capitalistico
non ci fossero mai stati, sono semplicemente ignorati”, scrive Giorgio Linguaglossa
in una nota critica ad alcune poesie di Nazario Pardini pubblicate sul Blog
letterario “ L’ombra delle parole”.
In
pratica non si comprende come possa essere considerata poesia quella che
scaturisce dall’immediatezza oggettiva del mondo contemporaneo e sia, per
contro, da considerare antica e superata, la poesia che nasce sorprendentemente,
nonostante la durezza della società liquida e la ripetitività dell’uomo
protesi, dalla consapevole maturazione di idee e valori che, senza elidere il
moderno, scoprono la bellezza nella classica tradizione letteraria. Non si
comprende come la realtà possa essere ridotta a brandelli di esistenza fuori da
un contesto soggettivo che tenga conto dell’essere come formazione del vissuto
tra le meraviglie della natura e le conquiste della scienza. Esse dovrebbero
umanizzare l’epoca in cui viviamo , invece dividono, scavano trincee nella
comunità dell’Arte e della scienza in modo tale che il progresso tecnologico
finisce per superare quello della umanizzazione. Una grande disarmonia, quindi
tra gli individui, le loro relazioni, il rapporto con i primari valori
dell’esistenza.
Si
comprende, invece, che si senta il bisogno di un rinnovamento della poesia, coè
di riportare al centro il discorso su di essa. La poesia dei secoli venturi ha
bisogno di un Progetto vasto sul quale è lecito interrogarsi e manifestare le
idee che lo sottendono: una poesia fondata su valori etici oltre che estetici,
aperta all’altro da sé, immersa nella Natura, anche in quella che le realtà
virtuali propongono e di cui siamo parte. Ma il fascino di un mondo in cui la
natura sia madre della vita e a cui si possa ricorrere per descrivere passioni,
sentimenti, atmosfere e memorie, non dovrebbe mai venir meno, perché salvifico,
consolatorio e riccamente espressivo. Del resto se il poeta è testimone
privilegiato del suo tempo, resta tale nei diversi momenti e movimenti della storia,
così Petrarca e Dante che hanno ispirato la poetica fino ai nostri giorni. Riscoprire
i valori della tradizione sembra quindi necessario se si vuole innovare: “Nemo
dat quod non habet”.
Forse
non si dovrebbe considerare la poesia spezzettata in compartimenti correntistici
perché essa è una e origina dal
“complesso ingranaggio cuore-cervello”. Recenti studi di neuro estetica
affermano che siano verificabili con strumenti teconologici le modificazioni
del cervello all’esposizione dell’opera d’arte. Di fonte alla Natura l’uomo non
ha mutato il suo atteggiamento di accogliente e sofferta comunicazione: il
filosofo non è un poeta perché indaga sulla realtà conoscibile mediante la
ragione e i sensi. Il poeta va oltre anche usando il più moderno dei linguaggi,
e non è detto che la parola riesca sempre ad elevarsi e a volare al di là de
foglio su cui è scritta. La poesia non è morta perché alcuni poeti contemporanei,
sono pronti ad offrire un potente contributo alle poetiche dei giorni a venire
e lo fanno, come il grande Nazario Pardini, costruendo ponti tra la tradizione
e la modernità con l’onestà, la purezza e la profondità delle parole che
suscitano emozioni, recuperano la memoria, rendono viva una interiorità che ha
radici nel vissuto e nel miraggio. Se poi queste opere accettano di
confrontarsi con regole compositive, e si parla di metrica apprezzata e riscoperta
come perla rara nel mondo indifferenziato dell’improvvisazione, bisogna chiedersi quale
profonda commozione metta in contatto le conoscenze culturali con i bisogni
comunicativi del poeta. In Nazario Pardini è tutto chiaro: si tratta di amore per l’Arte, ispirazione
viva, soffio che comprende, trasfigura ed eleva la parola a quella funzione
sacra e sociale che mai dovrebbe essere trascurata quando si vuol comunicare l’interiore
meraviglia verso l’infinito inconoscibile.
Si
tratta di Poesia, quella che fa battere il cuore abituato a tanta bruttezza e
che attrae per il messaggio del bello trasmesso attraverso un linguaggio chiaro
e fluente, una versificazione armoniosamente sorretta da endecasillabi e
settenari e da figure poetiche rilevanti.
Marisa
Cossu
... ma il mio incipit non voleva essere una stigmatizzazione in negativo della poesia di Nazario Pardini, era un dato e lasciavo al lettore la libera interpretazione di quel dato...
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