L' Emmental della Savoia
Pietro Rainero, collaboratore di Lèucade |
Continuò
a pensare con poca concentrazione, studiando per un po' le traiettorie di
quelle anziane persone che andavano lente verso i tavoli, col vassoio in
equilibrio, o facevano deviazioni verso la macchina che distribuiva acqua, non
riuscendo magari, poi, a farla funzionare correttamente. Erano belgi, che avrebbero mangiato
velocemente prima di rimettersi in viaggio con l'autobus verso l'Alta Savoia
per raggiungere poi le loro destinazioni.
Don, senza un preciso motivo, si sorprese a paragonare le lente
traiettorie di quegli anziani con quelle velocissime delle sue amate
particelle.
Pensa
alle equazioni della meccanica quantistica, che stabiliscono relazioni tra
energia, impulso, intervalli di tempo e posizioni spaziali. Quando si conoscono
le relazioni esistenti tra energia, massa e quantità di moto di una particella
subatomica, le equazioni permettono di calcolare ciò che accade, o meglio la
probabilità che accada.
< Chissà perché mi sono fermato proprio in
questo locale per mangiare qualcosa, in
questo bar di Chambéry, dove sostano i bus turistici >
Ma quei
turisti, quei pensionati con il vassoio tenuto usando entrambe le mani, quella
donna con impermeabile e foulard che impugna un bicchiere di carta ed
improvvisamente comincia ad attraversare
il locale, quelle persone che commentano ad alta voce i luoghi visitati
in giornata, gli ricordano protoni che cozzano contro particelle gemelle, elettroni
attirati da famelici ioni, impalpabili neutrini che bucano atomi per loro
invisibili, onde quantistiche rimbalzanti su pesanti molecole od ancora
positroni che si annichilano, in uno sbuffo di raggi gamma, nell'unirsi con la
propria antiparticella. Un frenetico moto, senza sosta, un movimento perpetuo.
Guarda
la birra davanti a sé, ma il suo sguardo attraversa il trasparente vetro del
boccale come un fiotto di neutrini oltrepassa interi oceani e continenti, ed i
suoi occhi si focalizzano su di una coppia di coniugi che, a stento, riescono a
masticare. Ha appena pensato ai muoni, nati dall'urto dei raggi cosmici con
l'alta atmosfera e destinati a perire un milionesimo di secondo dopo, lasciando
come figli elettroni e neutrini. Chissà se i due vecchi avranno eredi, forse il
loro esistere è senza seguito, chissà se allora i due coniugi invidiano i
muoni, che dopo l'effimera vita hanno comunque figli che sopravvivono a loro!
Prima di
sera dovrà tornare su, su vicino a Ginevra,
a Meyrin, all'anello dove velocissime frecce corrono noncuranti del confine
franco-svizzero, che attraversano turbinanti migliaia di volte al secondo,
aspettando di scontrarsi con un pezzetto di materia per generare nuove sorelle,
affollate cascate di entità cariche o neutre, pesanti o leggere, od anche
eventi mai visti, che possano suggerire agli scienziati eleganti simmetrie,
meravigliose leggi soggiacenti alla trama del reale. Dovrà essere, a sera, forse ad Echenevex,
laggiù alle falde del Giura. Ma c' è
un punto in cui la stanchezza diventa così sottile e fluida che andarsene è
difficile.
