giovedì 20 giugno 2013

PIETRO RAINERO: "L'ASCENSORE", RACCONTO


A cento chilometri di altezza l’atmosfera terrestre è tenuissima: solo poche molecole rimangono, indecise se restare legate al confortevole pianeta sotto di loro o librarsi in una crociera cosmica.
Solo poche molecole la cui professione è un po’ oscura e forse consiste solo nel rallentare, per attrito, le astronavi in orbita bassa.
Sì, a cento chilometri di altezza muore l’atmosfera e nasce il vuoto.
Qualche altra entità nasce e muore cento chilometri sopra le nostre teste. 


L’ascensore


18 aprile 1955.

“ Buongiorno e ben arrivato!” disse il vecchio signore dai capelli bianchi.
“ Ciao! ” rispose il piccolo bimbo sorridente.
Il vecchio signore dai baffi bianchi aveva un’aria scanzonata, ironica, saggia.
Al bimbo pareva un nonno divertente, colto, sereno.  Il bambino era nudo, indifeso, curioso.
Il dialogo sgorgò spontaneo.
“ Il mio nome è Alberto ” disse il vecchio “ Ed il tuo? ”.
“ Io sono Kim, so quasi solo questo. Ignoro molte cose ”.
“ Anch’io. Sei coreano? ”.
“ Centro! ” rispose felice il bimbo “ Sei bravo, sai? ”.
“ Oh… non molto. E dimmi: cosa vorresti fare da grande? Il calciatore? L’attore? Il generale? ”.
“ No, vorrei diventare il Presidente delle due Coree unificate”.
“Accipicchia!” si lasciò scappare l’anziano signore" Non si può certamente dire che tu non abbia le idee ben chiare. Complimenti! Perché questa aspirazione?”.
“Mi hanno detto che le due nazioni sono in guerra e per questo il mio popolo soffre indicibili pene”.
“Sei proprio un bimbo estremamente assennato, ne nascessero tanti così!”.
“Che problemi avete?”.
“Molti popoli, non solo il tuo, soffrono a causa di guerre o calamità naturali, ma se quest’ultime sono inevitabili, le prime invece sono un monumento all’imbecillità umana. Schiere di uomini, donne e bambini soffrono e muoiono per consentire ad alcuni fortunati potenti di arricchirsi ulteriormente o di riportare effimere vittorie sui campi di battaglia. Se tu potessi stare qui, da lontano, a guardare per un centinaio di anni due grandi nazioni europee , cosa vedresti?  Dapprima la Plancia invade e conquista una striscia della Spigna, la quale nella seconda guerra punica se la riprende aggiungendovi per buon peso anche una zona trapezoidale del territorio dalla Plancia, la quale poi nella guerra dei cento mesi se la riconquista e penetra per un triangolo di 80 chilometri nella terra della Spigna, che durante la prima guerra mondiale se lo riprende e tutto ritorna come prima. Risultato dopo mille anni? STESSI CONFINI, GLI STESSI !
Alcuni politici e generali passati alla storia ( più famosi di artisti e scienziati, incredibile!), alcuni ricchi un po’ più ricchi ed un mucchio di giovani soldati ventenni morti.  MORTI PER NIENTE !”.
“Cosa sono i confini?”.
“Sono una cosa che divide i popoli. Da quassù non si vedono, ma non si vedono neppure quando li attraversiamo. Esistono sono sulle cartine geopolitiche …..e nelle zucche vuote. Triste, vero?
Ma ora io devo andare, d’altronde vedo che non hai bisogno di molti consigli né raccomandazioni, sono stato fortunato”.
“Perché?”.
“Perché hai già capito cosa significa vivere con saggezza. Molti bimbi la possiedono e poi, inspiegabilmente, perdono questo straordinario dono nell’adolescenza, che trascorrono generalmente come idioti completi, tranne poi rinsavire un po’ nell’età adulta e ridivenire saggi sul finire dell’esistenza.  Se al mondo ci fossero solo vecchi e bambini vivremmo certo in modo meno doloroso: il carico di sofferenze subite ogni anno dall’Umanità è spaventoso”.
“Ma perché devi proprio andare?”.
“Mi aspettano. Anche tu, d’altro canto, devi andare. Sai quale bottone premere?”.
“Sì! Quello con la lettera  T che sta per “TERRA”. Dove ti aspettano?”.
“Lassù, lontanissimo, nel mondo dei più”.
“Il mondo dei più? E’ pieno di addizioni?”.
“No” sorrise il vecchio dai lunghi capelli bianchi pensando che però di croci era pieno “è un modo di dire. Sto per morire e per raggiungere coloro che mi hanno preceduto.  Sono molti di più di quelli che si muovono freneticamente laggiù. Li vedi?”.
“No. Da qui non si possono scorgere”.
“E’ vero. Penso che quando il mondo dei più diventerà quello dei meno, e prima o poi succederà senz’altro con l’esplosione demografica in atto, le cose andranno ancor peggio!”.
“Perché?”.
“Mi piaci”.
“Perché?”.
“Perché chiedi spesso “ perché””.
“Sono molto piccolo”.
“Certo! Comunque le cose laggiù andranno peggio, perché già ora molti bimbi che nascono trovano, alla sosta intermedia dei cento chilometri, vuoto l’ascensore che sale e non possono ottenere le informazioni, i consigli e le raccomandazioni indispensabili per condurre una vita orientata al bene.
In un lontano futuro sarà sempre peggio, gli appuntamenti tra chi va e chi viene saranno sempre più rari.  Mancherà il travaso di conoscenza ed esperienza, purtroppo!”.
“Funziona così?  Tu sei quello che deve accogliermi? Una vita va ed una viene?”.
“Sì! C’è chi nasce e c’è chi muore, per dirla in altro modo”.
“Tanto va la gatta al lardo….”.
“No”  sorrise il distinto signore “questa frase riguarda qualcos’altro.  Comunque, non tutti i bambini nascono così maturi come te e devono avere un’accoglienza adeguata. Chissà! Forse le cose hanno incominciato ad andar storte quando le nascite hanno superato le morti, tanto tempo fa.      Ma ora il tempo concessoci per conversare è terminato, addio dunque, e buona fortuna!”.
“Quale tasto devi schiacciare tu?”.
“Il più alto, quello con il simbolo di un otto coricato.      Siamo molto stanchi, noi anziani…e anche i nostri numeri lo sono ” scherzò il vecchio.
“L’otto è coricato perché è stanco?”.
“Non proprio ”  sorrise il signore “non vado all’ottavo piano, ci sono tre bottoni soltanto, vedi?   T , 100  e  OO  .                                                     
Significano TERRA,   100 CHILOMETRI  e  INFINITO.
L’ascensore che scende e quello che sale si incontrano a cento chilometri dalla superficie del pianeta, e l’otto coricato è il simbolo dell’infinito ”.
“ Dov’è l’infinito? ”.
“ Un po’ più in là di laggiù laggiù ”.
“ Allora ci impiegherai  TANTO TEMPO! ”.
“ Arriveremo insieme ”.
“ COOOME? ” Domandò sbigottito il quasi-neonato.
“Perché e come: certo che tu fai sempre domande pertinenti.  Comunque è vero. Arriveremo insieme, tu laggiù ed io lassù”.
“ Non ci credo ”.
“Potresti fare anche lo scienziato. Però di ascensori io me ne intendo. Credimi”.
“Ma non è possibile, cento chilometri in confronto al…..tutto”.
“Tra la Terra e 100 chilometri ci sono esattamente tanti posti quanti tra 100 chilometri e l’infinito, quindi arriveremo insieme”.
“Ancora non capisco”.
“Quando tu sarai a 50 chilometri ( cioè 100 diviso 2 ) dal terreno, io sarò a 200 chilometri ( 100 per 2 ).  I due punti 50 e 200 sono sposati tra loro o, se preferisci vista la tua giovane età, sono gemelli, collegati insomma.   E quando tu sarai a 10 chilometri (  100 diviso 10 ) dalla Terra, io sarò a 1000 chilometri ( 100 per 10 ).  10 e 1000 sono gemelli!Come vedi ci sono tanti punti tra la Terra e la fine dell’atmosfera quanti tra questa e il paradiso”.
“BELLO!”  disse Kim e, dopo aver salutato con la piccola manina il vecchio signore, schiacciò la grossa T.
Un attimo dopo a Seul nasceva un bellissimo bambino a cui fu dato il nome  Kim Soo Kim,ed un attimo dopo Albert Einstein raggiungeva l’infinito.





