Paolo Avanzi.
Ennesima vigilia
Oramai è tutta una previsione
e una smentita, in tempo reale e non,
ai nostri occhi infranti:
il futuro prossimo non fa notizia.
Una vischiosa scia di accadimenti lenti
(l’ombra lunga del temibile presente)
ci trattiene dal pensare ad altro
che alla languorosa trama di rapporti
chiusi su noi stessi. Ci riscalda
a malapena un apotropaico istinto
come di magia che scacci
lo spettro di una luna piena
icona di ululati di politicanti e lupi.
La povertà dei nostri tempi è specchio
delle dissipazioni del passato
immune ad ogni profezia.
E non è vero che ritorneremo ricchi
e stolti come un tempo.
Al di là del falso fiume di parole,
risposta all’orizzonte è l’apocalisse
logica deriva
di ciò che noi saremo.
Passa tutto
così in fretta…
Tanto vale per
adesso dilungarci a credere
nella nostra
resistenza, nel poco di buono
che è tutto
qui: mano che s’aggrappa
al giogo della
vita per non soccombere
nell’estenuante
attesa.
Lungo l'argine
Un sentore di
riti antichi e nuovi
ci pervade al
limitare
di una
ricorrente attesa che si porta via
speranze certe.
Nulla accadrà di nuovo
che non sia
sperimentato già
in questa
nostra vita chiusa
fra ghiaiose
mura e sterminati campi
di lavoro al
sole. E così da secoli
un fluire di
accadimenti rudi ci lambisce,
ma non al punto
da diluire il senso
di un
radicamento nella fertilità
dei sentimenti
buoni.
Forse per
questo, per tenerci stretto
questo angolo
di umanità desueta
preferiamo
restare ai margini
del roboante
cambiamento quotidiano,
delle
ammiccanti novità del caso,
del fiume di
inutili parole
(provenienti da
lontano)
che scorre a
pochi passi
da dove siamo
noi.
In altre
occasioni
In altre
occasioni non mi sarei fatto trovare
impreparato
all’appuntamento col destino,
no, tutto
pianificato
quasi avessi
saputo già
come doveva
andare (e non è andato).
In altre
occasioni tutto sarebbe andato liscio,
lucido come non
mai... nessuno
m'avrebbe dato
dello sciocco.
Avrei toccato
il cielo con un dito
e me lo sarei
messo in tasca
perché meglio
di me nessuno
sarebbe
riuscito a gabbare il mondo
con un sorriso.
In altre occasioni,
o in una
almeno, anche un solo istante,
credo di essere
stato onnipotente
e capace di
fare tutto
o forse niente
ma senza il minimo patema
di sbagliare,
come se di
occasioni simili
ne avessi
all'infinito.
Nota sull’autore
Paolo Avanzi
Nato a Rosolina ( Rovigo) il 23.7.1958,
Residente a Bresso 20091 (Milano) . Via don Sturzo, 5
Cell. 3401066977
Laurea in Psicologia.
Professione: quadro aziendale operante in azienda multinazionale
informatica.
Pubblicazioni:
- Il vuoto dietro l’angolo (raccolta di racconti). Todariana editore,
Milano 1990
- La decifrazione del male (romanzo). Tranchida editore, Milano 1998
- Una domenica sera in Via della Pace al n° 53 (raccolta di racconti).
Phasar edizioni, Firenze. 2011
- Confessioni Apocrife. (silloge di poesie). Tracce edizioni, Pescara. 2012
- Punti di vita diversi (silloge di poesie) The writer editions, Milano
2013
Pubblicazione di poesie in varie
antologie letterarie abbinate a premi e concorsi.
Partecipazione come pittore a
parecchie decine di mostre personali e collettive e a fiere d’arte
contemporanea in Italia e all’estero dal 2003 ad oggi.
Per l’elenco completo delle mostre e
delle recensioni relative si rimanda al sito www.paoloavanzi.com
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