< No,
resto ancora un po'. E' curioso come
gli umani non assomiglino affatto alle entità che popolano il mondo atomico:
hanno il naso lungo o corto, gli occhi
marroni od azzurri, possono essere magri o grassi, gelosi o generosi, più o
meno alti, più o meno furbi, con l'adipe sulla pancia o sulle guance. Due
neutroni invece sono uguali, proprio uguali, indistinguibili. I miei amici subnucleari, infatti, sono
oggetti semplici, più o meno grassi in base alla massa, ma se sono due pioni
hanno la stessa massa, più o meno dotati di carica, ma se sono due
protoni hanno la stessa carica! > Dovrà essere a Meyrin, o ad
Echenevex, od ancora a Les Vernes, o a Ferney. Dovrà essere là, nei posti dove
il fascio circolare viene deviato e fatto scontrare con la densa materia, dove
i fisici sperano di rilevare eventi strani e mai visti, sperano in una risposta
della Natura che li sorprenda e suggerisca loro nuove strade da esplorare,
nuove idee da pensare. < Posso
vedere facilmente il movimento di questi turisti, le loro complicate
traiettorie, il loro imprevedibile incrociarsi, ma non posso vedere il più
obbediente muoversi, ligio alle leggi della Natura, dei miei amici
infinitesimi, le loro vorticose spirali
nei campi magnetici, il loro accelerare in quelli elettrici >
Sta
guardano, in lontananza, le cime innevate dei monti prossimi a Chambéry, delle
spettacolari Alpi francesi: pensa a chi in quel momento scia oppure passeggia
lassù, sul manto di neve, con le ciacole; le sue orme sono ben visibili, il
cammino già fatto ben evidente.
<
Peccato che le particelle non usino le racchette da neve, che non lascino
tracce, che non si possa sapere dove corrano, quali slalom percorrano quando,
lasciato l'acceleratore, la gigantesca
macchina, il grande anello, hanno appena urtato gli atomi del bersaglio
>
Gli
passa per la mente in quell'istante che i nani fatati delle antiche religioni
del Nord, che vivevano nella mitica regione del Nibelheim, dove lavoravano
nelle viscere della Terra scavando miniere, crearono un anello con l'oro del
Reno. Ed è proprio al C.E.R.N., dove
egli sarà prima di notte, che migliaia di giovani fisici hanno emulato i
Nibelunghi costruendo un anello, anche questo di enorme potenza magica. Ed edificando anche l'analogo moderno delle
piramidi egizie o delle cattedrali medioevali, immani costruzioni testimonianti
la potenza sovrumana della scienza e dell'arte, l'anelito dell'uomo verso
l'assoluto.
Un
signore di mezza età si siede al tavolo, un tavolo per quattro persone accanto
al suo, togliendo dal vassoio una fetta
di formaggio e posandolo sul piano di legno, in un piatto, con lenti
movimenti. Una fetta di formaggio
savoiardo, un pezzo di prelibato Emmental.
Pieno di buchi.
< Il grande Paul Dirac aveva pensato agli antielettroni
come a lacune, buchi in un infinito oceano, che tutto permea, di
elettroni ad energia negativa. Ma guarda un po'! I positroni come buchi in un
formaggio infinito, l'Universo come formaggio! Già, ma perché l'Emmental è pieno di
buchi? >
Vede in
quel mentre il cameriere che sta raccogliendo tazze e piatti da un tavolo
d'angolo, lanciando brevi occhiate per scorgere se ha dimenticato
qualcosa, e lo chiama a sé quando quello
sta per percorrere il sentiero di ritorno alla cucina.
“Mi
perdoni, avrei una curiosità che forse Lei è in grado di soddisfare” chiede in
un francese impeccabile.
“Dica
pure, se posso esserle utile” risponde
l'inserviente senza staccare gli occhi dalle piastrelle del pavimento.
“Saprebbe
mica spiegarmi il motivo per cui l'Emmental ha i buchi?”
“Uhmm...” sul viso del cameriere si forma un sorriso “
è di origine svizzera e quella nazione è piena di buchi. Noi in Francia per passare da una vallata
all'altra abbiamo costruito un'infinità di passi mentre nel frattempo in Svizzera
bucavano le montagne; infatti la
Svizzera è piena di trafori e gallerie...e di conseguenza anche il loro
formaggio...........scherzo, naturalmente!”
“L'avevo
intuito..” risponde Don ricambiando il sorriso.
“Devo
chiedere al proprietario, magari lui lo sa. Aspetti un attimo”
Vede il
giovane che si allontana mentre cerca , da qualche parte nel suo cervello, la
spiegazione di tutti quei fori.
