Vaghezza
Una
vaghezza, mentre sulla soglia
miravo tracimare
il sole sull’orto, mi assalì
con tutto
il suo sopore. Mi gustavo
le stille
dei rubini che dal vetro
pungevano
occidente. Il cinabro,
sortito dal
bicchiere trasparente,
somigliava
al rossore in lontananza.
Incantamento.
Mi perdevo
confuso tra i colori
di pesca e
di susina nella scia
che in
fondo lievitava.
Il pensiero
parlante partoriva
un’imbarcazione
avvolta nella porpora.
Tu eri là.
Nascesti dalle zagare.
Dai tuoi
serici veli mi apparivano
forme rosee
di ninfa come petali.
Li
germinava il cielo generoso
con le dita
iridee. Sorridevi.
Io ti
raggiunsi celere e parlammo
tra il
disfarsi totale della sera
nel
carminio che esplode quando serri
le palpebre
alla luce. Era il viaggio
che sempre
ti promisi sopra un’arca
veleggiata
dal vento dei sospiri.
Parvenze
tutt’attorno. Le più belle,
le più
pure, quelle magiche. Ed il blu
che ci
veniva incontro dall’oriente
le vestiva
profondo. - Non temete. -
Noi
restavamo avvinti. - Non temete.
Si accenderanno stelle e dalla luna
gocciolerà su voi nettare vago
avvezzo a far sognare. Basta amare
e tutto sarà d’oro, e azzurro il cielo. -
Rutilavano
i sogni sul velluto
dell’arca
al ritmo lieve degli stormi
tremuli. Al
giogo del tuo carro i frulli
profumati
di sepali di rosa.
Raggi tardi
e restii si staccarono
dal sole e
differirono la notte.
Era il
viaggio di un’intera vita;
una storia,
una morte, quella vita
portata
sempre in anima. Volare
sopra la
terra bigia, oltre la notte,
avanti che
l’oscuro partorisse
staticità
massicce alle memorie,
avanti che
l’oscuro senza stelle
continuasse
nero il suo silenzio.
RICEVO E PUBBLICO
RispondiEliminaCaro Nazario, offrire sul Blog la lettura di questo INNO ALL'AMORE, di questa sua splendida poesia VAGHEZZA, è da par suo.
Poesia indimenticabile, letta nel testo Alla volta di Lèucade e commentata alcuni mesi fa sul Blog: una perla donata al lettore.
Quale Pathos! Energia, vis d'amore conducono la musicalità dell'anima che prende il volo! Della natura e del tempo suo, il pensiero serra e germina la luce; le esplosive emozionanti tonalità del cielo. È il viaggio nell'incantamento! È il nettare che intreccia il soffio vitale e ineludibile fra Eros e Thanatos.
Ed è una vaghezza.
Fulvia Rita Fazio
"Era il viaggio di un'intera vita", reciti, Maestro mio, e mi vien da dire di ogni vita che sappia vagheggiare e non arrendersi alla banalità dei giorni tutti uguali come le aste sui quaderni dei bambini. L’intensità dello sguardo ti spinge ad accarezzare con la mente, a toccare le sponde del sogno. Dante nel Purgatorio scriveva: "Esce di mano a lui che la vagheggia /prima che sia, a guisa di fanciulla /che piangendo e ridendo pargoleggia". Tu, in altro secolo, con modernità e realismo magico, che lasciano basiti, ti spingi sul davanzale della vaghezza con i versi: "Il pensiero parlante partoriva /un’imbarcazione avvolta nella porpora./Tu eri là. Nascesti dalle zagare." La parola può esser vuota, fossile, lo è in fin troppe circostanze, la verità si lascia scrivere altrove, nei sintomi, nelle tracce. Il pensiero parlante è l'ordito di colui che esprime i propri concetti in stato di trance, di vaghezza appunto... Tu rivivi l'amore, per Delia, per una sconosciuta, per ogni donna e ci culli nel tuo crescendo rossiniano, nell'amore che è stato e che continua a palesarsi tramite il pensiero magico che non conosce i vincoli del tempo e dello spazio propri della logica. Liriche travolgenti come questa, Nazario caro,caratterizzate da quest'animismo, che ti permette di 'portare in viaggio un'intera vita', sono voli dell'anima, che solo la tua Arte può realizzare. Sconfiggi ogni demone, sei al di là della morte, e colori il tempo con l'empatia del fanciullo, visitando universi di luce e di poesia tonante. Grazie per questa 'vaghezza', che è solo tua, ma sento infinitamente vicina al mio cuore e al desiderio di sogno che in questo periodo più che mai mi pervade. Ti tengo stretto stretto e distillo la tua linfa...
RispondiEliminaTu eri là. Nascesti dalle zagare.Non è una dea che sorge dalle acque, questa creatura si annuncia col profumo d'arancia ed è visione,sogno, realtà, memoria di una vita intera.La tua vaghezza ci lascia sognanti .. grazie per questi versi
RispondiEliminaDopo aver letto alcune pagine degli esercizi spirituali di Ramón Del Valle Inclán posso dire di aver capito perché la poetica di Nazario pardini è importante: perché riesce a dare la visione spirituale delle cose minime, che proprio per il loro contenuto, non sono minime. Mi spiego: un nulla può contenere un tutto. Ecco il punto: capire quello che contiene il nulla è privilegio dei poeti. Questa è la grandezza di Nazario che corre bambino nei campi e vola sopra la terra, oltre la notte, prima che l'oscuro silenzio ordisca le sue trame. Nel salto nei campi di un bambino coi pantaloni corti e il ciuffo ribelle, c'è l'immensità del momento che, colmo di meraviglia, prepara le messi per il futuro che, inesorabile, arriva e insegna che se si è vissuto bene prima del suo arrivo, lo spirito ha colmato l'anima, se se è vissuto male, forse rimane ancora un po' di strada da fare... perché in fondo, non è mai tardi per vivere. Claudio Fiorentini
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