Argomento di grande interesse, ma la distanza tra Ischia e Jesi è tiranna. Tuttavia vorrei dare una piccola testimonianza poetica, che chiama in causa non le stagioni delle miniature ma la casata degli Hohenstaufen.
PER LE STRADE
“…Corradino di Svevia era il suo nome… Era biondo, era bianco, era beato, sotto l'arco d'un tempio era sepolto.” (Aleardo Aleardi)
Per le strade di Napoli in un giorno ch’è parte della vita, mia e degli altri. Un giorno che si accoda ad altri giorni nel precario cammino che ci è dato. Nella mente i sogni di un ragazzo atrocemente spenti. Esco dall’ovvio, getto da parte in furia il quotidiano e vengo a te, gentile Corradino, al tuo sepolcro, odierno pellegrino. Alla violenza si ribella il cuore e s’affligge perché neppure il tempo ti fu dato d’aprire gli occhi al sole. Da qualche parte, in mezzo a questa piazza cadde a terra il tuo corpo dispogliato d’ogni soffio vitale, cosa frale. Incombe cielo grigio sulla Chiesa del Carmine al Mercato; e ferma è l’aria nella penombra d’ampie volte ( cupo m’osserva il prete celebrante e invita al pio raccoglimento). E tuttavia a grandi passi viene incontro il tempo a ritroso di gioie e di dolori: echi di drammi antichi, di bufere di passioni, sostanza ineluttabile dell’uomo. E tu sei lí, soffio leggero, chiuso in dimora di marmo severo, di breve stirpe delicato figlio, Konradin, pungolo della memoria. Non ti difese aquila d’impero né vassallo fedele, sicché in breve sotto i tuoi occhi si spiegò il male e l’umana perfidia. E l’uno e l’altra ampi pascendo regnano sovrani, ancora, in questo tempo che seconda minimi affetti, di sé solo pago.
Argomento di grande interesse, ma la distanza tra Ischia e Jesi è tiranna.
RispondiEliminaTuttavia vorrei dare una piccola testimonianza poetica, che chiama in causa non le stagioni delle miniature ma la casata degli Hohenstaufen.
PER LE STRADE
“…Corradino di Svevia era il suo nome…
Era biondo, era bianco, era beato,
sotto l'arco d'un tempio era sepolto.”
(Aleardo Aleardi)
Per le strade di Napoli in un giorno
ch’è parte della vita, mia e degli altri.
Un giorno che si accoda ad altri giorni
nel precario cammino che ci è dato.
Nella mente i sogni di un ragazzo
atrocemente spenti. Esco dall’ovvio,
getto da parte in furia il quotidiano
e vengo a te, gentile Corradino,
al tuo sepolcro, odierno pellegrino.
Alla violenza si ribella il cuore
e s’affligge perché neppure il tempo
ti fu dato d’aprire gli occhi al sole.
Da qualche parte, in mezzo a questa piazza
cadde a terra il tuo corpo dispogliato
d’ogni soffio vitale, cosa frale.
Incombe cielo grigio sulla Chiesa
del Carmine al Mercato; e ferma è l’aria
nella penombra d’ampie volte ( cupo
m’osserva il prete celebrante e invita
al pio raccoglimento). E tuttavia
a grandi passi viene incontro il tempo
a ritroso di gioie e di dolori:
echi di drammi antichi, di bufere
di passioni, sostanza ineluttabile
dell’uomo. E tu sei lí, soffio leggero,
chiuso in dimora di marmo severo,
di breve stirpe delicato figlio,
Konradin, pungolo della memoria.
Non ti difese aquila d’impero
né vassallo fedele, sicché in breve
sotto i tuoi occhi si spiegò il male
e l’umana perfidia.
E l’uno e l’altra
ampi pascendo regnano sovrani,
ancora, in questo tempo che seconda
minimi affetti, di sé solo pago.
Pasquale Balestriere
Pasquale Balestriere
Certo una cosa l'ha insegnata la lealtà ed il rispetto degli amici senza dover approfittare di piccoli commerci. Ciao Enzo
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