M.
Luisa Daniele Toffanin: Dal fuoco etneo
alle acque polesane. Il Convivio Editore. Castiglione di Sicilia. 2017
Un
lancio infinito verso l’azzurro
Una
poesia calda, di epigrammatica inclusione umana, dove la Toffanin, col suo
solito stile di euritmica sonorità impreziosito da unità sintagmatiche di
proteiforme valenza, allunga il tiro alla scoperta della luce, delle origini
attraverso il richiamo dell’home. Sì, sono le radici il fondamento di questa
silloge, è da lì che la Nostra parte per cercare, con ossimorico gioco
contenutistico-verbale, luoghi altri, altra luminosità, altra pace, altro mondo
di fuoco e trascendenza. D’altronde
nella sua poesia è stato sempre presente il richiamo all’oltre; l’azzardo a
superare il limite; il discrimen; la demarcazione fra la terrenità e l’alcova
del poièin. E’ un regno a sé quello dell’arte, un regno dove si armonizzano
tutti i malanni dell’umano per trasformarsi in una quiete
da nirvana edenico. Sono i capisaldi del poema, l’eticità dell’essere
a tenere banco nella sua corsa verso il richiamo dell’eterno. Si parte dalla
concretezza delle forme, dall’arcano mistero chiuso-dischiuso etneo, dal prato
Perrotta (mutazione di cieli/sul prato Perrotta), dalle ginestre (miti fuochi
d’artificio), da un audace colpo d’ala (Spazio immenso mi ruota intorno …),
dall’estate padana (Ti invoca la terra padana/ fanciulla dai capelli di
grano…), dalle magie della sua terra (E magia di stella/ ancora in volo sono/
su questa mia terra…), dal Fiume Gigante (Mistero mi è questo fiume), dalla sua
gente (La gente del fiume/ sospesa al moto dell’acqua…), da Porto Garibaldi (Si
stringe il mare/ - fremito di madreperla-), da Ritorno (Ritorno al luogo
natale…), dalla sera che si spegne con
giostre di canti; e su su con memorie, con vertigini di panica
esplosione, con ammicchi a terre e luoghi che la videro volare, con abbracci a
sonorità che vestono parole, a doni autunnali di angoli inattesi; fino a LUOGHI
AMATI:
Ogni luogo ha luci
suoni segni colori altri
dilava lapilli l’Etna
d’acqua frondosa il Delta.
(…)
Un
torrente di cromatici riflessi che si porge, sfuma, e ritorna a farsi corpo di
un’anima tutta protesa a leggere e a leggersi; a trovare le ali adatte per
spiccare il volo verso i giardini del cielo, con nell’anima la storia di argini
turgidi d’erba.. bruciati dal sole. Vivezza, univerbazioni, iuncturae di
effetto icastico-significante. E voli infiniti verso briciole di felicità:
E voli voli infiniti
rimbalzi eleganti nell’aria
nel cielo appena slavato…
Un lancio infinito verso l’azzurro.
Nazario Pardini
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