Edda Conte, collaboratrice di Lèucade |
A te,
limpido cielo, come a pensiero lieto
che il
bello ispira
va oggi il mio sguardo
voglioso di lesinate chiarezze
e a te
,immenso generoso di vita ,azzurro mare
che gli animi illudi di statico splendore
quali
nascondi insidie
nei
colori screziati, o divino pittore?
e
quali disinganni
sotto
i cieli di precaria bellezza...
Già porta il vento l'urlo dell'onda
che
batte sullo scoglio
nell'eco
il pianto di naufràgi ignoti!
Niente
perdura della bellezza effimera nel mondo...
l' Eterna
Luce sola
resta
promessa all'animo che spera.
Finanche all'ultimo respiro.
Edda Conte
Mio seme d'amore, sei in catarsi con una lirica di disincanto che appartiene al momento, come succede a tutti. Il cielo e il mare hanno il privilegio di mutare di ora in ora e di essere vicini e lontanissimi dalle vicende di noi finiti mortali. Loro conoscono il privilegio di 'illudere gli animi in uno statico spendore' - perdona la parafrasi -. Baudelaire recitava "Uomo libero amerai sempre il mare / il mare è il tuo specchio / contempli la tua anima / nello svolgersi infinito della sua onda" . E forse i tuoi versi sono anch'essi, in forma diversa, caldo richiamo al mare...al quale "va oggi il mio sguardo / voglioso di lesinate chiarezze". Lirica commovente, ispirata, avvolgente, che chiude in levare, com'è nel tuo stile non solo creativo, con "l' Eterna Luce sola / resta promessa all'animo che spera.". L'empatia con gli elementi del Creato è così alta che ti conferisce la corona di alloro di autentica Poetessa. Ti bacio, socia e amica d'anima, e ti carezzo, certa di arrivare... l'amore può sempre!
RispondiEliminaE finalmente una poesia genuina, scritta con umiltà senza atteggiarsi a POETESSA DEL SECOLO. Un soffio di pulito fa bene all'anima!
RispondiEliminaCarla Baroni
Ringrazio le care amiche Maria Rizzi e Carla Baroni per i bei commenti ai miei versi semplici e spontanei.
RispondiEliminaEdda Conte.
Edda Conte coglie in se stessa il vertice dell'ultima speranza nell'assoluto condannando ogni rappresentazione terrena dell'Essere all'oblio della decadenza.
RispondiEliminaÈ un'invocazione al proprio creativo per non soccombere alle furie del cielo e del mare che ingannano tutti coloro che credono alle apparenze e disdegnano le trascendenze.
Il "velo" lirico giustifica e celebra la "bellezza" della limpidezza e dell'immensità incardinandola nel "pensiero" ultimo a chiudere un ciclo esistenziale.
Ma l'Essere rimane in uno sguardo o azzurro o colore di un pittore peraltro impotente a raccontarsi.
La precarietà del particolare prevale sulle immagini totali ed ecco l'onda naufragante, ecco il vento urlante, ecco il pianto disperante nella complessità di uno spirito dell'artista che si affida ad una fede di promesse interiorizzate e mirabilmente espresse da un'illusione lacerante ma concretamente manifesta nella dialettica della Natura.
Edda è tutto questo e oltre.