Breve nota biobibliografica:



Sono nato il 16 novembre 1953 ad Acqui Terme, dove risiedo. Dopo aver frequentato il Liceo Classico di Acqui, mi sono laureato in Fisica presso l’Università di Genova con una tesi sui quark in collaborazione con il C.E.R.N. di Ginevra. Attualmente sono docente di Matematica e Fisica presso il Liceo Scientifico “Galilei” di Alessandria. Nel 2006 ho pubblicato il volume FAVOLE PER UNA FIGLIA,  edito da L’AUTORE LIBRI FIRENZE. Nel 2011  il mio secondo libro TOH, CHE SORPRESA!     edito da CARTA E PENNA di Torino. 
       Ho iniziato a scrivere fiabe e racconti quasi per gioco alla fine del 2001: mia moglie, che è avvocato, ed alcune sue amiche, sentendomi improvvisare storie per la mia piccola Sara, che ora ha diciassette  anni, mi esortavano a mettere per iscritto le narrazioni.  Le ho prese in parola nel mese di dicembre del 2001 scrivendo cinque novelle da regalare alla mezza dozzina di bimbi che ogni anno aspettavano l’arrivo di Babbo Natale nella nostra casa.  Le mie storie vertono sugli argomenti più disparati, dallo sport all’omeopatia, dalla filosofia ai musei, dai pirati  ai viaggi nel tempo, ma la maggior parte di esse prende spunto da concetti scientifici ed a questo sicuramente contribuisce la mia formazione culturale.  Generalmente cercano di catturare l’attenzione del lettore con elementi tantalici e, possibilmente, di stupire con un colpo di scena.
        Ho scritto sino ad ora 64 racconti,  ottenendo numerosi riconoscimenti (una ottantina) in concorsi letterari in varie parti d’Italia. Tra i più rilevanti, la vittoria nel GUIDO GOZZANO,  la seconda piazza nell’ ALBEROANDRONICO di Roma ed i terzi posti nel CITTA’ DI SASSARI  e nel  MARIO SOLDATI di Torino. Collaboro con la rivista “Euterpe” di Firenze.
        Ho vinto  13  concorsi.    Dodici  miei lavori compaiono in  ventitre   antologie curate da piccole case editrici o relative a premi letterari. 














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