Ti trasmetto una nota su un artista che espongo in questi giorni. Credo che Lèucade ne sarà contenta. Devo comunque segnalare che la stessa nota `s stata pubblicata su La voce d’Italia, ma non credo che questo sia un problema. Eventualmente, in fondo all’articolo, si può pubblicare il link seguente:
MULTIVERSOS di Sacramento Almansa, dal 13 al 27 novembre a Captaloona Art (Andrés Mellado 55)
Tempo fa una signora, osservando un quadro in vetrina,
disse che vedeva una rana. Si trattava di arte astratta che non rappresentava
nessun batrace, ma lei lo vide. Ciò che è successo, probabilmente, è che il mix
di colori e forme dell’opera evocava qualcosa nella mente della signora e, al
momento di razionalizzare il suo sentire, non vedeva la rana, ma riviveva
qualcosa di profondamente suo che, per i misteriosi percorsi della mente, lei
riassumeva nell’immagine di una rana. Forse qualche evento nascosto nella
memoria aveva a che vedere con quell’anfibio, e lei lo ha rivissuto senza
accorgersene, dimostrando che, alla fine, non è questione di immagini, ma di “sentire”
rivissuto.
L’arte astratta lavora nell’evocazione di ciò che è più profondo
e se vediamo cavalli, cani, corpi e movimenti non è perché l’artista li ha
rappresentati, ma perché l’opera li contiene senza che si vedano e ciò che il
pubblico traduce (ad esempio) come un cavallo è, probabilmente, una sensazione
di libertà, o se si vede un cane, sensazione di fedeltà. Ciò significa trasmettere
un contenuto che non ha come perimetro un codice formale, ma che è comunque
pronto ad uscire e si manifesta nel momento in cui si osserva un’opera
informale.
Non ci sono rane né cavalli nelle opere di Sacramento
Almansa, non ci sono cani né balene nelle grida dei colori del suo percorso artistico.
La sua opera, da lui giustamente definita “Esplosionismo”, è assolutamente
informale e la mostra, dal titolo “Multiversos”, esplora ciò che non può essere
uni-verso, cioè che ha un solo senso di espansione dopo il big bang iniziale… andare
oltre, questo conta. Manifestare un “grido” di colore come i vulcani manifestano
un grido della terra.
Il colore è vita e, come quando i bambini al nascere si
manifestano con il loro pianto, il colore esce dal tubetto gridando l’istante
di libertà per cristallizzarsi sulla superficie che lo contiene e mischiarsi
con altri colori. Il gesto artistico è violento, immediato, ha una dinamica
istantanea e muore sulla superficie, per rinascere con forme che non sono
espressioni di forme ma che, nonostante ciò, le contengono. Le opere di Sacramento
Almansa sono un camino interiore, sono espressione di ricerca di
quell’archetipo che ci fa unici e che può trasmettersi solo attraverso quella
ricerca, e la ricerca è rabbia perché contiene in sé un’esplosione.
L’arte astratta, in questo caso l’arte di Sacramento
Almansa, è espressione di un movimento interiore e più la si osserva, più ci fa
scoprire quel mondo: l’opera cresce con noi e in essa troviamo sentimenti che
spesso rifuggiamo.
Vi invitiamo a conoscere il grido del colore a Captaloona Art fino al 27 novembre. Claudio Fiorentini, animatore del centro e della galleria, vi accoglierà per guidarvi in questo percorso artistico caratterizzato dall’esplosivo potere evocativo.
Claudio Fiorentini
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