mercoledì 26 novembre 2014

PAOLO BUZZACCONI: "UN CIELO BLU"

Stamane (25 novembre), nel leggere le news, ho scoperto che questa giornata è dedicata alla lotta contro la violenza sulle donne e mi è venuta voglia di scrivere qualcosa su questo argomento. Oltre all'imbarazzo di appartenere alla stessa categoria di certe bestie, mi sono trovato in difficoltà - come uomo - nel cercare di capire fino in fondo il dramma dal punto di vista femminile. Ma poi ho pensato che la violenza, il dolore, la speranza e la disperazione non hanno sesso e che anche l'anima in fondo non ce l'ha. Così ho lasciato andare il cuore ed è nata una piccola creatura che offro con affetto a tutte le donne per ribadire che mai e per nessun motivo si può e si deve accettare la violenza e che il vero amore è solo quello che ci rende liberi.


Amore

Un cielo blu
  
Dietro ogni pugno o calcio che mi hai dato
c’è la paura tua di usare il cuore,
in tutte le minacce che mi hai urlato
la tua incapacità di essere amore.

In ogni sogno mio che hai cancellato
l’invidia per chi supera il dolore
e nella libertà che mi hai negato
la rabbia di non essere il migliore.

Ricordi? Ti piaceva se tremavo,
se rimanevo zitta a faccia in giù,
eppure lo sapevi che ti amavo.

Per me c’eri soltanto e solo tu
e mentre mi colpivi io pensavo
“Domani cambia, non lo farà più…”

Ma adesso, da quassù
tutto mi appare chiaro, finalmente:
io sono un cielo blu, tu non sei niente.

Paolo Buzzacconi



9 commenti:

  1. Non vi sono commenti, per un testo così bello, esemplificativo di un modo di essere primordiale che svilisce l'essere umano e lo rende un animale. La donna vittima di maltrattamenti e soprusi è sempre la stessa, un immenso, incommensurabile scrigno d'amore per il suo "carnefice". Molte non si salvano per paura di fare del male, anche solo giuridico/comportamentale al loro nemico, li giustificano, li perdonano. ma è ora invece di reagire, invece che istituti di bellezza frequentino palestre attrezzate per lo judo e il karatè, in modo di reagire a questi energumeni sanguinari che le vogliono "morte". Secondo me si deve far placare in questi "mostri", la disistima per se stessi, insegnare fin dalla nascita la parità dei diritti e soprattutto che nessuno può prevaricare sull'altro perché è più forte.La cultura del rispetto bisognerà inculcarla da subito, abituarli alla NON violenza come al pane quotidiano. INSEGNARGLIELO L'AMORE E IL RISPETTO (come una lezione di chimica) E bisognerà programmarlo dal principio, fin dagli asili e dalle scuole, come un progetto di vita. La carneficina si fa nei macelli, non nelle case, davanti agli occhi allucinati dei figli innocenti.
    Ninnj Di Stefano Busà

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  2. Un bel sonetto caudato, che dice con forza il dramma della violenza sulle donne. Composizione densa e commossa, perfetta nella ricostruzione sotto il profilo reale e psicologico di tale aberrazione, con una degnissima, potente inarcatura semantica nell'ultimo verso. Un solo neo: il dodecasillabo del terzo verso che rompe il ritmo (e d’altronde non mi pare coerente con il testo una faticosa sinalefe "miᴗ haiᴗ ur- lato”, con ben quattro vocali impegnate, per ottenere l’endecasillabo). Ma è un'inezia che si può facilmente correggere.
    Pasquale Balestriere

