venerdì 12 novembre 2021

EDDA CONTE: "BELLEZZA EFFIMERA"

Edda Conte,
collaboratrice di Lèucade







 Bellezza effimera

 

A te, limpido cielo, come a pensiero lieto

che il bello ispira

va  oggi il mio sguardo

 voglioso di lesinate chiarezze

e a te ,immenso  generoso di vita ,azzurro mare

 che gli animi illudi di statico splendore

quali nascondi insidie

nei colori screziati, o divino pittore?

e quali disinganni

sotto i cieli di precaria bellezza...

 Già porta il vento l'urlo dell'onda

che batte sullo scoglio

nell'eco il pianto  di naufràgi  ignoti!

Niente perdura della bellezza effimera nel mondo...

l' Eterna Luce sola

resta promessa all'animo che spera.

 Finanche all'ultimo respiro.

 Edda Conte

4 commenti:

  1. Mio seme d'amore, sei in catarsi con una lirica di disincanto che appartiene al momento, come succede a tutti. Il cielo e il mare hanno il privilegio di mutare di ora in ora e di essere vicini e lontanissimi dalle vicende di noi finiti mortali. Loro conoscono il privilegio di 'illudere gli animi in uno statico spendore' - perdona la parafrasi -. Baudelaire recitava "Uomo libero amerai sempre il mare / il mare è il tuo specchio / contempli la tua anima / nello svolgersi infinito della sua onda" . E forse i tuoi versi sono anch'essi, in forma diversa, caldo richiamo al mare...al quale "va oggi il mio sguardo / voglioso di lesinate chiarezze". Lirica commovente, ispirata, avvolgente, che chiude in levare, com'è nel tuo stile non solo creativo, con "l' Eterna Luce sola / resta promessa all'animo che spera.". L'empatia con gli elementi del Creato è così alta che ti conferisce la corona di alloro di autentica Poetessa. Ti bacio, socia e amica d'anima, e ti carezzo, certa di arrivare... l'amore può sempre!

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  2. E finalmente una poesia genuina, scritta con umiltà senza atteggiarsi a POETESSA DEL SECOLO. Un soffio di pulito fa bene all'anima!

    Carla Baroni

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  3. Ringrazio le care amiche Maria Rizzi e Carla Baroni per i bei commenti ai miei versi semplici e spontanei.
    Edda Conte.

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  4. Edda Conte coglie in se stessa il vertice dell'ultima speranza nell'assoluto condannando ogni rappresentazione terrena dell'Essere all'oblio della decadenza.
    È un'invocazione al proprio creativo per non soccombere alle furie del cielo e del mare che ingannano tutti coloro che credono alle apparenze e disdegnano le trascendenze.
    Il "velo" lirico giustifica e celebra la "bellezza" della limpidezza e dell'immensità incardinandola nel "pensiero" ultimo a chiudere un ciclo esistenziale.
    Ma l'Essere rimane in uno sguardo o azzurro o colore di un pittore peraltro impotente a raccontarsi.
    La precarietà del particolare prevale sulle immagini totali ed ecco l'onda naufragante, ecco il vento urlante, ecco il pianto disperante nella complessità di uno spirito dell'artista che si affida ad una fede di promesse interiorizzate e mirabilmente espresse da un'illusione lacerante ma concretamente manifesta nella dialettica della Natura.
    Edda è tutto questo e oltre.

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