Ti
rivedo, madre
e mi
specchio nella luce dei tuoi occhi
che
sapevano intuire senza chiedere.
sapevano parlare senza dire
con
dolcezza rorida di emozioni
nella
simbiosi con le persone amate.
Ti
rivedo madre
tra pareti di fredde stanze,
smarrita
nel buio della solitudine
nel
ricordo di chi non è più,
senza
il calore delle sue carezze,.
senza
il fruscio del suo passo accanto.
Ti
rivedo madre
senza
colui a cui hai donato amore,
mentre,
sola, cerchi briciole di luce
rivoli
di cieli senza nubi,
sogni
di speranze ormai sopite
disperse
tra spicchi d’ombra senza luogo.
Ti
rivedo madre
come
nel tocco di un brusio di brezza
che mi
lambisce, mi accarezza
da un
lontano angolo del tempo
per
ridonarmi il tuo sorriso,
poi svanire, nell’attimo che sfiora l’attimo.
IL mio amico Lino si cimenta in un classico, ovvero la poesia dedicata alla madre e mostra i segni della sua crescita artistica tramite versi privi di retorica, non inflazionati, dolci, densi di pathos e di innovazione. Negli ultimi tempi l'Autore ha saputo variare più volte la cifra stilistica mostrando che non esiste età per donare al lirismo volti e luce nuovi. In questi versi l'amore è legato alla natura, a 'rivoli di cieli senza nubi,'brusii di brezza... Ed è caldo di appartenenza, di quel senso eterno di legame al grembo. La chiusa cesella il componimento con un soave picco poetico. Una lirica universale, che consente a ognuno di ritrovarsi e di condividere. Mi complimento con Lino per la forza espressiva del testo e me le emozioni che mi ha concesso di provare... E lo abbraccio insieme al nostro Condottiero! '
RispondiEliminaGrazie a te, Nazario carissimo, per avermi concesso nuovo approdo alla nostra isola e di aver impreziosito i miei versi co parole di sensibile benevolenza.
RispondiEliminaGrazie anche a te,gentile amica Maria,che come sempre mi dedichi tempo e pazienza gratificando le mie poesie, e in particolare quest'ultima che mi porta a ricordi di intensa emotività. Un abbraccio e un saluto.
Lino D'Amico
Ho notato già, carissimo Lino, che nella precedente raccolta qui pubblicata le tue liriche hanno innescato una nuova marcia...
RispondiEliminaLa sensibilità dell'animo che caratterizza la tua scrittura si è estesa, per guardare al di fuori di te, e considerare il mondo che è fonte di riflessioni. Tuttavia in te non può spegnersi quella dolcezza che esalta gli affetti familiari, sopra tutti l'amore per la mamma che in questa poesia di respiro classico raggiunge il senso dell'universale sentire.
E' apprezzabile la tua ricchezza lessicale.
Mi congratulo con te caro amico.
Edda Conte.
Molto belli questo versi dedicati alla Madre e ai "suoi occhi che sapevano intuire senza chiedere". L' Autore la vede come in un sogno " tra pareti di fredde stanze, smarrita nel buio della solitudine" e alla fine, come una carezza, torna il suo sorriso, come un dolcissimo e tanto atteso regalo.
RispondiEliminaUn caro saluto e complimenti
Loredana D'Alfonso
RICEVO E PUBBLICO
RispondiEliminaCarissime Edda e Maria, amiche gentili sempre insieme con il cuore lungo la rotta di Leucade, grazie per la costante attenzione e il tempo che dedicate alle mie liriche (che, come sempre , definisco più modestamente, pensieri).
E’ con immenso piacere che leggo ogni volta le vostre considerazioni cariche di stima che mi gratificano, e che, con innata sensibilità, sanno scrutare ogni celato recesso del mio sentire. Ancor più, in questa occasione, avete colto l’intimo significato dei versi.
Ogni mamma, anche se ora al di la di quella soglia, sono certo, ha la sua mano tesa sul nostro capo per proteggere ogni nostro andare sul sentiero della vita.
Il mio ringraziamento è oltremodo esteso al nostro Nocchiero Nazario che concede ospitalità a noi tutti consentendo l’approdo sull’ambìto scoglio con la grande opportunità di poterci contattare l’un l’altro, scambiare commenti, opinioni, pensieri, poesia e quant’altro possa riflettere luce di conoscenza l’arte letteraria.
Un forte abbraccio
Lino D’Amico
Carissimo Lino,
RispondiEliminafinalmente il p.c. ha deciso di lasciarmi commentare: era un problema di password che precedentemente avevo scritto in modo inesatto. Ma veniamo alla tua bella poesia della memoria e degli affetti che non si spengono nonostante il tempo tenda a sbiadirne i contorni e a relegarli in un cantuccio. "Molecole del cuore" è una bella e melanconica poesia che denota un equilibrio notevole tra contenuto e forma, riuscendo a toccare emotivamente il lettore. La figura di tua madre, intenta alle opere della vita con i dolori e gli eventi che l'attraversano, appare come una statua cui rendi omaggio con pacata e misurata parola. Mi ha commossa la dolcezza del canto e la tua capacità di descrizione della nostalgia e del rimpianto. Mi complimento
per questa bella espressione della tua anima e della tua sensibilità.
Marisa Cossu