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  3. Paolo! Ci tengo a dire ai visitatori del blog che ti ho letteralmente 'rubato' questo sonetto, che hai scritto di getto, per poterlo postare sul nostro sito e sul blog più prestigioso che conosco, ovvero quello del nostro Professor Nazario... Innanzitutto confesso di averlo letto e riletto con le lacrime agli occhi e, in secondo luogo, vorrei sottolineare che ai miei occhi il vero miracolo della lirica consiste nel tuo essere riuscito a entrare sotto le pieghe dell'anima di una donna. Hai interpretato in modo atrocemente perfetto la dinamica vittima - carnefice, che la cara Ninnj descrive con tanta
    sapienza. Hai urlato come una donna e sei riuscito a descrivere in pochi versi la pochezza, la fragilità e la frustrazione che caratterizza questi uomini - belve, che non conoscono l'amore, ma solo il senso del possesso. Spero che le donne riescano a sottrarsi a queste voragini del male e a denunciare i loro aguzzini , prima di divenire dei 'cieli blu'.
    Per quanto ti riguarda, Amico mio, dimostri in questa poesia la sensibilità e l'umanità, che caratterizzano ogni tua Opera in italiano e in vernacolo romanesco, ogni tuo brano in prosa e ognuna delle recensioni per gli Autori che, da autentico passionario, presenti con spirito infaticabile, insieme al
    gruppo IPLAC di Roma. Ti definisco da anni il Poeta dell'Amore e ... credo proprio di non sbagliarmi. Auguri vivissimi per la tua Silloge "Giorni di... versi" che uscirà agli inizi del 2015 con la casa editrice Effigi.
    Ti abbraccio e ti sono grata ogni giorno.
    Maria Rizzi

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  4. Grazie Nazario per questo blog che offri generosamente al lettore con punte di impagabile partecipazione e godimento!
    Questa volta ha raggiunto nei commenti il vertice della vivacità e della passione:
    Una bella, densa, poesia di Paolo Buzzacconi mi commuove nel profondo… con il suo”cielo blu”:
    Ninnj Busà sfodera, a maiuscole, tutta la sua indignazione di donna, offrendoci una grande lezione pedagogica: “La cultura del rispetto bisognerà inculcarla da subito, abituarli alla NON violenza INSEGNARGLIELO L'AMORE E IL RISPETTO (come una lezione di chimica)”
    “Inculcare”= spingere coi piedi! Grande Ninnj!
    “Un bel sonetto caudato” commenta, tornando, con effetto involontariamente ironico, al testo letterario Pasquale Balestriere “Il dodecasillabo del terzo verso che rompe il ritmo (e d’altronde non mi pare coerente con il testo una faticosa sinalefe "….offre al lettore, meglio, alla lettrice, un’involontaria nota di umorismo, alla quale si sottrae con un grido sfrenato e appassionato Maria Rizzi “con le lacrime agli occhi”, da “autentica infaticabile, passionaria… : e l’equilibrio si ristabilisce! Splendido spaccato di umanità generosa.
    Grazie a tutti: l’umorismo, anche quando è involontario, è indice di grande civiltà.
    M.Grazia Ferraris

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  5. Sono nato subito dopo la guerra e la mia età mi consente di ricordare i tempi della tanto vituperata "cavalleria". "Una donna non si deve toccare neanche con un fiore": così dicevano gli avi, ed io, che ho viva memoria della saggezza e della grazia di tanta "inciviltà contadina", sento ribollirmi il sangue di fronte ai fatti e ai misfatti di questa turpe cronaca giornaliera. Se è questa barbarie (ma non solo questa, purtroppo) il prezzo da pagare al progresso e all'emancipazione, allora forse (e senza forse) sarebbe stato meglio non progredire. Il mondo animale è molto migliore di noi. Mi rinfranca ad ogni modo scoprire che un ragazzo così gentile e sensibile, come Paolo Buzzacconi, sia fatto della stessa pasta dei padri. Ciò non può che alimentare le speranze per un mondo migliore. Un mondo capovolto, dove finalmente gli uomini siano "femministi", e le donne "maschiliste", in nome dell'armonia.
    Franco Campegiani

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  6. Una poesia che con la leggerezza del verso tocca temi forti e dona armonia ad azioni crudeli che trasformano l'amore in amore criminale. Quanti casi sconosciuti si nascondono negli occhi delle passanti che sfiorano la nostra vita. Per la giornata contro la violenza sulle donne ho preparato una serata con letture ed interventi di donne per parlare di questo triste argomento. Questa preparazione mi ha sussurrato parole e versi che vi propongo:

    Criminalità domestica

    Il 25 novembre è già passato
    le scarpe rosse ritornano nell’armadio del tempo
    adesso che attraverso la vita nuda
    non ho bisogno d’abiti ne di scarpe ne del tuo amore
    e tanto meno della tua violenza.
    Mi hai rubato la vita,
    volevi strapparmi l’anima
    ma quella non appartiene agli esseri umani.

