Marina CARACCIOLO, Otto saggi brevi, Genesi Editrice, Torino, Luglio 2017.
Premio I Murazzi per l’inedito 2016 (Dignità di
stampa)
Nota di Aurora
De Luca
Aurora De Luca, collaboratrice di Lèucade |
Interessanti gli Otto saggi brevi di Martina Caracciolo, e pieni di spunti. Piccole
iniezioni di sapere su argomenti largamente conosciuti e puntualmente non
approfonditi.
Eppure, alcune dinamiche qui indagate meritano
d’essere portate avanti poiché, come sempre avviene in letteratura, rivelano molto
più, quasi un modo d’essere, un modo di pensare e di vedere socioculturale. Non
a caso gli otto saggi hanno come protagoniste donne, sia sotto forma di
personaggi di fiabe che come autrici e/o teste pensanti.
Del femminile non si può smettere mai
d’indagare, ciò che è stato, come è, come sarà: è una forma in evoluzione,
costretta, suo malgrado, entro argini che la deviano.
Il primo breve saggio s’apre nelle stanze del
famigerato Barbablù.
Fiaba o realtà? Entrambe.
Narrazione che oggi può leggersi attraverso
vari piani interpretativi: il rapporto uomo donna, la sottomissione, la gabbia,
il rapporto con la libertà e ancora e ancora. Narrazione che nel tempo si
capovolge, e chi era creduto carnefice diviene vittima.
Dunque, una forma in evoluzione.
«Non vedo
le cose con gli occhi esteriori, né le ascolto con le orecchie esteriori, non
le percepisco attraverso le vie segrete del mio cuore, né con l’ausilio dei
miei cinque sensi; le vedo soltanto con il mio spirito[...]» scrive la
mistica badessa Hildegard von Bingen, “la più grande testa femminile del XII”
secondo la poetessa e saggista Armanda Guiducci.
Seguono altre teste femminili sublimi e
laboriose: la poetessa Isabella di Morra pre-leopardiana; la poetessa messicana
Juana Inés de la Cruz; la giovane geniale Irèn Némirovsky; la poetessa Anna
Ventura; la scrittrice ‘magica’ Natalie Babbit; e infine il breve saggio su
Sciascia “La scomparsa di Majorana”.
Marina Caracciolo ha delineato in breve profili
di donne sconosciute ai più, ma grandi e capaci. I loro nomi provengono da
epoche lontane e da epoche vicine: sono accomunate tutte da un forte sentire,
da un indomito volere, che ha impedito loro l’annullamento totale che, se non
la società stessa, avrebbe operato il tempo.
La Caracciolo concorre a mantenere sveglia la
loro memoria attraverso otto saggi ben scritti, accurati, ben dosati. Ne esco
più ricca, più curiosa e più orgogliosa.
Aurora
De Luca
Nessun commento:
Posta un commento