Loredana D’Alfonso su “Titiwai” di Sandro Angelucci
Si è svolta, lo scorso 24 ottobre a
Roma, presso la Galleria d’arte Sempione, la presentazione di due sillogi
poetiche: “I giorni della neve” di Loredana D’Alfonso e “Titiwai” di Sandro
Angelucci.
Voglio riagganciarmi a quell’atmosfera
bellissima, alla sensazione di emozione che pervadeva tutto il pubblico
presente, per presentare una mia lettura di “Titiwai”, la silloge del mio amico
e prefatore della mia raccolta “I giorni della neve”: Sandro Angelucci.
Nel corso della presentazione ci siamo
intervistati a vicenda, quindi non posso riproporre lo stesso format su queste pagine, ma ci tengo a
dire qualcosa su questa stupenda raccolta poetica di Sandro.
Perché “Titiwai”? In lingua polinesiana
questa parola identifica una specie di insetti
della nuova Zelanda che emanano una luce azzurrina, nel buio delle
grotte dove dimorano, rendendo le volte simili a cieli stellati.
Questo cielo brilla sottoterra, come a
dimostrazione che anche il più piccolo insetto, apparentemente insignificante,
può tessere meraviglie.
E non ci potevamo aspettare che grandi
verità da un Poeta come Sandro Angelucci.
Queste lucciole brillanti e nascoste il
Nostro le intravede spesso: negli occhi
dei bambini, in un sorriso innocente, nella natura nel suo insieme, che
sa essere semplice e grandiosa nello stesso tempo.
Anche in questo modo l’Autore si oppone
al nichilismo dilagante, opponendo saggezza e sentimento, inteso anche nel suo
aspetto più puro e disinteressato, l’Amicizia.
“Credere” è la sua poesia, contenuta
nel testo, dedicata al grande Poeta Gianni Rescigno, del
quale Sandro è stato autentico amico, oltre che il suo critico personale.
Un omaggio pieno di amore, un lirismo
che si dispiega ampio, nel ricordo e nel rimpianto dell’amico perduto.
Non manca la denuncia sociale nella
raccolta (vedi “Le rive del Danubio”), dove si raccontano diseguaglianze
sociali e sofferenze, che si ripetono
simili in ogni parte del mondo.
E infine, l’Eternità, altro tema molto
caro al Poeta.
Tre sono le liriche che ci proiettano
in un’altra dimensione, senza limiti, inondata di luce: “Madre mia”,
“Ritorneranno” e “Il giorno della legna”.
Leggendo queste poesie comprendiamo
l’immensità di una vita che non appartiene solo a questo breve passaggio sulla
terra, ma travalica i confini conosciuti di spazio e tempo per proiettarci in
una dimensione sovrannaturale, in una cascata d’Amore.
Ringrazio di cuore il Prof. Nazario Pardini che ha pubblicato questo mio intervento sulla bellissima silloge di Sandro Angelucci
RispondiEliminaUn caro abbraccio
Loredana D'Alfonso
Sono rimasto letteralmente incantato da questa lettura della cara Loredana. Oltre il ricordare un momento di sana cultura quale quello che abbiamo vissuto insieme (appena in tempo) alla Galleria d'Arte Sempione, la Scrittrice e Poetessa ha colto i punti nodali della mia poetica.
RispondiEliminaMi rendo conto che non dovrei essere io a dirlo ma quando - parlandone - si fa riferimento alla Natura, al sociale e all'eternità significa che ci si è completamente immersi in ciò che, con i versi, voglio trasmettere agli altri.
Senza l'ombra della benché minima piaggeria, ritengo lo scritto un dono che conserverò tra i più belli di quelli finora ricevuti sul mio ultimo lavoro.
E - lasciatemelo dire - sono entusiasta ed onorato che Loredana abbia chiesto a me di essere il prefatore della sua opera d'esordio in poesia.
Grazie, grazie di cuore,
Sandro Angelucci
Io sono amica intima sia di Lory, che di Sandro, ho gioito per il loro momentaneo 'canto del ciglio' alla Galleria D'Arte Sempione e, leggendo l'esegesi della mia Lory ho sussultato. Lei è entrata nella poesis di Titiwai, l'Opera che rappresenta non la chiusura del cerchio - ha anni davanti per chiudere -, ma una tappa fondamentale del percorso di Sandro. Si è rivolto agli ultimi che come gli insetti polinesiani, sono destinati a emettere la luce e a illuminare le coscienze; ha regalato il consueto spazio alle creature poetiche della Natura, senza le quali non esisteremmo; e ha levato il suo personale canto all'eternità, che come scrisse la cara Edda, ci rende 'polvere di stelle'... L'Autrice è riuscita a cogliere tutti i punti salienti del testo, a porli con levità e bravura incredibili, dimostrando che i dieci anni di eventi le hanno consentito di giganteggiare in campo culturale. Mi complimento per questa perla, che farà parte anche dei miei tesori più preziosi, anche in virtù dell'ammirazione - che prescinde dall'affetto -, verso il Poeta puro Sandro Angelucci. Li abbraccio forte entrambi insieme al nostro Nume Tutelare!
RispondiEliminaCaro Sandro e Maria, le vostre parole mi sono arrivate dritte al cuore e vi ringrazio moltissimo.
RispondiEliminaCara Maria, hai ragione, dieci anni di eventi insieme mi hanno dato una gioia infinita e mi hanno arricchito moltissimo.
Ti ricordi? Ne abbiamo parlato tante volte....Recensire, presentare un libro era entrare in un'altra vita, in un altro percorso esistenziale.
Vi abbraccio forte, grata
Loredana D'Alfonso
Bella e suggestiva questa lettura di Loredana D'Alfonso alla raccolta di Sandro Angelucci, da me a suo tempo letta. Si coglie la serenità di fondo dell'anima del poeta e il suo profondo rapporto con la vita umana specie quando si coglie intrecciata al mistero incantato della natura, al sogno infinito dell'universo. Complimenti e grazie ad entrambi, in questo momento tanto difficile più che mai le parole di poesia e sulla poesia fanno bene al cuore. Con affetto, Giusy Frisina
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