    Ti osservo nel tuo vicolo cieco di rabbia e frustrazione
    di sesso mancato e di vessazioni infantili,
    hai chiesto di condividere ma con le mani criminali,
    dovevi chiederlo col cuore,
    ti avrei ascoltato come tutte le mamme.

    Io non piango più,
    non ho paura dello specchio,
    non tremo al suono delle chiavi o dei passi,
    in quella stanza l’eco delle grida di dolore
    sono depositate nel grigiore delle pareti,
    crepe sui muri freddi,
    tetri riflessi delle mie rughe.

    Ricordi, mi lasciasti tremante accovacciata
    in quella non vita di una criminalità domestica
    stringevo la mia carne per sparire
    e quando tornasti per tagliare quella carne
    un ultimo urlo soffocato in gola mi ha salvata
    e l’anima è fuggita libera.

    Adesso che attraverso la vita nuda
    non ho bisogno d’abiti ne di scarpe ne del tuo amore
    troppo sporco di sangue,
    perchè ora mi sollevo come polvere e vivo nel vento

    Con ammirazione
    Francesco

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  7. Io, invece, sono donna e madre di una giovane donna, non scevre, entrambe, da "piccole terribili esperienze".
    Lo scorso aprile, il Tribunale di Lucca ha condannato a un anno e 4 mesi lo stalker, ex fidanzato della mia ragazza, ammalatasi inoltre di anoressia e per "grazia divina", quasi completamente guarita.
    Tra tanti versi che avrei potuto scrivere, quest'anno ho scritto soltanto una filastrocca, in ottonari, i versi più cantilenanti e facili che anche un bambino riesce a scrivere. L'ho dedicata in cuor mio ad una giovane farfalla - Vanessa, il suo nome - di soli 20 anni, uccisa brutalmente una sera del 2011 dal suo migliore amico. Il fatto accadde nel Comune di Gallicano, limitrofo al mio.

    FILASTRO’ DELLA SCARPIERA

    Filastrò della scarpiera
    con le scarpe allineate:
    ci son quelle per la sera,
    tacco alto e glitterate.

    Per l’estate, lì vicino,
    con i lacci alla caviglia,
    un leggero sandalino
    per calzare madre e figlia.

    E se piove che mi metto,
    per uscire con Beatrice?
    C’è un grazioso stivaletto
    con la para e di vernice.

    Quante scarpe dentro stanno!
    Raffinate o più sportive,
    per stagioni o tutto l’anno,
    bianche, nere, allegre e vive.

    Ma in un angolo, dannate,
    ce n’è un paio tutte rosse
    con il sangue verniciate
    che mai più si sono mosse!

    Lorena Turri

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  8. "Dietro ogni pugno o calcio che mi hai dato
    c’è la paura tua di usare il cuore,
    in tutte le minacce che mi hai urlato
    la tua incapacità di essere amore."

    Partiamo da qui: ve ne prego.
    Perché se non si vuole che anche questa tragica "moda" diventi un'abitudine, uno dei tanti quotidiani fatti di cronaca, una spettacolarizzazione dell'insensatezza; se non si vuole questo, allora è necessario fare autocritica. Da parte di tutti, però, uomini e donne.
    E' inconcepibile, è perverso che l'uomo non riconosca più nella sua compagna la bellezza della femminilità e della maternità; ed è altrettanto pericoloso che la donna non riesca a trovare la sua vera emancipazione. Tutto ciò crea uno squilibrio innaturale che genera, purtroppo e inevitabilmente, violenza.
    Saremo davvero liberi - come genere umano - quando capiremo che ogni diversità concorre all'amore, all'armonia universale.
    Grazie a Paolo per questi versi profondamente ispirati.

    Sandro Angelucci

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  9. Cari amici, vorrei ringraziarvi tutti per come avete accolto nei vostri cuori questo disperato grido d'amore, i commenti e le liriche che ne sono seguiti mi hanno profondamente commosso. Sentirvi al mio fianco nel difficile cammino verso la verità mi riempie di gioia e mi consente di sperare. Sono veramente onorato di poter far parte di questo meraviglioso coro d'anime, facciamoci sentire!
    Un caro saluto a tutti
    Paolo Buzzacconi

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