ANTOLOGIA di Luciano Postogna
Recensione di Sandro
Angelucci
Quella su cui vengo chiamato ad
esprimermi non è una silloge ma un’antologia poetica: ciò lascerebbe pensare ad
una raccolta di testi eterogenei; e differenti - in effetti - sono i temi presi
in esame.
Ciononostante - ultimatane la lettura -
si ha la chiara percezione dell’unitarietà: elemento, questo, che depone
indiscutibilmente a favore di un’ispirazione autentica e fedele a se stessa.
Quanto asserito è riscontrabile fin
dalla prima delle liriche qui contenute. Da Verso
l’infinito:
................
Attenderò,
così oppresso, l’aurora
dalle
scarlatte e seriche sembianze
e
prenderò fiato alla prima brezza,
quando
tacciono ancora i nidi arborei
e
le cicale ammorzano la nenia.
Sarà
ancora speranza ed illusione,
ma
un altro giorno passerà veloce
poi
lunga, aliena e dolente la notte
e
così verso l’infinito arcano.
In questa proposizione dell’autore s’iniziano
a scorgere, per il lettore attento, le linee-guida di una poetica tendente all’infinito;
non l’infinito indeterminato e astratto però, pur dichiarando Luciano Postogna:
“Sarà ancora speranza ed illusione”, bensì concreto proprio in virtù di questa
consapevolezza. L’aspettazione, seppure illusoria, caratterizza qualsiasi
processo esistenziale e ciò permette il protrarsi nel tempo della vita. L’imperscrutabilità
- è ovvio - tormenta, affanna. “Ma il gruppo delle ‘poesie carsiche’- sostiene Enzo Concardi
nella prefazione - è quello più stringente e intenso”.
Si dirà: cosa c’entra adesso questo
complesso di liriche? Ha, invece, una precipua attinenza con l’anelito del
quale ho appena parlato, nel senso che è proprio nella sua terra che il poeta
trova la forza, il coraggio che gli occorrono per non perdere la fiducia.
Così, “tra calcari corrosi / e
sommacchi arrossati.”, la sua pelle “si sbianca alle querce / e ai tigli
ingialliti / ma s’impregna d’olezzo / che la flora morente / sotto il bosco
rilascia…”.
Sensazioni contrastanti ma vive,
pulsanti, perché legate, appunto, a quel tendere al cielo di “cupi pineti … /
dagli edenici colli” di un Carso “incantato”.
Ed è sempre qui - come dicevo - da
queste terre crude e selvagge, che lo rappresentano e ricostruiscono l’intera natura
dello scrivente, che si possono estrarre due parole-chiave:
Notti
lunghe ed ansiose
tormentate
nel cuore
da
cicale frinenti
e
dai bianchi timori
d’una
luna assai piena,
giorni
brevi e inquieti
....................
E ancora:
..............
aliti
freschi,
della
brezza di mare,
mi
volano attorno
consolandomi
ancora.
La notte: lunga ed ansiosa, e la
brezza: fresca e alitante. Mettiamole in relazione. Perché il vento porta sollievo
e la notte disperazione? Perché la notte è muta e il vento parla?
La bora viene dissezionata (v. Anatomia del vento, a mio avviso una delle
migliori poesie antologizzate) per rinascere alla sua sorgente; la notte, al
contrario, è la caduta nel dirupo, equivale al rinnegamento, all’abbandono degli orti (v. Sera)
da parte dell’uomo. La bora spegne i lumi
fatui nei cimiteri, la notte ne ha bisogno. Due poli opposti che
tratteggiano, tuttavia, l’omogeneità di un complesso sentire. E convengo con Concardi
laddove rinviene “l’amore per il particolare di tipo crepuscolare, ovvero la
creazione lirica di atmosfere tipiche, di angoli d’anima e di luoghi personali
e caratteristici, di quadri e squarci coloristici ricchi d’immagini vivide e
sonorità polivalenti”.
Si, sono decisamente luoghi dell’anima
quelli che caratterizzano la scrittura di Postogna; luoghi continuamente riacquistati
nella memoria ma anche rivissuti, con la consapevolezza, però, di assistere all’inevitabile
tramonto di una civiltà millenaria, carsica, sottoposta a lenta corrosione. Un fenomeno, il carsismo, strettamente collegato alla
morfologia del terreno ed alla presenza di acque termali provenienti da grandi
profondità. Ma dove c’è acqua, c’è vita. E dove c’è vita, c’è poesia.
Sandro Angelucci
Luciano Postogna.
ANTOLOGIA
Guido Miano Editore, 2019
mianoposta@gmail.com
Basterebbe la chiusa per rendere questa esegesi un gioiello. Tuttavia sento l'esigenza di complimentarmi con Luciano Postogna, che a quanto pare è riuscito a rendere quasi un romanzo in versi un'Antologia e con il suo prefatore Enzo Concardi. In questo caso si può davvero dire che lavorare 'Insieme per la Cultura' - mi si perdoni il riferimento personale, funzioni moltissimo. Un caro saluto a tutti, compreso l'Editore Miano e il nostro Nazario.
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