Come germoglio di te in
questo mondo
mi consegnasti al nulla,
mamma che persi prima della
fine
quando i ricordi si fecero
polvere.
Come ci costa caro il breve
viaggio
s u questo nodo di
spine e miracoli!
Ancora, vedi, lo sento alla
gola
il doppio tralcio che mi
aprì la luce,
e stringe e offusca il
chiaro delle stelle.
Ma è dolce sbriciolare fra
le dita
una zolla odorosa, grande
l'insegnamento
dell'erba testarda e del
rovo
che nè aggredisce, né
indietreggia o teme.
Fiorisce in ogni dove la
bellezza
di quello che non dura
mentre cambia la forma
delle nuvole,
mentre si spoglia l' albero
e fra le ossa
ti si rivela il cielo.
Versi meravigliosi, Lidia cara, densi di pathos e d'amore, l'amore che si riserva alle madri perdute, al grembo, dal quale si nasce w al quale si torna. La tua cifra stilistica non finisce mai di incantarmi, sai viaggiare su molteplici registri, dando al metro classico la modernità e l'originalità che merita. I versi dimostrano che i veri Poeti sanno affrescare l'esistenza con caleidoscopi di immagini dalla forza espressiva incredibile:
RispondiElimina"Come ci costa caro il breve viaggio
s u questo nodo di spine e miracoli!"
"..... grande l'insegnamento
dell'erba testarda e del rovo
che nè aggredisce, né indietreggia o teme"
E potrei citare l'intera poesia, visto che le tue parole valgono infinitamente di più del mio povero tentativo di commentarle.
Saper scrivere come te sarebbe grande Dono! Ti voglio bene.
Sono d'accordo con Maria Rizzi nel definire questi versi sublimi! "Come ci costa caro il breve viaggio di questo modo di spine e miracoli"...tocca il cuore con la sua sincerità.
RispondiEliminaComplimenti sinceri
Loredana D'Alfonso
"Fiorisce in ogni dove la bellezza di quello che non dura". Tanta, troppa verità in questi versi sublimi di Lidia Guerrieri. La bellezza, al pari della felicità, non dura o perlomeno è talmente fugace da spingerci a riflettere sul valore della vita in tutte le sue sfaccettature e nella sua poliedrica manifestazione. Basta immaginare e pensare ad un solo istante di come può rivelarsi il cielo fra le ossa... allo spogliarsi di un albero. Effimero il sogno ed effimera la vita racchiusa in un labirinto di sofferenza. Riusciremo mai a capire come uscirne? Ciò che rimane è solo "Il grande forse" di Rabelais ovvero, viviamo per il futuro non per l'oggi e se tutto va bene forse... qualcosa resterà, sia di noi stessi che del nostro viaggio.
RispondiEliminaComplimenti Lidia, la tua è poesia vera.
Josye Traulcer
Sono commossa per questi commenti, non so cosa dire..grazie a tutte, amiche mie! E grazie al Professore che mi dà la possibilità di stare sull'isola insieme a voi :-) :-)
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