Ninnj Di Stefano Busà collaboratrice di Lèucade |
Mi permetto interferire sulla commistione
scrittore/ascoltatore/lettore che ipotizza una sinergia tra i vari ruoli. Se
non vado errata, si auspicherebbe un atto comulativo di interessi, di
appercezioni, di sensazioni, (per dirla più semplicemente una "comunione
di amorosi sensi" e anche filologicamente e filosoficamente risulterebbe
apprezzabile un lavoro cognitivo "simbiotico" attraverso le fasi
eterogenee di un linguaggio proteiforme a più "voci". Ma temo non si
possa realizzare in concreto per l'effettiva e innegabile individualizzazione
di ogni - distinguo - a fronte delle stesse tematiche. Il collettivismo e
l'individualismo sono esattamente agli antipodi e non s'incontrano di
frequente, perché va considerato il diverso grado delle conoscenze, lo sviluppo
intellettuale ed emozionale di ogni soggetto, il suo valore quantistico della
vita, che attraverso l'empatia entra in circolo con l'atto creativo che deve
essere unico e irripetibile. Perciò si parla di opera d'arte. I vari stadi
della conoscenza potrebbero interferire sull'obiettivo finale e sulla
realizzazione di ogni opera siffatta. Mi presto a dubitare un po' sulla
possibilità di una realizzazione promiscua, che è lontana e fondamentalmente
distanziata dall'opera in sé. Se da una parte il testo richiede un visione
d'insieme soggettiva, dall'altra s'impone per una differenziazione di questo
processo stesso, all'interno di una individualità che non è mai paritaria e si
qualifica nella coscienza e nell'atto creativo tra individui e individui.
L'interpretazione interferisce sulla comunicazione: il rischio è che ciò che è
bianco sia nero per un altro, rendendo perciò quasi impossibile l'omologazione
dei singoli soggetti all'atto unico e irripetibile del capolavoro che deve
essere di sua necessità un'elaborazione che possiede la valenza autentica di
trasfert che giunge al fruitore/lettore dopo aver percorso l'inferno della sua
genesi interiore. Vi sfido a dirmi di due persone che hanno la stessa
interiorità e indivisibilità. Potrebbe essere un tentativo di ottenere l'opera
"aperta" ovvero rivoluzionare, programmata sul sistema dei vasi
comunicati, nell'ambito di un inspirato impianto olistico di una materia inerte
che si fa creazione nell'atto stesso della sua origine. Siamo pertanto
all'idealizzazione del processo di conoscenza, che potrà avvenire solo se
l'uomo aderirà ad uno sviluppo universalizzante del pensiero che è proprio
della filosofia olistica.
Ninnj Di Stefano Busà
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