<
Forse durante il processo di produzione si formano microorganismi che,
lentamente, vanno ad intaccare la materia e queste colonie di microbi si
ingrandiscono espandendosi verso l'esterno crescendo sull'interfaccia tra buco
e formaggio e mangiando via via la sostanza lattea. Più il formaggio è
stagionato e più i buchi saranno grandi, forse. Oltre un certo tempo di attesa
non ci sarà più il formaggio!>
Si
ritrova a guardare, nel frattempo, le bolle che lasciano il fondo del boccale e
salgono verso la superficie della bevanda.
Anche la sua birra è piena di buchi, buchi che si muovono.
<Anche
questi si ingrandiscono. Più si scende in profondità e più è grande la pressione
del liquido. E una grande pressione comprime molto la bolla
d' aria. Una pressione bassa la comprime
poco.
Dato che salendo la bolla passa da una zona ad alta pressione a zone con pressione via via minore, risulta anche sempre meno compressa, e di conseguenza si espande>
Dato che salendo la bolla passa da una zona ad alta pressione a zone con pressione via via minore, risulta anche sempre meno compressa, e di conseguenza si espande>
Il filo
dei suoi pensieri viene interrotto dall'arrivo del cameriere che, consegnato il
conto al tavolo a destra del suo, gli si avvicina dicendo:
“E'
fortunato. Lo sapeva. Prende il nome
dall'Emmental, valle del fiume Emme, nel cantone di
Berna ed è un formaggio a pasta dura, la
cui caratteristica principale consiste nelle grandi occhiature. Questi buchi
sono dovuti a delle sacche di anidride carbonica che si formano naturalmente durante
le fasi di maturazione del formaggio a causa di una fermentazione propionica”
“Cosa è
la fermentazione propionica?” chiese Don pensando < sicuramente non avrà
nulla a che vedere con i pioni! >
“Non lo
so, comunque il sapore è leggermente piccante e acidulo ed è prodotto con latte
vaccino crudo. Le vacche sono nutrite
esclusivamente con erba e fieno. Per produrre 1 chilo di formaggio occorrono
circa 12 litri di latte. L'Emmentaler è realizzato in forme tonde con un
diametro di quasi un metro e un peso fra i 75 e i 120 chili. Non so altro”
“La
ringrazio, è stato veramente gentile”
Non c'è
di che. Desidera anche lei un poco di formaggio, signore?”
“Uhm...no
grazie” ma Don, mentre pronunciava il diniego, stava già immaginando altre
cose. Un mondo di luci abbaglianti si
stava espandendo nella sua mente, un universo di entità microscopiche,
virtuali, che apparivano per scomparire immediatamente l'attimo dopo, di realtà
in moto veloci come la luce. Il mondo, nella sua mente, era pieno però anche di
pesci e di bolle che nuotavano verso la superficie di un lago, o quella di un
bicchiere di birra, di buchi dovuti all'anidride carbonica che si ingrandivano
nelle forme dei formaggi, di universi –
bolla che esplodevano nascendo da altri universi, più vecchi, di corpuscoli
nucleari che lasciano, come Pollicino con le molliche di pane, come firma del loro passaggio una striscia di
piccoli testimoni. Una folla di
associazioni casuali di idee, di sfrenate fantasie, di nozze celebrate tra
concetti diversi, gli satura la mente. Una tempesta, fatta di stimoli
variegati, di nubi di idee, si propagava nel cervello del giovane, generando
nuove immagini mentali, scatenando nella psiche tensioni altissime, fino
al.....fino al lampo improvviso.
Restò a
bocca aperta.
Si sorprese
a contare mentalmente uno....due....tre.....
Rimase tre secondi a bocca spalancata dallo stupore, dalla bellezza
della folgorazione.
