Carmelo Consoli collaboratore di Lèucade |
Pescatori
di arselle
Avanzano nella
luce
incerta
che
albeggia
e
si
fa
chiarore
d'orizzonti;
raccolgono
frutti
di
mare,
spume
vellutate di risacca.
Tirano
su
quello che resta delle stelle,
la
luna
che
scolora
nelle
reti.
I
pescatori
di
arselle
nel
mare
che
sbava
creste
argentine
annunciano
maree dorate, brezze mattutine,
ombrelloni
aperti
nel
cuore
caldo dell'estate.
Sono ombre
lente
e
scure
nel
rito
d'acqua
che
li accarezza e
si
ritrae,
soli
a
tagliare
a ritroso e in verticale
quell'ora
che
muta
piano
tra
blu
profondo e
rosa
perlato.
Escono
dai
primi
raggi
screziati
sull'onda
Tritoni
emersi
dalle
nenie
di
correnti,
pazienti
nel
gesto
ampio
delle
braccia,
nel
passo
misurato
verso
riva.
Poi
se
ne
vanno
nei controluce dell'aurora,
la sagoma appena rischiarata,
ingabbiati nelle fasce, nelle corde
con
i
secchi
pieni
di
arselle,
l'eco dei gabbiani
e il giallo delle ultime lampare.
Spariscono
dietro
le
vele
in
secca,
oltre
le
radure
di
lentisco,
prima
che
il
sole
avvampi
su
quel
tempo
tenue
e
discreto
e
si
dileguino
i
silenzi.
Carmelo Consoli
In questa poesia si sente il forte profumo del mare e dell'atmosfera che l'avvolge quando il giorno saluta la notte. Il canto delle onde culla i pensieri dei pescatori che non hanno il tempo di godere la rosea scia che anticipa l'arrivo del sole. Parole che scorrono sulle ali dei gabbiani e lasciano emozioni che gorgogliano in nuovi versi...
RispondiEliminaL'onda lenta accarezza
e timida si ritrae,
lasciando granelli di sabbia
avvolti dalla schiuma evanescente
che brilla nella rosea luce dell'alba.
E' stato un piacere leggere questa poesia
Francesco
Carmelo non si smentisce. Il suo canto si leva altissimo nel panorama poetico italiano e scuote le fronde dei cuori. Leggendolo ho respirato l'atmosfera rarefatta, sublime del romanzo "Il vecchio e il mare" e delle liriche dedicate al mare del Poeta francese C. Baudelaire. I pescatori sciolgono le loro reti nella notte e:
RispondiElimina"Tirano su quello che resta delle stelle,
la luna che scolora nelle reti".
Trema il cuore dinanzi a un lirismo così caldo, avvolgente, dinanzi a versi tanto ispirati. Il percorso degli uomini del mare è un rito, un'iniziazione, un battesimo:
"Escono dai primi raggi screziati sull'onda
Tritoni emersi dalle nenie di correnti,
pazienti nel gesto ampio delle braccia,
nel passo misurato verso riva".
Difficile commentare il potere della parola poetica in questi casi. Forse è così che si inizia a nascere... un palpito ogni verso, un trovare l'altro nella piccola rinuncia a se stessi. Mi inchino ancora all'amico Carmelo e celebro il suo cantico con tono di preghiera....
Maria Rizzi
Mi è molto piaciuto uno dei versi iniziali: "Tirano su quello che resta della stelle".
RispondiEliminaNoto alcune rime, però non vincolate da schemi precisi, casuali. Una Poesia "libera" come il mare stesso è Simbolo di libertà.
L'atmosfera descritta nei versi è molto suggestiva,
mi ricorda la "Creuza de ma" di De André.
Un caro saluto,
Francesco Dettori