Sì,
doveva partire subito per Echenevex, per fare il suo turno di notte
all'acceleratore, per dare il suo contributo all'esperimento, ma l'indomani non
avrebbe di certo recuperato il sonno dormendo! Lo aspettava un grande lavoro,
la stesura di un articolo per le riviste, con quella meraviglia della sua idea!
Ripartì
verso nord quattro minuti più tardi, regolato il conto e salutato con un cenno
il cameriere, pigiando con forza sull'acceleratore, per raggiungere l'altro
acceleratore, il grande anello nella verde valle affacciata sul lago
Lemano.
Il
mattino dopo, alle sette, lo ritroviamo alla foresteria del C.E.R.N.
a colazione con il collega Jean Pierre Fousseaux, esausto per la nottata
insonne.
“Cosa
prendo per te. Don?” chiede Jean Pierre.
Don
ride: “Una birra ed un pezzo di
Emmental, grazie”
“Al
mattino presto? Che ti succede? Tu ordini sempre caffè e biscotti!”
“Dobbiamo
festeggiare”
“Hai
vinto alla lotteria?”
“No,
senti cosa mi è venuto in testa!”
E Don
parla, parla, non smette di parlare. Jean Pierre ascolta la felice intuizione
dell'amico, un'intuizione da Nobel.
Ascolta di come il collega abbia concepito quella che chiama camera a
bolle, un dispositivo per la rivelazione delle particelle: di come lo
strumento, costituito da un recipiente metallico cilindrico, riempito di un
liquido surriscaldato oltre il punto di ebollizione e compresso, molto
instabile, possa generare, anche con piccole perturbazioni dovute a particelle
cariche, nuclei di ionizzazione.
Don
spiega “Una particella carica veloce attraversa il recipiente ionizzando molti
atomi del liquido, perdendo nel contempo parte della sua energia pur senza
subire deviazioni apprezzabili. Lungo il percorso della particella vengono a
trovarsi ioni positivi e negativi attorno a cui il liquido inizia a bollire e
le bollicine che si creano possono ingrandirsi fino a riempire tutta la camera”
e pensa alle bolle dell'Emmental che si ingrandiscono, forse, con la
stagionatura, od almeno così gli piace pensarle, ed alle loro cugine, le bolle
della birra, che si ingrossano venendo a galla in superficie.
Jean
Pierre pensa intanto invece agli aerei che lasciano nebbiose tracce nel cielo
terso.
Don
continua “Scatteremo delle foto non appena i rivelatori, posti sulle pareti
della camera, ci diranno che il corpuscolo subnucleare è appena passato, quando
le bollicine della sua scia saranno ancora piccolissime. Scattando diverse foto
da angolazioni differenti, otterremo una
ricostruzione stereoscopica spaziale delle tracce. Finalmente potremo vedere
le traiettorie delle particelle, almeno di quelle cariche. Circonderemo la
camera con un grosso magnete, per deflettere le particelle lungo traiettorie
circolari, Analizzando le tracce, avremo informazioni sulla massa e sulla
velocità delle particelle. Per poter poi riutilizzare nuovamente la camera a
bolle dovremo aumentare la pressione per far cessare l’ebollizione del liquido
e ripristinare la situazione metastabile”
Donald
Arthur Glaser finalmente tace. Jean
Pierre Fousseaux, dopo molti secondi di muta e sincera ammirazione per le frasi
ascoltate, si alza per prendere i vassoi; va verso il self-service, si avvicina
alle bevande, prende due birre, si guarda intorno e vede anche i pezzi di
Emmental, ne sceglie due. Festeggerà anche lui, come l'amico, con birra e
formaggio, gli ingredienti della scoperta!
Si
gira per tornare al tavolo quando lo sguardo gli cade su di un poster pubblicitario
di un negozio ginevrino di generi
alimentari francesi, e legge:
< Avec
l'Emmental de Savoie, l'ogre n'aurait pas dévoré des enfants puor son repas! > *
Scoppia
in una gran risata.
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* < Con
l'Emmental della Savoia, l'orco non avrebbe divorato dei fanciulli per pasto!
>
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